Una sorta di “black list”, con tanto di buoni e cattivi. Un documento, definito “promemoria agli assessori” (VEDI ALLEGATO IN PDF), in cui vengono elencati i consiglieri che hanno detto sì al bilancio, quelli che hanno detto no e quelli che, invece, non hanno partecipato al voto. Documento che circola a Palazzo Zanca e che rappresenta uno dei tanti veleni successivi alla lunga maratona della votazione del bilancio, che qualche strascico l’ha lasciato, anche nei partiti, con l’Udc particolarmente in tensione. Sulla “black list” è Nino Carreri, di Risorgimento Messinese, ad intervenire, con una lettera aperta inviata al sindaco Buzzanca, in cui ha spiegato di non aver partecipato al voto e a gran parte della seduta di Consiglio «perché consapevole dell’inutilità della solita maratona condita da disdicevole teatralità». Ma soprattutto in cui ha spiegato che «mi è giunta tra le mani anche una copia del documento della votazione sulla quale erano evidenziati a penna (in maniera fin troppo palese) i “buoni” che hanno approvato il bilancio, i “cattivi” che hanno votato contro e in fondo alla pagina i “negligenti”, coloro cioè che non hanno partecipato alla votazione. Sin qui nulla di particolarmente eclatante ma la cosa che ha tenuto desta la mia attenzione è che in alto scritto a caratteri cubitali veniva riportata la frase: “Promemoria ai sig. assessori”». Da qui il pensiero di Carreri ad una nuova “lista di proscrizione”: «Una cosa stupida e di cattivo gusto. Non è certamente la lista di proscrizione che potrà convincere qualche suo assessore a non intervenire su richiesta dei cattivi o dei negligenti perché è di tutta evidenza che già viene difficile per gli stessi intervenire sulle richieste dei cosiddetti buoni. Purtroppo anche questi episodi sono da catalogare tra gli effetti nefasti del nuovo ventennio, che speriamo finisca presto, per restituire a tutto il paese un nuovo entusiasmo e nuove prospettive. Quando la politica tornerà a rispettarsi, lasciando la libertà di coscienza e rompendo i vincoli di uno squallido dare-avere probabilmente potremo tornare a sperare».
Il malcontento, come detto, regna anche in casa Udc. Il “caso Melazzo” potrebbe essere rientrato, non ci saranno le paventate dimissioni da presidente della commissione Bilancio, ma è chiaro che la spaccatura registratasi in occasione della votazione del bilancio continuerà a far discutere all’interno del partito. Ed il primo ad uscire allo scoperto è Marcello Greco, che ha tenuto in tasca, durante i lavori d’aula, gli appunti scritti per un intervento che avrebbe fatto rumore. I contenuti li esterna adesso: «Il mio concetto è semplice: o l’Udc torna realmente a “governare” questa città oppure deve avere il coraggio di lasciare la Giunta. Abbiamo quattro assessori le cui deleghe sono state di fatto “commissariate” dal sindaco e tutto questo, poi, si ripercuote sui lavori d’aula». Dentro o fuori, dunque, senza più indugi né “giochetti”.
E in questo bailamme è in fase di preparazione una mozione di sfiducia nei confronti del sindaco. A “cucinarla” è il sempre più turbolento Tanino Caliò, del Pid, che presenterà l’atto probabilmente già la prossima settimana in consiglio comunale. «I motivi? Ce ne sono tanti, – spiega Caliò – la mozione sarà molto dettagliata. Ed è aperta a tutti».