Un passo avanti e due indietro. Il Comune di Messina continua il suo percorso incerto e “ballerino” verso l’approvazione del piano di riequilibrio “rimodulato”. La manovra finanziaria, rivista e corretta secondo le indicazioni del Ministero dell’Interno – che ancora attende una risposta alle 23 criticità segnalate con la nota del 29 dicembre a firma del dirigente Giancarlo Verde – potrebbe arrivare oggi in Consiglio comunale. Il condizionale però è d’obbligo, perché i consiglieri comunali dovranno decidere se approvare lo strumento finanziario prima dei contratti di servizio Atm ed Amam, su cui non c’è ancora il parere del Collegio dei revisori dei conti.
Il giudizio dell’organo di revisione sui due strumenti giuridici redatti per definire i rapporti tra il Comune e le sue partecipate era atteso entro la giornata di ieri, ma qualche “intoppo” ha rallentato il lavoro dei revisori di Palazzo Zanca.
A creare più di qualche grattacapo c’è infatti quel piano industriale dell’Amam su cui solo negli ultimi giorni si sono accesi i riflettori per via dei due pareri durissimi rilasciati dai revisori interni, risalenti rispettivamente a maggio 2014 e a gennaio 2015 ma tenuti ben nascosti. A questi due pareri se n’è peraltro aggiunto un terzo, con cui il Collegio sindacale dell’Amam conferma quanto scritto in precedenza.
L’allarme lanciato dai revisori della partecipata del Comune ha indotto la consigliera aderente al Gruppo Misto ma di area Pd Antonella Russo a scrivere una corposa interrogazione all’indirizzo dell’amministrazione Accorinti e non ha potuto lasciare indifferenti i revisori dei conti di Palazzo Zanca. Nel corso dell’ultima seduta della commissione bilancio, il presidente del Collegio Dario Zaccone e gli altri due componenti Giuseppe Zingales e Federico Basile hanno mostrato ai consiglieri comunali la richiesta depositata agli uffici con cui, a proposito del contratto di servizio Amam, «si invita l’Ente a provvedere alla sua riformulazione, in particolare escludendo dalla proposta stessa la parte concernente l’approvazione del “Piano economico-finanziario”, la cui competenza è esclusivamente degli organi amministrativi della società Amam». I revisori dei conti invitano espressamente l’amministrazione comunale «a predisporre una nuova proposta di deliberazione…».
La riposta dell’esecutivo non si è fatta attendere e attraverso una comunicazione scritta, l’assessore Sergio De Cola, che detiene la delega ai rapporti con il Consiglio comunale, ha informato gli esponenti del Civico Consesso che l'amministrazione rimodulerà la delibera attraverso un emendamento che cassi la parte del piano economico finanziario dell'Amam. Sull'atto, quindi, i revisori esprimeranno un parere condizionato alla eliminazione del citato piano.
Un piccolo “giallo” si registra anche per il contratto di servizio Atm. Un consigliere comunale racconta che alle 10.46 di ieri mattina una mail dell’Ufficio di presidenza annunciava un odg aggiuntivo per la seduta di oggi per l’"approvazione schema di contratto ATM "; sempre dall’Ufficio di presidenza è partita, alle 14.45, un’altra mail con oggetto "errata corrige – ritirato l'odg aggiuntivo su ATM per mancanza del parere dei revisori".
In Aula, quindi, oggi non ci sarà né il contratto di servizio Amam né quello Atm. Potrebbe esserci, ma è tutto da vedere, il piano di riequilibrio. Prima, infatti, bisognerà contarsi, capire se ci sono i numeri per non rischiare di fare un tonfo che potrebbe costare caro al Comune. Sarà quindi fondamentale vedere come si comporterà il gruppo consiliare dei Democratici Riformisti, che avevano chiesto ed ottenuto di “stoppare” l’iter del piano di riequilibrio rimodulato nelle more dell'approvazione del piano di alienazione e dismissione dei beni comunali e dei contratti di servizio.
In questo momento, il gruppo “capitanato” da Elvira Amata tiene le redini dell’Aula, in virtù di quella forza numerica che li mette in condizione di fare da ago della bilancia. I sei voti dei Dr servono eccome per far passare il piano di riequilibrio. I sì scontati di Udc (6 o 5 voti), Forza Italia (3 voti) e delle due accorintiane “sopravvissute”, Lucy Fenech e Ivana Risitano non bastano per approvare la manovra, neanche racimolando qualche voto nel Nuovo Centro destra, nel gruppo SiamoMessina, nel partito democratico e nel Megafono. Con votazione a 21 saranno determinanti anche le assenze, più o meno strategiche, che condizioneranno i lavori d’aula.
Intanto, nonostante le evidenti difficoltà che sta incontrando il piano di riequilibrio bis presentato dalla giunta Accorinti, c’è chi continua a sponsorizzarlo con sempre più ferma convinzione: il capogruppo di Forza Italia, Pippo Trischitta, che aggiorna i colleghi su quelle novità legislative in grado di favorire il Comune di Messina nell’adesione alla procedura di riequilibro. Dopo aver accolto con grande favore, nei giorni scorsi, la riforma in forza della quale il Governo accollerà al Ministero della Giustizia le spese degli uffici giudiziari (vedi qui) , adesso ci tiene a far sapere – tramite un articolo pubblicato sul Sole24ore – che grazie al decreto Milleproroghe «le amministrazioni locali che non hanno presentato il piano di riequilibrio entro 90 giorni dalla delibera sul predissesto (come impone l'articolo 243-ter del Dlgs 267/2000) possono riprovare fino al 30 giugno, e la stessa finestra si apre per gli enti che si sono visti bocciare il piano dalla Corte dei Conti, a patto che possano certificare un miglioramento nelle condizioni di bilancio sotto forma di aumento dell'avanzo o riduzione del disavanzo».
Il consigliere azzurro spiega inoltre che i premi anti-evasione resteranno al 100% nelle casse del Comune e non saranno più divise al 50% con lo Stato. Per il capogruppo di Forza Italia si tratta di provvedimenti che incideranno positivamente nel percorso di risanamento del Comune, a cui lui non ha mai smesso di credere.
Danila La Torre