Rimodulazione piano di riequilibrio, cifre “ballerine” su debiti fuori bilancio e spese del personale

La delibera sulla rimodulazione di riequilibrio resta in stand-by. Il Collegio dei revisori dei conti sta ancora lavorando alla relazione sulla manovra finanziaria decennale e non ha ancora consegnato il parere obbligatorio ma non vincolante sul provvedimento che attende di approdare in Consiglio comunale ed è destinato ad incidere sulla vita della città per i prossimi 9 anni.

Secondo indiscrezioni, i numeri non tornano come dovrebbero e sono emerse incongruenze soprattutto per quel che riguarda i debiti fuori bilancio e le spese del personale.

Il presidente Dario Zaccone e gli altri due revisori Giuseppe Zingales e Federico Basile stanno facendo un lavoro minuzioso, analizzando debito per debito e soffermandosi sulle economie del personale. Le cifre “ballerine” (su cui per il momento c’è il massimo riserbo in attesa di dati ufficiali) hanno indotto i tre tecnici contabili a chiedere chiarimenti ed ulteriore documentazione. Ecco perché il parere, atteso per ieri sera, non è ancora arrivato.

Stando così le cose, diventa impossibile sapere quando la delibera di rimodulazione del piano di riequilibrio, esitata dalla giunta lo scorso 22 gennaio, potrà arrivare in Aula. E a proposito della seduta di Consiglio in cui dovrà essere discusso l’importante atto, continua lo scambio epistolare tra l’Ufficio di presidenza del Consiglio Comunale ed il sindaco Renato Accorinti. Oggetto del “contendere” tra le due parti la necessità o meno di riunire i consiglieri in seduta urgente.

Secondo la presidente del Consiglio Comunale Emilia Barrile ed i suoi vice Nino Interdonato e Nicola Crisafi , superato il termine del 28 gennaio- giorno in cui sono scaduti i 30 giorni concessi dal Ministero per rispondere alle 23 criticità riscontrate nel piano di riequilibrio (vedi correlato) – il carattere d’urgenza non ha più motivo di esistere. La massima rappresentante del Civico Consesso ha anche messo nero su bianco che non convocherà il Consiglio comunale sino a quando la delibera di rimodulazione del Piano di riequilibrio non sarà corredata dal parere dei revisori dei conti. Ha quindi chiesto ad Accorinti di specificare i motivi «rilevanti ed indilazionabili dell’urgenza».

Ebbene, il primo cittadino ha risposto alla presiedente Barrile, spiegando preliminarmente che «la richiesta…di convocazione del Consiglio comunale con carattere d’urgenza non intendeva violare la procedura per l’esame da parte del Consiglio comunale di un provvedimento non corredato dai necessari pareri, ma si riferiva esclusivamente alla fase successiva a quella in cui le proposte di deliberazione sono state formate, complete del parere dei revisori dei conti».

Chiarito questo aspetto, il sindaco Accorinti è entrato nel merito della questione urgenza/non urgenza e ha chiarito: «il carattere ordinatorio (e non perentorio) imposto dal Ministero dell’Interno impone comunque una sollecita risposta per concludere in termini appropriati l’iter istruttorio affidato dalla legge al Ministero. Da ciò – scrive ancora il sindaco- discende la richiesta di esame da parte del Consiglio della proposta di deliberazione sulla rimodulazione del Piano di riequilibrio».

Accorinti ha spiegato, inoltre, che i motivi di urgenza sono riferiti anche alla necessità di soddisfare il punto 22 della richiesta istruttoria del Ministero, in cui viene chiesto conto e ragione del piano di dismissione di beni ed immobili del Comune. «L’Ente – si legge infatti nella nota firmata dal dirigente ministeriale Giancarlo Verdeè invitato a produrre la deliberazione consiliare, allegata al bilancio di previsione 2014, di approvazione del piano delle alienazioni e valorizzazioni … e a specificare lo stato della procedura di dismissione di tali beni».

Il provvedimento sulla dismissione dei beni comunali, che ha una previsione di incasso di circa 8 milioni di euro, arriverà in Aula insieme alla rimodulazione del Piano di riequilibrio.

Il parere dei revisori dovrebbe arrivare oggi, ma a questo punto il condizionale d’obbligo. Se alla fine si opterà per la seduta urgente, la convocazione del Consiglio Comunale potrà avvenire con sole 24 ore di preavviso con apposita notifica a ciascuno dei 40 consiglieri comunali.

Danila La Torre