Economia

Pane a 3 euro al kg? A Reggio è allarme panificatori, «chiuderanno in tanti»

REGGIO CALABRIA – Migliora la situazione dei fornai reggini? In realtà, fanno sapere il presidente di Assipan-Confcommercio Nino Laurendi e gli altri del direttivo, rischia di degenerare a causa degli aumenti dei prezzi di farine, cereali e altre materie prime in generale, la duplicazione dei costi e l’inerzia dello Stato.

«Lavoriamo in perdita da mesi. Aumenti a brevissimo»

Nel corso dell’incontro tenutosi mercoledì scorso è stata condivisa la linea di restituire dignità ad un lavoro nobile ma, forse non tutti lo capiscono appieno, faticosissimo. Nel frattempo, parola di Laurendi, «il costo medio del pane alla “bocca del forno” non è inferiore a 2,60 euro. Come è possibile, vendere al banco a meno di questa cifra? Come si può lavorare per 10 ore al giorno per finire, nella migliore delle ipotesi in pareggio? Il cliente già lo capisce e, quasi, si stupisce che i prezzi di tutti i prodotti abbiano subito aumenti ed il pane no. Non è dignitoso lavorare per mesi in perdita e, se in una prima fase, sperando in un miglioramento della situazione, abbiamo resistito tenendo i prezzi di vendita invariati, adesso non ci sono più le condizioni. In attesa di altri confronti, guardandoci negli occhi siamo stati tutti d’accordo per attuare a brevissimo un aumento percentuale medio del prezzo del pane»

Assicurare qualità, ma pure la sopravvivenza

Gli oltre 40 operatori coinvolti, sia i giovani sia gli anziani, sono compatti.  Per i componenti del direttivo Nino Santoro, Rodolfo Magno, Antonio Destefano «aumentare i prezzi è una necessità, perché se è vero che il nostro obiettivo primario è proteggere il cliente, è altrettanto vero che dobbiamo assicurare la qualità del prodotto e tutelare le nostre aziende, le famiglie nostre e dei nostri dipendenti. Vogliamo chiarire che non si tratta di una speculazione ma di sopravvivenza. Di lavorare dignitosamente».

Per la farina +130%: molte attività chiuderanno

Con l’energia elettrica raddoppiata, la farina aumentata del 130%, l’olio, il burro, il lievito a rischio scarsità è conseguenziale che anche il prodotto pane segua la stessa dinamica.

«L’aumento sul quale stiamo ragionando, per il legame forte che ci lega al cliente, sarà contenuto nei limiti di sostenibilità delle nostre imprese», fa sapere Laurendi, chiedendo al contempo a tutti gli operatori «di aprirsi al confronto, di contattarci, di venirci a trovare per capire cosa succede fuori dal proprio panificio. Da soli tutto sembra più difficile, insormontabile, immutabile e non si fa altro che seguire una lunga e inesorabile scia che porterà alla chiusura delle attività, soprattutto le meno strutturate».