Da palazzo Zanca arriva ogni tanto anche qualche buona notizia sul fronte finanziario. Dopo due anni di trend negativo, il Comune di Messina ha rispettato il patto di stabilità 2013, come ufficialmente attestato nel pomeriggio dal sindaco, Renato Accorinti, dal Ragioniere Generale Antonino Cama e dal Collegio dei Revisori dei Conti, che hanno inviatoal Ministero la relativa certificazione.
Come si ricorderà, nel 2011 il patto era stato sforato per circa 24 milioni , di cui 21 utilizzati per il completamento degli svincoli (che ancora oggi sono aperti solo a metà); mentre nel 2012, a far sballare i conti erano stati i 40 milioni promessi, e mai arrivati, dalla Regione, fatti appostare dal commissario straordinario Luigi Croce nel bilancio di previsione 2012. Il mancato incasso delle somme regionali rese necessario rivedere la certificazione, rilevando uno sforamento per circa 7 milioni.
Nel 2013, invece, la musica è cambiata ed il patto di stabilità è salvo.
“Si tratta di un risultato molto importante. È la conferma che questa amministrazione ha avviato un percorso di risanamento finanziario solido, che non si limita al reperimento di risorse nel lungo periodo per far fronte all’imponente massa debitoria ereditata, ma che parte da una attenta gestione del bilancio corrente”. commenta l’Assessore alle Politiche Finanziarie e Vicesindaco Guido Signorino.
Il vice di Accorinti pensa già al prossimo obiettivo che potrà perseguito grazie al rispetto dei parametri imposti dalla legge: “sbloccare le politiche assunzionali (turn over del personale, percorsi per la stabilizzazione di precari). Adesso il nostro sforzo – continua in una nota – si è concentrato sul piano di riequilibrio; nella costruzione di questo strumento, abbiamo cercato di individuare i nodi fondamentali che hanno condotto alla condizione prefallimentare sotto gli occhi di tutti. Al di là dello sforzo fatto per il reperimento delle risorse, la definizione del piano ha coinvolto tutti i Dipartimenti dell’Ente, consentendo a ciascuno di individuare azioni (grandi o piccole) che, portando un contributo diretto al risanamento, determinassero condizioni di efficientamento complessivo del Comune”.
Signorino non nasconde la propria soddisfazione per il percorso intrapreso: “siamo persuasi – scrive – che questo lavoro, che individua e incide alla radice sulle cause del dissesto, costituisca di fatto l’obiettivo principale da perseguire. Parafrasando la famosa espressione, possiamo dire non che ‘il fine giustifica il mezzo’, ma che ‘il mezzo (il coinvolgimento consapevole della “macchina” comunale) costituisce, di per sé, il giusto fine’. Aperti ad ogni miglioramento che potrà venire negli approfondimenti e nella discussione, offriamo al Consiglio Comunale un prodotto che riteniamo valido, sostenibile e credibile. I risultati di bilancio oggi certificati ci confortano in questo giudizio”.