Centinaia di contenziosi sulle spalle e solo quattro avvocati interni a fare i salti mortali . Nonostante le richieste di rafforzare l’ufficio avanzate dal dirigente Calogero Ferlisi e nonostante il grido d’allarme più volte lanciato dai legali comunali, obbligati a districarsi tra le decine di pratiche che quotidianamente arrivano sulla loro scrivania, l’ Avvocatura di Palazzo Zanca continua ad essere ridotta all’osso. In compenso, come abbiamo visto nella nostra inchiesta di qualche mese fa, fioccano gli incarichi esterni.
Quel che è peggio che la situazione è destinata a rimanere com’è perché sul potenziamento dell’Avvocatura –promessa con la delibera n.503, proposta dall’ ex assessore Mantineo ed approvata dalla giunta Accorinti il 1,luglio 2015 – emerge, al momento, una chiusura netta da parte del segretario/direttore generale Antonio Le Donne. In una lettera inviata al rientro dalle vacanze (data 29 agosto 2016) ai direttori di sezione dell’Avvocatura comunale e per conoscenza al sindaco Accorinti, all’assessore al personale Eller e al dirigente Ferlisi – Le Donne dice chiaramente che non è possibile incrementare il numero dei legali interni. E non perché il Comune non abbia avvocati da destinare al Dipartimento ma perché gli avvocati in organico sono impegnati in settori amministrativi e secondo il direttore generale un loro trasferimento comporterebbe un danno per l’ente in termini di efficienza.
Le Donne giustifica la sua scelta evidenziando che non si tratta «di mancanza di volontà bensì di decisione imposta dalla situazione concreta» e aggiungendo, quasi a voler mettere le mani avanti, «che in nessun caso può essere considerata inadempienza». Nella lettera, il segretario/direttore generale afferma inoltre che «il senso di responsabilità che deriva da una visione “globale” delle necessità dell’ente , e non di una sola porzione, ha fatto correttamente propendere per differire temporalmente la implementazione al momento in cui sarà possibile assumere personale qualificato»
In merito agli incarichi esterni, il super manager di palazzo Zanca chiarisce: «a fronte della gravità della situazione….. ….. non potendo fare all’interno si è dovuto “comprare “ la prestazione all’esterno» secondo la «nota valutazione make or buy (fai o compra)». Per Le Donne, dunque, ricorrere ad avvocati esterni è al momento una necessità per il Comune. E quando a conclusione della lettera scrive «certissimo che non vi sarà più bisogno di ribadire le suesposte considerazioni» fa capire che per lui la questione è chiusa.
Cade dunque nel vuoto l’allarme lanciato a febbraio da Ferlisi, che in una lettera interna scriveva: «si ravvisa l’opportunità se non la necessità di adottare provvedimenti organizzativi per evitare che il Dipartimento Avvocatura renda servizi e prestazioni non rispondenti a fondamentali criteri di efficacia, efficienza e economicità dell’azione amministrativa». Ferlisi lasciava intendere che oltre ai disagi in termini di organizzazione, la mancata implementazione dell’Avvocatura rischia di provocare un danno all’amministrazione, che è l’esatto contrario di quello che sostiene oggi Le Donne. Ferlisi peraltro rivendicava maggiori risorse per far fronte all’«incremento di incarichi a favore dei professionisti del Libero Foro».
In base a quanto messo per iscritto da Le Donne, il settore legale di Palazzo Zanca continuerà ad operare in perfetta continuità con il passato e il Comune continuerà a rivolgersi a legali esterni, rendendo di fatto carta straccia la delibera n.503 approvata dalla giunta Accorinti, che mirava ad aumentare da 5 a 10 i legali interni e a tagliare numero e costi degli incarichi esterna. La proposta era stata presentata come l’inizio della rivoluzione in un settore strategico per l’ente. Peraltro, nel frattempo, dopo il pensionamento di Mario Rappazzo il numero degli avvocati interni è sceso addirittura a 4. E, come abbiamo visto, per il segretario/direttore genarle al momento non c’è alternativa .
Danila La Torre