Il Piano di Riequilibrio prende forma. Si va verso la riforma del catasto per sconfiggere l’evasione

Non c’è ancora un termine preciso entro il quale il Consiglio comunale dovrà approvarlo e non è ancora dato sapere quale sarà esattamente il percorso da seguire, ma nonostante queste due incognite la giunta Accorinti sta via via “sfornando” tutti gli atti che comporranno, come le tessere di un puzzle, il nuovo Piano decennale di riequilibrio. Lo strumento finanziario è l’unica carta che il Comune di Messina può ancora giocarsi per accedere al Fondo di rotazione nazionale e scongiurare il dissesto.

L’assessore al bilancio e vice-sindaco Guido Signorino spiega al telefono di aver inoltrato, dopo vari colloqui informali, una richiesta ufficiale alla sezione regionale della Corte dei Conti per chiedere notizie sullo stato dell’arte e sulla eventualità di riprendere dai propri cassetti il piano di riequilibrio targato Croce, la cui bocciatura formale da parte dei magistrati contabili metterebbe in linea il nostro Comune con quanto previsto dal nuovo decreto “Salva –Roma”, sbloccando l’impasse in cui di fatto si trova oggi. Contestualmente, l’amministrazione Accorinti sta lavorando e interloquendo tanto con il Ministero quanto con i deputati messinesi affinché, in sede di conversione, il decreto 16 venga modificato, in modo da rimettere in pista, non escludendoli cioè dalla procedura di riequilibrio, il nostro e gli altri comuni che si trovano nella medesima condizione, caratterizzata da incertezza legislativa ed instabilità economica.

In attesa che la via da seguire sia definitivamente ed inconfutabilmente tracciata, l’esecutivo di Palazzo Zanca, come detto, sta producendo tutti che gli atti che daranno sostanza al nuovo di riequilibro, la cui bozza era già stata presentata qualche settimana fa in Commissione bilancio. Nei giorni scorsi, la Giunta Accorinti ha approvato anche i contratti di servizio Atm e Amam. Manca all’appello solo il contratto con Messinambiente, ma si tratta – chiarisce l’assessore Signorino – di un ritardo “fisiologico”, dovuto al recente cambio dei vertici all’interno della società che si occupa della raccolta rifiuti in città.

Oltre ai contratti di servizio – strumenti che la legge reputa fondamentali per regolare i rapporti, non solo di natura economica, tra un ente e le società ad esso collegate – in giunta è approdato anche un atto destinato a rivoluzione il sistema di accertamento tributario legato agli immobili ( tassa sulla casa e sulla spazzatura in primis), che da queste parti ha sempre fatto acqua da tutte le parti, causando un’altissima evasione fiscale. «L’amministrazione comunale, nell’ambito delle attività di stesura del piano di riequilibrio 2013-2022,- si legge testualmente – ha rappresentato la situazione economica estremamente delicata in cui si trova l’Ente, invitando ciascun Dipartimento a predisporre gli atti necessari per supportare le previsioni di maggiori entrate o le minori previsioni di spesa». Il sindaco Accorinti e la sua squadra di assessori hanno, quindi, dato via libera all’implementazione delle microzone catastali ed alla revisione del classamento della banca dati catastale In base ad una delibera del Civico Consesso del 1999, il territorio comunale è suddiviso in 29 microzone omogenee.

La Giunta ha approvato la Relazione di analisi campionaria sulla banca dati catastale, da cui potrebbe derivare una possibile maggiore entrata pari a 20 milioni di euro. Nell’atto viene specificato che si tratta di una previsione di stima ai fini del piano di riequilibrio. Nello specifico, l’esecutivo di Palazzo Zanca intende avviare «un progetto di revisione catastale su quegli immobili caratterizzati da un significativo scostamento tra il valore di mercato e quello catastale». A Messina capita spesso che zone residenziali vengano considerate periferie ed alloggi di pregio identificati come alloggi popolari, perché magari classificati nei decenni scorsi , quando cioè il contesto urbano e socio-economico era completamente diverso da quello attuale. Negli anni, infatti, non ci sono stati aggiornamenti e non si è tenuto conto né degli interventi di riqualificazione né degli interventi di ristrutturazione degli edifici.

«Dai dati di massinasi legge nella relazione redatta dal Dipartimento politiche del territorio emerge la necessità di eliminare le sperequazioni, procedendo a un riclassamento degli immobili, consistente nella variazione della categoria e della classe attribuita a ciascuna unità immobiliare, (la categoria è assegnata in base alla destinazione d’uso e alle caratteristiche costruttive dell’immobile , mentre la classe è determinata in base al contesto urbano di ubicazione e ad altri caratteri propri dell’unità immobiliare)».

Per Accorinti e gli 8 assessori che compongono la sua Giunta, ciò rappresenta «un passo avanti verso il raggiungimento dell’obiettivo della regolarità amministrativa e dell’equità fiscale che sta a cuore a questa amministrazione».

Nel provvedimento approvato dalla Giunta, si spiega, inoltre che «ai fini della quantificazione delle maggiori entrate comunali , si è proceduto ad un’analisi campionaria sulle unità immobiliari del territorio comunale». La previsione stimata di 20 milioni di euro è relativa al recupero di maggiori entrate derivanti dalla riclassificazione delle unità immobiliari urbane censite al Nuovo Catasto Fabbricati del Comune di Messina ed all’adeguamento delle relative rendite catastali , attraverso la costituzione di un gruppo di lavoro che dovrà operare nell’arco dei prossimi anni fino al 2022. La conclusione della prima fase di lavoro è prevista entro il 2015 con la revisione del classamento castastale, mentre a partire dall’anno 2016 si potrà procedere con l’aggiornamento della banche dati comunali e l’emissione degli avvisi di accertamento.

Danila La Torre

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