Che l’atmosfera non fosse serena aveva iniziato ad avvertirlo in piena campagna elettorale. Nella tarda primavera del 2011 l’attuale sindaco di Patti, Mauro Aquino, Pdl, in quei giorni candidato alla poltrona di primo cittadino, si era accorto che tra i suoi avversari politici serpeggiava una sorta di “ansia da prestazione”, ma non avrebbe mai immaginato quel che poi le indagini avrebbero portato alla luce, un anno e mezzo dopo con l’operazione Fake, 12 provvedimenti cautelari e 156 avvisi di garanzia per brogli elettorali.
“C’è una cosa che mi preme sottolineare oggi: non bisogna generalizzare- dichiara il sindaco di Patti Mauro Aquino dopo il terremoto giudiziario che ha travolto il Pd locale in un’inchiesta sulla compravendita di voti e truffa alla Regione- ci sono responsabilità di singoli e di gruppi, ma ci sono tantissime persone che s’impegnano con dedizione alla politica e non cercano scorciatoie. In tutti i partiti”.
Durante quei giorni di campagna elettorale, nei comizi, l’allora candidato del Pdl Aquino aveva anche fatto riferimento a quel “turismo elettorale” del quale però non ne aveva compreso l’effettiva portata e che invece secondo il gruppo Pd guidato da Francesco Gullo (ex vicesindaco) sarebbe stata l’arma vincente alle comunali del 2011. L’esponente del Pd, ora ai domiciliari insieme a tre consiglieri comunali e ad altri politici nonché impiegati e funzionari a vario titolo coinvolti, faceva campagna per il nipote Luigi Gullo, consigliere provinciale (raggiunto anche lui da avviso di garanzia) e aveva deciso di “rimpinguare” il bacino elettorale attingendo ai residenti dei comuni vicini. L’indagine ha accertato che il “turismo elettorale”, ovvero il cambio di residenza a Patti per poter votare, non aveva neanche prezzi proibitivi, una bolletta della luce, una pizza, un favore all’impresa amica, e costi dai 50 ai 200 euro a voto, la promessa di un alloggio popolare. Alla fine comunque quella transumanza non bastò al Pd e vinse la compagine guidata da Mauro Aquino.
“Dobbiamo comunque aspettare le sentenze dei magistrati-spiega il sindaco- ma quel che più mi ha colpito di questa vicenda è il fatto che si è persa la sacralità del voto, del momento stesso in cui entri nell’urna per scegliere sul tuo futuro. E’ un momento così importante che non può essere svilito in questo modo. Quando stai per scegliere il tuo sindaco, il consiglio comunale, stai scegliendo il tuo futuro. E’ un momento determinate, sacro. L’abbiamo perso”.
E’ forse questo l’aspetto più inquietante della vicenda, l’aver perso, sia da parte di chi fa politica attiva che da parte degli elettori, il valore stesso della democrazia partecipata, che nasce dal contributo di tutti, ognuno per la sua parte.
“Stiamo parlando della politica con la P maiuscola, della politica bella. Ma io sono certo che non dobbiamo generalizzare- prosegue Aquino- ci sono centinaia di persone che ci credono. Mi sono insediato il 20 giugno 2011, il mio primo atto è stato nominare la giunta, il secondo decurtare le nostre indennità del 50%. Abbiamo così ottenuto 90 mila euro che sono stati utilizzati per la riqualificazione del parco giochi e per interventi al cimitero. Voi direte, piccole cose. Sì, ma importanti e peraltro neanche rivolte ad ottenere il consenso, visto che si tratta di provvedimenti presi per i bambini e i defunti…..che non votano”.
La giunta Aquino si è dimezzata l’indennità senza troppo clamore ed ora guarda senza “infierire” il sisma che ha colpito l’opposizione del Pd, un’inchiesta che, iniziata per capire gli strani movimenti alle Comunali del 2011, rischia di allargarsi a macchia d’olio. In Consiglio comunale ci saranno decisioni da prendere a proposito dei consiglieri destinatari di provvedimenti cautelari, nel frattempo sospesi dal Pd, che ha anche provveduto a commissariare il Circolo locale.
Ma c’è chi già si chiede, ad esempio, cosa sarebbe successo senza quei “trasferimenti” di residenza e fino a che punto la bilancia del voto abbia penalizzato gli altri consiglieri, quelli non eletti per una manciata di voti, quelli rimasti fuori dall’Aula per 15, 18 consensi. Nessuno saprà mai se effettivamente chi in cambio della bolletta Sky ha finto di trasferirsi a Patti, ottenendo il certificato elettorale e votando, ha poi realmente “completato” la compravendita dando il proprio consenso a chi lo aveva richiesto. In altri termini, non si saprà mai in che termini numerici ha inciso la compravendita emersa dall’operazione Fake e quali partiti o singoli esponenti abbia danneggiato. Quel che è certo è che il “turismo elettorale” denunciato nel giugno 2011 durante i comizi da Aquino ha falsato le carte di una competizione che avrebbe dovuto giocarsi su ben altri terreni.
Rosaria Brancato