REGGIO CALABRIA – Un dato davvero pessimo per l’Aspromonte – e, ahinoi, per i Parchi naturali calabresi in genere – in fatto di raccolta differenziata dei rifiuti emerge dalla prima edizione dell’iniziativa di Legambiente Parchi rifiuti free.
Il Parco del Pollino infatti non supera il 57,16% di differenziata, quello della Sila è fermo al 48,98% e soprattutto l’Aspromonte non solo lambisce appena il 35% – 34,74% il risultato preciso -, ma fa purtroppo registrare un calo del 6,81% di raccolta differenziata degli scarti rispetto al 2020.
Parchi rifiuti free «si prefigge di promuovere la corretta gestione dei rifiuti nei Comuni delle aree protette, ma anche d’avviarvi, in maniera concertata, azioni di riduzione degli scarti – si legge in una nota diffusa alla stampa -. E questo attraverso la gestione virtuosa del ciclo, garantendo la tutela dell’ambiente e del territorio e qualificando l’offerta delle strutture e delle località turistiche delle aree protette».
I “Comuni ricicloni” segnalati da Legambiente sono 22 nel Parco del Pollino, 8 nel Parco della Sila e appena 3 nel perimetro del Parco nazionale dell’Aspromonte.
E peraltro il titolo di Comune rifiuti-free (spettante ai Comuni entro i limiti di un Parco che raggiungano almeno 75 chili annui per abitante di secco residuo) non spetta ad alcun Ente ricompreso nei Parchi della Sila o dell’Aspromonte e tocca solo a 11 centri ricollegabili al Parco del Pollino, soltanto sei dei quali nel Cosentino (anziché sul versante lucano).
«I Comuni delle aree protette hanno il dovere d’essere virtuosi – fa presente la presidente calabrese di Legambiente Anna Parretta – e diventare un simbolo per la regione, incrementando la raccolta differenziata per raggiungere non solo gli obiettivi minimi previsti dalla legge, ma auspicabilmente raggiungere le percentuali più alte in tutta la Calabria».