«Ho bloccato gli stipendi e la prossima mossa sarà un’ordinanza che vieta a tutti i dipendenti di entrare nel Palazzo della Città Metropolitana. Perché se qualcuno deve chiudere l’ente, quel qualcuno sono lo io. E mi barrico dentro. Mi vogliono denunciare per interruzione di pubblico servizio? Lo facciano pure». Ha esordito con queste parole il sindaco metropolitano Cateno De Luca, intervenuto durante l’assemblea straordinaria convocata dai sindacati a Palazzo dei Leoni questa mattina. Dopo la provocazione con cui ieri ha acceso i riflettori sulla delicatissima e grave situazione della Città Metropolitana di Messina, oggi non solo non ha abbassato i toni, ma anzi ha deciso di alzare la posta. «Se entro una settimana non arrivano risposte e soluzioni definitive non farò più entrare i lavoratori in ufficio».
«Ho deciso di cambiare strategia, ho capito che la questione va affrontata di petto durante l’ultima riunione a Roma con l’Anci in cui si parlava di prospettive delle Città Metropolitane e nessuno aveva idea della drammatica situazione in cui siamo in Sicilia per colpa dello Stato. Ci vuole subito una deroga al Tuel per approvare i bilanci in disavanzo tecnico, ho fatto rilevare che noi non abbiamo debiti ma il nostro unico debitore è lo Stato».
De Luca non ha intenzione di andare avanti in questo modo: «Non mi piace camminare sulle sabbie mobili, non posso più continuare a pagare spese senza bilancio 2018 e senza prospettiva per il 2019».
Durante l’assemblea De Luca ha spiegato che oggi c’era un’altra riunione a Romache è stata incentrata sul caso Messina, dopo la protesta di ieri. Ed è stato deciso che la prossima settimana ci sarà un incontro con Regione e Ministeroper iniziare a mettere tutti i tasselli al proprio posto.
«Se parlate a Roma dicono che è colpa della Regione, se parlate a Palermo dicono che è colpa dello Sato. A noi non interessa più di chi sono le colpe, ci deve interessare una soluzione definitiva e non tampone. Ho già tagliato 700 mila euro di costi correnti non obbligatori ma non so più cosa tagliare. Ho la coscienza a posto, quello che potevo fare l’ho fatto».
De Luca ha poi snocciolato alcuni numeri: «Per il 2018 servivano 120 milioni di euro per coprire il disavanzo e noi siamo in una posizione molto più facile rispetto a Catania e Palermo.Noi siamo in disavanzo tecnico per 12 milioni di euro che è un terzo del prelievo forzoso. In questo momento stiamo bloccando 30 milioni di risorse per interventi vari su strade e infrastrutture e altri 160 milioni del Masterplan di cui noi siamo la regia».
Quindi adesso si attenderà questo incontro romano da cui De Luca pretende soluzioni definitive e non interventi tampone per il solo 2019.
Poi un attacco a muso duro all’ex presidente Crocetta: «Lo scioglimento delle Province è stata una grande puttanata. Quello che ha fatto Crocetta è stata una gigantesca puttanata. Ricordo bene quando annunciò in tv che la Sicilia era la prima a sciogliere questi enti. E oggi siamo ridotti in queste condizioni».
L’appello finale ai lavoratori e ai sindacati: «Potete fare tutte le proteste che volete, ma o camminiamo insieme o non ne usciamo».
Francesca Stornante