Anche dopo la rinuncia di Claudia Manciola ad assumere l’incarico di dirigente dell’Ufficio di gabinetto del Sindaco (vedi qui), il caso della selezione pubblica svoltasi al Comune in pieno periodo natalizio resta aperto. Le modalità con cui si è svolta la selezione – che oltre alla Manciola ha visto come vincitore Domenico Zaccone per l'icarico da dirigente nel Dipartimento Servizi sociali (vedi qui) – continuano a non convincere del tutto e fioccano le richieste rivolte all’amministrazione Accorinti di revocare in autotutela l’intera procedura.
Come aveva già annunciato alla stampa , il consigliere comunale di Forza Italia, Peppuccio Santalco, ha inviato due lettere, una al Ministero dell'Interno l’altra all'Assessorato agli Enti Locali, per chiedere alle istituzioni palermitane e romane di verificare se esistono «eventuali profili di illegittimità che potrebbero aver inficiato tutta la procedura amministrativa».
Sulla vicenda che tiene banco da giorni dentro e fuori da Palazzo Zanca interviene anche il sindacato Csa, che ritiene la procedura selettiva «sostanzialmente poco rispettosa dei principi di trasparenza, correttezza e buona fede che dovrebbero presiedere all’azione di una Pubblica Amministrazione»
«Dall’esame dei verbali delle sedute del 21 dicembre- si legge in una nota firmata dal Coordinatore Provinciale Piero Fotia – non emergono le motivazioni delle scelte effettuate, tenuto conto che queste ultime avrebbero dovuto tenere conto, ai sensi dell’art. 2 del bando, delle specifiche competenze funzionali per il posto dirigenziale da ricoprire e non di generica “conoscenza in varie articolazioni del diritto” nonché, ai sensi dell’art 8 dello stesso bando, di “esperienze lavorative effettuate nel settore di afferenza”».
Il sindacato Csa scrive ancora: «i criteri formulati dalla Commissione per l’esame dei curricula specificati nei verbali del 16/12/2015 appaiono arbitrari e non conformi a quanto stabilito dal bando, che non prevede l’individuazione di ulteriori criteri oltre quelli dallo stesso indicati».
Fotia puntualizza che «dall’esame dei verbali delle sedute del 18/12/2015 non appare adeguatamente motivata l’esclusione di 17 dei 24 partecipanti», sottolineando altresì come appaia « peraltro quantomeno strano che gli esclusi siano tutti dipendenti dell’Ente, quasi a voler sancire una preconcetta esclusione degli stessi per il solo fatto di essere tali».
A tal proposito , Il coordinatore Provinciale del sindacato Csa spiega che «il conferimento dell’incarico a “personale interno”, oltre ad essere previsto dal “Regolamento degli Uffici e dei servizi”, avrebbe peraltro comportato un notevole risparmio economico a tutto beneficio delle risorse destinabili alle “stabilizzazioni”». Per l’assunzione dei due dirigenti l’ente attingerà infatti dalle risorse di bilancio riservate ai contratti a tempo determinato , in pratica dalle somme utilizzate per i cosiddetti contrattisti o precari di Palazzo Zanca.
Il sindacato richiama anche l’art. 92 dello Statuto Comunale , in virtù del quale la nomina deve essere effettuata con deliberazione di giunta e non con decreto del Sindaco; e storce il naso sull’intervento diretto di quest’ultimo nella procedura, attraverso il colloquio finale: « la Corte dei Conti-chiarisce – ha infatti precisato, oltre all’obbligo di dimostrare l’impossibilità a ricorrere a professionalità interne, che la procedura deve essere caratterizzata dalla netta separazione tra attività politica di indirizzo e funzioni gestionali».
Alla luce delle “criticità” segnalate, «il CSA chiede la revoca dell’intero procedimento e si riserva di segnalare la fattispecie agli organi competenti». (DLT)