Il consueto selfie c’era stato anche per l’approvazione della delibera di proposta al Consiglio comunale sulla variante al Prg. Oltre un mese dopo, "condito" dalle polemiche sulla secretazione degli atti, la variante non è ancora arrivata al civico consesso e l’iter ha subìto un altro stop perché il Genio Civile ha revocato il suo parere positivo.
Risale esattamente ad un anno fa, era il 15 marzo del 2016, ma era condizionato ad alcune prescrizioni per verificare la compatibilità con le condizioni geomorfologiche del territorio. A luglio il Comune ha risposto ma già il 1. agosto il Genio Civile eccepiva un adempimento solo parziale. Palazzo Zanca ci riprova a dicembre ma, secondo l’ing. capo Leonardo Santoro, anche stavolta non è stato fatto quanto richiesto. Arriviamo a pochi giorni fa. Il 1. marzo il Genio Civile chiede i provvedimenti relativi alle prescrizioni impartite, il 9 marzo il dipartimento comunale riporta le note di luglio, ma solo la prima delle tre prescrizioni sarebbe stata seguita.
L’ufficio tecnico regionale ora revoca il parere positivo perché “non è stato adempiuto alla prescrizione numero 2 in quanto l’Amministrazione comunale, ad oggi, non ha disposto, di concerto con gli Enti preposti (UniMe e Protezione Civile regionale) un nuovo studio di microzonazione sismica che comprenda, tra i dati di base, le ulteriori risultanze geologiche compendiate nello studio dell'Enea e non riscontrate tra gli atti propedeutici posti alla base della redazione dell’allegato studio di microzonazione sismica di livello uno oggi a corredo della variante presentata, ma ha soltanto avviato una procedura, peraltro priva, alla luce degli atti prodotti, di alcun significativo riscontro. Così espone, pericolosamente, qualsiasi intervento di pianificazione urbanistica, ancorché riduttiva, agli imprevedibili effetti, sul costruito e sull’edificabile, di una eventuale amplificazione dell’accelerazione sismica dovuta alla particolare natura dei terreni di sottosuolo presenti nei centri abitati di Messina. Si rammenta, a tal proposito, soltanto a titolo esemplificativo, la presenza, in tutto il centro storico, di svariati metri di terreno detritico anche risalente alle macerie del sisma del 1908, poggiante sui sottostanti depositi alluvionali ricchi di limi e sabbie talvolta sovrassature. Il tutto aggraverebbe, prevedibilmente, i livelli di pericolosità sismica, anche nell’esistente tessuto edilizio, a causa di possibili amplificazioni della sollecitazione sismica e probabili fenomeni di liquefazione dei terreni, già accertati, peraltro nei terreni interessati dal Piau”.
Ma non è stato adempiuto neanche alla prescrizione numero 3 “in quanto è stata trasmessa una relazione geologica parziale limitata ai soli areali Zir e Zis e non una nuova relazione geologica da estendere agli areali del territorio comunale esterni agli 840 ettari oggetto della variante. Stante infatti che la scelta adottata dall’Amministrazione relativa all’avvìo, per il recupero ed utilizzo di tali cubature di un processo amministrativo non contestuale alla presente procedura urbanistica, volta al rilascio di nulla osta geomorfologico della variante, appare inficiare, in assenza della sopraprescrìtta relazione geologica integrativa, la validità del parere, stante l'impossibilità, ad oggi, di poter accertare, contestualmente, la conformità geologica dei terreni oggetto del trasferimento di cubatura”.
Il Genio Civile sottolinea inoltre che “non si è provveduto a trasmettere il nuovo regolamento edilizio comunale modificato rispetto a quello già esitato favorevolmente da questo Ufficio, nella stesura dell’articolo 23 bis. Sul nuovo elaborato, ove ritenuto meritevole, doveva essere apposto il visto di questo Ufficio relativamente all’espressione del parere favorevole”.
Ancora oggi, dunque, le prescrizioni sarebbero state seguite solo parzialmente. In particolare, non è stato disposto un nuovo studio di microzonazione sismica e non è stata redatta una nuova relazione geologica estesa.
Il Genio Civile, dunque, revoca il parere favorevole condizionato e, per il nuovo parere, chiede nuova relazione geologica di tutto il territorio comunale interessato dalla variante al Prg; nuovo regolamento edilizio comunale; Studi di microzonazione sismica di primo, secondo e terzo livello, comprensivi di mappe di pericolosità sismica locale e carta delle microzone omogenee in prospettiva sismica.
E’ proprio su quest’ultimo punto, in particolare, che batte Santoro: “La microzonazione sismica – scrive – è un efficace strumento messo a disposizione dalle norme vigenti per la pianificazione delle emergenze (MSI), per le attività di pianificazione urbanistica di dettaglio (MS2), fino alle azioni puntuali di progettazione esecutiva. (MS3). Il livello I, già prodotto, ma risultato insufficiente, è un livello propedeutico ai veri e propri studi di microzonazione sismica, in quanto consiste in una raccolta di dati preesistenti, elaborati per suddividere il territorio in microzone qualitativamente omogenee rispetto alle fenomenologie sopra descritte; il livello 2 introdurrà l’elemento quantitativo associato alle zone omogenee utilizzando, allo scopo, ulteriori e mirate indagini e definirà, così, la Carta di microzonazione sismica; il livello 3 restituirà una Carta di microzonazione sismica con approfondimenti su tematiche o aree particolari”.
L’obiettivo è quello di fornire “una base conoscitiva della pericolosità sismica locale delle diverse zone, consentendo di stabilire gerarchie di pericolosità utili per la programmazione di interventi di riduzione del rischio sismico, a varie scale”, attraverso “adeguate campagne di indagini geognostiche e relazioni di accompagnamento”.
Richieste anche le verifiche tecniche dei livelli di sicurezza sismica di tutte le strutture a destinazione strategica o rilevanti ai fini di eventuale collasso di proprietà comunale.
Il Genio Civile si dice disponibile a supportare l’amministrazione comunale sulle procedure da adottare. “Atti imprescindibili – conclude Santoro – alla luce della grave e perdurante crisi sismica che interessa i territori dell'Italia centrale e che ha drammaticamente confermato quanto già avvenuto in diverse crisi sismiche recenti (Umbria-Marche 1997, Molise-Etna 2002, Abruzzo 2009, Emilia 2012, etc.) a riguardo di fenomeni di amplificazione sismica di sito dovuti alla presenza di terreni la cui natura sarà da considerare, in futuro, inidonea all’edificazione in assenza di adeguati studi di microzonazione sismica ed eventuali, conseguenti, opere geotecniche di mitigazione del rischio”.
(Marco Ipsale)