«Un Piano di Riequilibrio che fa acqua da tutte le parti, mentre il Viminale continua a ignorare le richieste di un’ispezione ministeriale». L’associazione politica LabDem torna ad occuparsi della situazione finanziaria di Messina, che definisce «una bomba a orologeria pronta a esplodere», e scrive una lunga e dettagliata nota indirizzata ai ministeri degli Interni e dell’Economia, alla Corte dei Conti ed alla Prefettura.
La lettera porta in calce le firme del presidente nazionale Salvo Andò, del coordinatore regionale Francesco Barbalace, del coordinatore provinciale Messina Giuseppe Fera, del responsabile Politiche finanziarie Luigi Beninati e di Pietro di Pietro e Fabrizio Calorenni del comitato cittadino LabDem Messina.
Secondo l’associazione politica tante sono le criticità nei conti di Palazzo Zanca, che in questi due anni e mezzo di amministrazione Accorinti non hanno trovato soluzione, nonostante la «corrispondenza tra il Comune di Messina e gli organi ministeriali deputati a valutare il piano di riequilibrio».
Nella lettera, i rappresentanti di LabDem si soffermano in particolare sul rapporto tra l’ente e le sue società partecipate, sottolineando che «il mancato recepimento e la mancata approvazione dei bilanci delle società partecipate non consente una reale e completa valutazione della massa debitoria del Comune di Messina che dei debiti delle stesse deve farsi carico». Ricordano, inoltre, che non sono ancora stati formalizzati in Consiglio Comunale i contratti di servizio attraverso i quali poter determinare le risorse annue da corrispondere per lo svolgimento dei servizi espltati dalle aziende di proprietà del Comune .
In merito al pignoramento di oltre 29 milioni di euro effettuato ai danni della società partecipata Messinambiente da parte dell’Agenzia delle Entrate, LabeDem mette in evidenza come non sia stato raggiunto alcun accordo con i creditori, «determinando ulteriori inevitabili ricadute sul piano di riequilibrio del Comune di Messina». L’associazione politica teme fortemente che possa verificarsi anche blocco di alcuni servizi pubblici essenziali.
Quanto alle transazioni con i creditori del Comune, secondo LabDem oltre a non avere riconoscimento formale da parte del Consiglio comunale sono anche sottostimate «poiché non si è tenuto conto dei gravosi interessi maturati e dovuti secondo le normative sia nazionali che comunitarie».
Nella parte finale della loro missiva, gli esponenti del Laboratorio democratico si chiedono perché non sia stata ancora esitata la richiesta di invio degli ispettori ministeriali, per verificare il reale stato delle finanze comunali e il rispetto delle procedure contabili, più volte sollecitato dal Consigliere Comunale, Antonella Russo. Sollecitano , inoltre, le Autorità in indirizzo ad intervenire affinchè la città non collassi definitivamente. (DLT)