I numeri parlano da soli: 8 mila visitatori in 15 giorni. Il 30 dicembre si è registrato un picco di 1200 visitatori nell’arco di un solo giorno.
E’ quanto si legge su La Repubblica, edizione di Palermo, in merito alla mostra su Antonello da Messina alla Galleria regionale di Palazzo Abatellis del capoluogo della Regione. Numeri che aumenteranno con l’apertura delle scuole dal momento che sono in programma una serie di visite. La mostra, che vede insieme la metà delle opere di Antonello da Messina, curata da Giovanni Carlo Federico Villa, è stata inserita nel cartellone degli eventi di Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018, è organizzata dalla Regione Siciliana – Assessorato regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, e da MondoMostre – con la Città di Palermo e resterà aperta al pubblico fino al 10 febbraio.
Successivamente, grazie ad un’intesa tra la Regione Sicilia ed il Comune di Milano, l’esposizione si potrà visitare dal 24 febbraio a Palazzo Reale.
Numerosi i pezzi pregiati. Dagli Uffizi proviene il trittico con la Madonna con Bambino, il San Giovanni Battista acquistati dall’ex ministro dei Beni Culturali Antonio Paolucci nel 1996 e il San Benedetto che la Regione Lombardia acquistò tramite Finarte nel 1995, ed è oggi in deposito nel museo fiorentino.
Dal Museo di Messina, non senza polemiche, è giunto il Polittico di San Gregorio. Di fronte a questi numeri: 8 mila visitatori in 15 giorni, le riflessioni sono d’obbligo e vanno ben oltre la diatriba sul trasferimento a Palermo dell’opera d’arte di Antonello da Messina.
Dobbiamo interrogarci sui nostri numeri (o meglio sulla carenza di questi traguardi), sulla mancata capacità di valorizzare i nostri tesori, sull’assenza di eventi di ampio respiro che possano davvero rilanciare il MuMe, sulle enormi lacune che ancora esistono e che impediscono di far conoscere persino ai turisti (per non parlare dei messinesi), il Museo e le opere in esposizione.
Più che lamentarci sui trasferimenti dei quadri dovremmo lamentarci sull’incapacità di dar valore a ciò che rappresenta la nostra identità culturale, il nostro patrimonio artistico.
Quegli 8 mila visitatori in due settimane rappresentano per Messina una lezione.
Rosaria Brancato