L’annunciata presentazione della mozione di sfiducia da parte del consigliere Piero Adamo e del suo movimento politico di riferimento, “Vento dello Stretto” , dentro Palazzo Zanca non ha ha sortito alcun effetto deflagrante, come forse qualcuno si aspettava, ma ha suscitato solo tanto fastidio. Se fuori dal palazzo, infatti, il popolo degli scontenti per il modo in cui viene amministrata la città ha accolto con favore l’iniziativa di Adamo, dentro le mura del Comune le reazioni sono piuttosto freddine per quella che viene coniderata una mossa propagandistica e non una proposta costruttiva per “salvare” la città.
Il documento firmato da Adamo e dagli altri rappresentanti di “Vento dello Stretto”, che non è ancora stato trasformato in una delibera in cui apporre le restanti 15 firme necessarie per poter formalmente portare in Aula la sfiducia, non viene condiviso dai consiglieri comunali né nel merito né nel metodo.
Il capogruppo di Forza Italia, Pippo Trischitta, e la capogruppo di Ncd , Daniela Faranda, ritengono che la decisione di presentare la sfiducia doveva essere concordata con chi siede in Consiglio comunle e non annunciata, con una fuga in avanti, in una conferenza stampa . La consigliera Faranda si dice perplessa rispetto ad una battaglia che il consigliere Adamo si è intestato in totale solitudine, senza gettare le basi affinché questa iniziativa possa avere effetti concreti. « La sfiducia è alle porte pecrhé il fallimento di questa amministrazione è evidente, ma il documento andava condiviso», spiega l’esponente del Nuovo Centro Destra. Per la consigliera del Pd, Simona Contesabile, si tratta solo di uno« spot elettorale. Avrei voluto firmare la delibera annunciata da Adamo, ma non esiste ancora alcuna proposta di delibera in tal senso. C’è solo un documento politico in cui vengono elencati i motivi per cui si dovrebbe mandare a casa Accorinti. Tra questi motivi mancano gli atti finanziari, forse perché Adamo li ha votati tutti» è il commento al vetriolo dell’esponente piddina ,la quale ricorda che Adamo e Vento dello Stretto hanno fatto campagna elettorale per Accorinti.
Il capogruppo del partito democratico, Paolo David– che solo qualche settinana fa , isieme al collega Giuseppe Santalco, aveva aperto il dibattito sulla necessità di pensare ad una mozione di sfiducia nei confronti di Accorinti, dichiara che la sfiducia va fatta «con criterio e coerenza» , e non prima di avere notizie definitive sul piano di riequilibrio ed un progetto politico serio per il “dopo-Accorinti”. David ha già in testa anche l’identikit del perfetto candidato sindaco:«deve essere un professionista serio e stimato, fuori dai partiti, e con idee imprenditoriali per la città». In attesa di trovare il candidato perfetto, quindi, il sindaco Accorinti può restare in sella, salvo non arrivi la bocciatura della manovra finanziaria decennale .
La riflessione del capogruppo Pd non si discosta tanto da quella dei Democratici Riformisti, che per commentare l’iniziativa di Piero Adamo si sono affidati ad un comunicato del segretario cittadino Salvo Versaci.
« Nessuno sconto – si legge testualmente – ad una amministrazione che ha fallito sotto molti punti di vista (potrebbero portarsi innumerevoli esempi dell'incapacità amministrativa che l'ha caratterizzata) ma non vogliamo e non possiamo nasconderci dietro ad una scelta – la sfiducia – che oggi , senza aver abbozzato un progetto alternativo, avrebbe forse solo il sapore di propaganda elettorale, rischiando di pregiudicare oltremisura la Città, attraverso un salto nel buio che comporterebbe la nomina di un Commissario e l'interruzione di un percorso volto al risanamento economico». Secondo i Dr «la sfiducia invece dovrà rappresentare per noi un vero progetto di rilancio e rinascita per la nostra comunità ».
Attendista si mostra anche il capogruppo dell’Udc, Mario Rizzo, il quale afferma di non essere sorpreso dell’annunciata sfiducia, vista come «la normale conseguenza del malessere che si respira a Messina. In questo momento Accorinti è sfiduciato in città, ma noi che ricopriamo una carica pubblica dobbiamo creare le basi per la governabilità della prossima amministrazione». L’esponente centrista non esclude del tutto l’ipoetsi sfiducia, ma rimanda ogni valutazione al confronto in Aula che il Consiglio comunale è tornato a chiedere ad Accorinti dopo lo strappo del 15 settembre , seguitio dai segnali di distensione lanciati dall’assessore Sergio De Cola. Sulla proposta di sfiducia annunciata dal consigliere Adamo, ironicamente sprezzante , invece, il commento del presidente della Commissione Bilancio, Carlo Abbate, esponente dei Dr: «Sfiducia? Ma dai. I ragazzi hanno voluto provare a fare il gioco degli adulti…».
Oltre al metodo, la capogruppo del “Gruppo Misto”, Nina Lo Presti, contesta anche il merito delle argomentazioni utilizzate da Piero Adamo nel documento presentato alla stampa sabato mattina: « Le ragioni di questa sfiducia muovono da premesse ideologiche della destra di questa citta' che mai potranno coincidere con le mie. Accorinti ha una duplice responsabilità: di aver governato male scontentando tutti e di aver ridato fiato a chi non era più in partita, avviando un processo di riabilitazione di nomi e partiti che ha avvio dalla scelta politica di riequilibrare il dissesto della città, scelta che lo rende corresponsabile e che avrà come unico effetto di incollare la sua faccia ad un disastro che sicuramente non ha origine con questa amministrazione».
Il consigliere Daniele Zuccarello, invece, promette: « Quando verrà portato alla mia attenzione un atto che non sia un comunicato stampa lo sottoscriverò subito». Parlando anche a nome della collega Donatella Sindoni, aggiunge: « Io Renato Accorinti l’ ho sfiduciato da tempo, lo sfiducio ogni giorno in Aula quando a differenza di altri colleghi che hanno sempre fatto da stampella io ho votato no ad atti che fanno pagare ai cittadini l’ incapacità amministrativa di questa giunta ». Zuccarello torna, poi, a ribadire che sarebbe molto più opportuno chiedere le dimissioni del primo cittadino , in quanto «oltre a essere immediate rappresentano e certificherebbero il fallimento del sindaco e della sua giunta».
Non nasconde la sua contrarietà alla sfiducia, il consigliere comunale Carlo Cantali, che bacchetta il collega Adamo: « Anzichè chiedere scusa alla città a nome di Vento dello Stretto e di buona parte della destra messinese, che è riuscita nell'impresa di contribuire a fare eleggere un Sindaco di "ultrasinistra" ed una Giunta, al cui interno vi sono anche posizioni vetero-marxiste, propone una sfiducia altamente improbabile, considerata la sua provenienza». Secondo Cantali «l'unica strada perseguibile nell'interesse della città potrebbe scaturire soltanto da un ripensamento della composizione della Giunta, magari valutando l'apertura di un tavolo di confronto con il centrosinistra, emarginando quindi l'estremismo velleitario, che oggi si trova in parte al Governo della città».
Come si evince dalle dichiarazioni dei consiglieri comunali, la proposta di sfiducia del consigliere Adamo – annunciata ma non ancora formalizzata in una delibera- non ha raccolto consensi. La sfiducia ad Accorinti non ci sarà. Non adesso ,almeno. Non prima di avere certezze sull’esito del Piano di riequilibrio e non prima di avere un candidato sindaco ed una coalizione a supporto per poter chiuedere definitivamente l’era Accorinti.
Danila La Torre