Piano decennale di riequilibrio e quell’ammanco di 9 milioni di euro nel Bilancio di previsione 2013. Sono questi i due argomenti principali di cui si discute a Palazzo Zanca da tre giorni a questa parte, alla luce delle novità annunciate dall’assessore al bilancio e vice-sindaco Guido Signorino sul percorso da intraprendere per redigere il nuovo Piano di riequilibrio e della “sorpresa” relativa al pasticcio Imu (vedi correlati).
Le due questioni hanno fatto capolino anche in Consiglio comunale, che somma sedute a sedute e soprattutto durante quelle dedicate al “Question Time” tratta di argomenti a “piacere”. Del resto, i consiglieri comunali stanno ben attenti ad arrivare a 39 sedute mensili (tra riunioni di commissioni e Civico Consesso) in modo da raggiungere, nonostante il dimezzamento del gettone di presenza, il tetto massimo dell’indennità prevista dalla legge.
Ma torniamo alle due questioni “scottanti”. La novità è che l’amministrazione comunale ha ufficializzato – attraverso una nota recapitata al presidente della Commissione Bilancio Franco Mondello, al presidente del Consiglio comunale Emilia Barrile ed al presidente del Collegio dei revisori dei conti Dario Zaccone – quello che l’assessore Signorino aveva preannunciato dal nostro giornale nei giorni scorsi e cioè che intende riportare in Aula il vecchio
Fpiano di riequilibrio, farlo bocciare ed avere così la possibilità di usufruire di ulteriori due mesi per presentare il nuovo Piano di riequilibrio.
«Si rappresenta – si legge testualmente – che il comma 573 della legge di stabilità per l’anno 2014…ha introdotto un ulteriore prolungamento del termine per la presentazione di un nuovo piano di riequilibrio per le amministrazioni che hanno ricevuto un diniego all’approvazione di un precedente piano di riequilibrio da parte del Consiglio comunale, stabilendo il nuovo termine in 90 giorni dalla pubblicazione del testo sulla G.U».
La nota, che porta in calce la firma del segretario/direttore generale Antonio Le Donne, del ragioniere generale
Anonino Cama, del sindaco Renato Accorinti e del vice-sindaco Signorino, spiega anche la principale motivazione che sta alla base della strategia studiata a tavolino per guadagnare altro tempo prezioso, aggiungendo: poiché come è noto la mancata approvazione del Consiglio comunale della deliberazione concernente il Contratto di servizio con l’Amam, che ha comportato l’insostenibilità finanziaria del Piano di riequilibrio approvato con deliberazione del Consiglio comunale n.11/C, questo Ente ha richiesto la condivisione di tale impostazione e quindi di potersi avvalere del nuovo termine riportato al comma del 573».
L’amministrazione conclude quindi dicendo che «è stato presentato al Ministero dell’Interno Direzione Centrale per la Finanza locale quesito confermativo di quanto riportato nella citata norma e che in tal senso richiederebbe la reiezione della deliberazione del Consiglio comunale n.11/C e la proposizione del nuovo piano da sottoporre all’approvazione del Consiglio Comunale entro il prossimo 30 marzo 2014».
A leggere in Aula la nota dell’amministrazione è stato il presidente della Commissione Bilancio Mondello che, visibilmente inalberato e parlando a nome dell’intero gruppo dell’Udc, ha rimproverato all’esecutivo di agire senza informare i consiglieri comunali, costretti ad apprendere le notizie dalla stampa. «Questo atteggiamento non è più tollerabile e non accetteremo più che atti importanti vengano portati in Aula all’ultimo momento, come è successo sino ad oggi»,ha detto l’esponente centrista. Visibilmente contrariata anche il capogruppo dei Dr Elvira Amata: «Da questi atti dipendono le sorti della nostra città e la vita dei nostri figli e dei nostri nipoti, abbiamo provato a collaborare con questa amministrazione, ma il tempo della fiducia è finito da un pezzo e non accetteremo più che documenti importanti per il futuro di Messina arrivino all’ultimo momento utile per votarli».
L’idillio tra Consiglio e Amministrazione comunale sembra, dunque, lasciare il posto ad una crescente tensione, scaturita anche in seguito all’erroraccio scoperto nel bilancio di previsione 2013, dove una quota delle entrate previste dall’imposta sugli immobili è stata riportata due volte, generando un “buco” da 9 milioni di euro. Il presidente dei revisori Zaccone spiega che le verifiche sono state effettuate in maniera corretta e la cifra iscritta in bilancio risultava congrua.
Sarà , ma intanto l’equilibrio del bilancio di previsione di Palazzo Zanca per l’anno 2013 è andato a farsi strabenedire e l’atto approvato dall’Aula presenta una dato non veritiero, con la conseguenza che non sono stati rispettati due dei principi fondamentali sanciti dall’art. 562 del testo Unico degli Enti Locali, in virtù del quale «gli enti locali deliberano annualmente il bilancio di previsione finanziario… osservando i principi di unità, annualità, universalità ed integrità, veridicità, pareggio finanziario e pubblicità».
Lo stesso articolo precisa al comma 2 che «il totale delle entrate finanzia indistintamente il totale delle spese, salvo le eccezioni di legge. Le spese di Palazzo Zanca sono al momento scoperte per ben 9 milioni di euro.
Di questa improvvisa grana scoppiata ad approvazione di bilancio avvenuta e del nuovo iter pensato dall’amministrazione comunale per il Piano di riequilibrio si parlerà sia in conferenza dei capigruppo che in commissione Bilancio, alla presenza -in entrambe le occasioni – del sindaco Accorinti,del vice-sindaco Signorino,dei revisori dei conti e del ragioniere generale Cama.
Perché due riunioni sullo stesso argomento? “Perché due è meglio che uno” recitava un vecchio spot televisivo. In quel caso si parlava di gusti di gelato, in questo caso specifico di gettoni di presenza. (Danila La Torre)