Sulla vicenda dei punti nascita, ed in merito alla “marcia indietro” che il direttore generale del Papardo-Piemonte sembra aver deciso di fare, la consigliera comunale del Pd Antonella Russo invita il sindaco Accorinti ad intervenire, anche per capire se e soprattutto quando Vullo farà seguire ai comunicati la revoca della delibera con la quale un mese fa ha accorpato i reparti di ostetricia dei due nosocomi.
Dopo le proteste e le polemiche infatti, il 28 agosto il direttore generale ha diffuso un comunicato nel quale spiegava che il trasferimento del punto nascita del Papardo al Piemonte è scaturito da esigenze “temporanee e dettate da contingenze di carattere eccezionale quali malattie ed assenze non previste di personale”; e che, nonostante nel decreto del 5 agosto avesse disposto il trasferimento definitivo in realtà sulla decisione finale avrebbe avviato un confronto con le parti interessate. Nel frattempo Vullo ha avuto un incontro con l’assessore regionale alla sanità Borsellino dal quale sarebbe emersa la volontà di realizzare il polo materno infantile non più al Piemonte ma al Papardo, sempre alla luce del coro di proteste che si è sollevato nel corso del mese di agosto.
“Dall’11 agosto- scrive Antonella Russo nella nota inviata al sindaco—quando sono stati accorpati i due punti nascita si è assistito ad una notevole riduzione dell’offerta sanitaria prima garantita da entrambi i presidi ospedalieri, in quanto invariati sono rimasti i posti letto già presenti al Piemonte, e ad essi non è stato aggiunto neanche un posto letto in più di quelli presenti al Papardo, con grave nocumento all’offerta sanitaria soprattutto rispetto alle donne gravide della zona nord. Proprio a causa della carenza di posti letto numerosi sono stati i trasferimenti di gravide dal Piemonte al Policlinico.. Tutto ciò pur in presenza di almeno 13 medici in servizio ogni giorno al Piemonte, di almeno 10 ostetriche, oltre al personale infermieristico, a servizio di soli 16 posti letto!”.
Il semplice accorpamento tra le due strutture infatti ha comportato il paradosso di medici e personale in sovrannumero rispetto ai posti letto con la conseguenza che gestanti della zona nord sono costrette alla fine a partorire al Policlinico, dall’altro capo della città e non con chi le ha magari seguite per nove mesi. La Russo ricorda poi che il dottor Raffone, quando l’8 luglio, evidenziò al direttore generale le criticità legate ai turni ed alle ferie di medici del Piemonte, aveva anche spiegato che le esigenze sarebbero cessate il 15 settembre, ovvero la prossima settimana e pertanto si riferiva ad un “accorpamento temporaneo di due mesi”.
A questo punto Antonella Russo, rivolgendosi al sindaco in qualità di massima Autorità sanitaria cittadina, lo invita ad attivarsi con un incontro urgente tra il direttore generale, i rappresentanti sindacali interessati e il comitato spontaneo sorto per il mantenimento del punto nascita Papardo, “affinchè Vullo revochi la delibera dirigenziale 86 del 5/8/2014, attualmente in vigore a tempo indeterminato, o, tramite nuovo provvedimento disponga la cessazione di quanto disposto nella delibera 86, e faccia riattivare il punto nascita del Papardo a decorrere dal 16 settembre come peraltro chiesto dalla stessa dirigenza medica della Struttura di Ostetricia e Ginecologia del Piemonte”.
L’esponente del Pd chiede quindi al sindaco di attivarsi per far sì che quanto finora annunciato dal direttore generale si tramuti in immediati fatti concreti, tenendo in considerazione anche il fatto che la criticità annunciata a luglio dal dottor Raffone di fatto è cessata. A mancare ormai al punto nascita Piemonte non sono i medici né gli infermieri o le ostetriche,ma i posti letto. La soluzione adottata oltre a scontentare tutti ha creato seri disagi alle gestanti ed alle famiglie.
Intanto il direttore generale del Papardo-Piemonte con una nota annuncia d’avere incontrato il dirigente del dipartimento di pianificazione strategica Salvatore Sammartano per affrontare il nodo relativo all’allocazione definitiva del punto nascita. E’ stata valutata la possibilità di dislocarlo al Papardo e proprio per questo Sammartano ha chiesto a Vullo di predisporre un piano di fattibilità relativo agli aspetti organizzativi e strutturali nonché la quantificazione dell’impatto economico. Contestualmente il dirigente regionale ha chiesto al direttore generale una “proposta di rimodulazione dell’assetto dell’ospedale Piemonte”.
Dopo le polemiche delle scorse settimane è improbabile che Vullo torni ad utilizzare termini quali “Pronto soccorso pericoloso per i pazienti” a proposito del presidio del Viale Europa o “utenti di basso ceto” ma a quanto pare il percorso per una soluzione concertata e condivisa dalle parti in causa sembra essere più vicino.
Rosaria Brancato