"Me ne vado, ma non di mia iniziativa, sono stato cacciato fuori". Lo ha detto l'ormai ex assessore ai Beni culturali della Regione siciliana Vittorio Sgarbi, neo deputato alla Camera, parlando con i giornalisti a Palermo.
"C'era un patto in base al quale sarei rimasto assessore in Sicilia, anche se eletto al Parlamento, e che me ne sarei andato solo se fossi diventato ministro", ha aggiunto, "ora chiedo almeno di avere il tempo di firmare gli ultimi provvedimenti, non si tratta piu' di scegliere, me ne vado".
Sgarbi continua: "Il presidente mi aveva detto 'Vittorio dobbiamo parlarci perché c'è una situazione insostenibile'. Ma lui non è stato affatto cortese con me. Gli ho detto, 'va bene, domani vengo', e lui ha detto di no, 'decidi di andartene'. Non mi ha particolarmente deluso Musumeci, ma non è stato cortese con me. Così ecco il mio piccolo ricatto: il 27 viene il potente mecenate che deve dare 39 milioni per Selinunte, non li dà a me, ma tratterà con me. Se me ne vado con chi tratterà? Se fossi Musumeci chiederei a me di restare almeno fino a quando l'operazione non sia conclusa". Sgarbi non è andato al ritiro del governo di Castelbuono, "anche perché nessuno mi ha mai invitato – ha proseguito – sebbene qualcuno dica che mi sia stato notificato l'invito, non ho ricevuto nulla".
Finisce così dopo quattro mesi l’esperienza di Vittorio Sgarbi nel Governo regionale a guida Nello Musumeci.