Di questi ultimi quattro anni, dal 2008 ad oggi, ricordano ogni minimo passaggio, ma soprattutto hanno ben “viva” la delusione nell’aver visto affossata, passaggio dopo passaggio, la speranza di poter finalmente indossare quella divisa e prendere servizio tra le strade della città. Loro sono i vincitori del concorso per i venti posti di agenti di polizia municipale, bandito il 28 novembre,del 2008 appunto, nell’ambito dei poteri per l’emergenza traffico inizialmente in capo al Prefetto.
Quasi 4000 le domande di partecipazione pervenute, solo, si fa per dire, 1800, coloro che sono stati ammessi alle preselezioni che si sono svolte il 28, 29 e 30 dicembre del 2009.
Da quel momento in poi il “cortocircuito”. I candidati cominciano ad attendere invano di conoscere l’esito dei test, viene fuori la notizia, mai ufficialmente confermata, di un ricorso presentato da una delle partecipanti (ma che non risulta essere stato presentato al Tar) che avrebbe bloccato la prosecuzione dell’iter concorsuale. Uno stop che, tra tira e molla, è durato per circa un anno e mezzo, fino all’incontro, anch’esso ormai risalente ad un anno fa, svoltosi il 15 febbraio nel Salone della Bandiere per chiedere la pubblicazione delle graduatorie. Lo scorso luglio, finalmente, le prove scritte, mentre il 29 e 30 novembre e il 1 dicembre gli orali. Sbaglia perché chi crede che la vicenda sia terminata qui.
Ed infatti arriviamo ad oggi, alla conferenza convocata dai venti i vincitori, e di recente riunitisi in Comitato, che chiedono di sapere per quali motivi non si proceda ancora con le assunzione. Ricordiamo, infatti, che nelle scorse settimane il Tar di Catania, dove sono stati presentanti tre ricorsi (uno dei quali peraltro neanche discusso) ha dichiarato irricevibili i ricorsi stessi per difetto di competenza. Perché dunque, chiedono, in mancanza di provvedimento sospensivo, l’amministrazione non sta procedendo alle assunzioni? Quali i problemi? Domande tanto legittime e lineari nella loro formulazione quelle poste dai quasi vigili, quanto di difficile risoluzione da parte di coloro che sono stati invitati a rispondere. Con in testa l’assessore alla mobilità, Capone. Quest’ultimo, presente anche per conto del primo cittadino, invitato, come dichiarato da una delle rappresentanti del Comitato, Anna Lonia, con ampio preavviso, ma assente per motivi istituzionali (se Palermo chiama il sindaco risponde), ha illustrato le “ragioni” dell’amministrazione.
«Il sindaco si sta impegnando per la risoluzione della vicenda più di quanto non si possa immaginare. La mancata assunzione non dipende certo da una volontà del Comune, che anzi conosce bene le carenze numeriche del Corpo, quanto da un problema giudiziario. Sebbene, infatti, – afferma Capone – il Tar di Catania si sia espresso in termini di difetto di competenza, i ricorrenti hanno 30 giorni di tempo dalla sentenza (scadenza il 25 febbraio) per presentare ricorso al Tar del Lazio. Nonostante ciò – continua l’assessore – il primo cittadino, sebbene non gli competa, ha chiesto parere all’Avvocatura di Stato per capire se nell’attesa che la vicenda si sblocchi, si possa comunque procedere con le assunzioni. A giorni dovrebbe arrivare risposta». La posizione del rappresentante di giunta, dunque, è chiara: il filo conduttore dell’intero iter non cambia, parola chiave, attendere. Peccato però che stavolta i vincitori non siano più disposti a farlo e lo hanno fatto capire chiaramente. La loro richiesta è precisa: procedere immediatamente almeno all’effettuazione delle visite mediche. I ragazzi, pur di accorciare i tempi, si dicono anche pronti ad anticipare di tasca propria i costi delle visite, così come peraltro è stato fatto dagli ex-contrattisti transitati tra le file della Municipale: «L’amministrazione – domandano – può almeno impegnarsi a concederci di iniziare autonomamente le visite o anche questo è difficile da farsi?».
Nei prossimi giorni, dunque, si attende, tanto per cambiare, che qualcosa si “smuova”. I vincitori, dopo aver superato test ed esami tutt’altro che semplici, non sono più disposti ad indugiare e, pur non avendolo esplicitamente affermato, lo hanno fatto intendere: in caso di ulteriori ritardi, sebbene sia l’ultima strada da voler percorrere, non è escluso che siano proprio loro ad indossare i panni dei “ricorrenti”, citando in giudizio il Comune di Messina. I ragazzi, insomma, non stanno più nella pelle, ma quel che è peggio non stanno ancora nel “Corpo”. (ELENA DE PASQUALE)
(FOTO STURIALE)