MESSINA – “Ho deciso di insegnare quando, visitando un liceo artistico in Lombardia, ho visto i ragazzi all’opera. Mi sono detto, fra me e me: questa è la mia strada. Non sono più un ragazzo, ma l’amore per questo lavoro e il desiderio di tornare nella mia terra non mi hanno mai abbandonato. Voglio portare tutto ciò che ho imparato in questi anni ai ragazzi della mia Sicilia”. Così racconta il messinese Antonino Libro l’inizio del suo percorso da insegnante di discipline pittoriche. Un docente molto apprezzato per i suoi metodi nell’insegnare discipline grafiche pittoriche e Laboratorio della figurazione. Insegna a Livorno e quest’anno, insieme al collega Raffaello Gaimari, gestisce il laboratorio di scenografia per il progetto teatro “Cantiere aperto”.
Antonino Libro è laureato all’Accademia delle Belle Arti di Reggio Calabria e la sua storia è quella di un professore che ha sempre messo al primo posto i suoi studenti e la sua passione per l’arte.
Dopo la laurea, il suo percorso professionale non è stato immediatamente legato all’insegnamento. Prima ha fatto il falegname, l’operaio, il meccanico e così, dopo aver conseguito l’abilitazione, inizia ad insegnare a Cremona. Da lì la sua carriera lo porta in diverse città italiane. Nonostante le difficoltà, la passione per il suo lavoro non è mai venuta meno. “L’arte è qualcosa che devi trasmettere, non solo insegnare. Quando vedo i miei alunni raggiungere un livello alto, per me è una soddisfazione immensa. Vuol dire che sono riuscito a lasciar loro qualcosa di importante. Il mio mantra infatti è: il maestro è l’ago, l’allievo è il filo. Tu devi praticare senza tregua di Musashi Myamoto”, racconta l’insegnante.
Oggi i giovani sono sempre più vicini alla tecnologia. Ed è anche, sempre più, presente nelle scuole, persino nel campo dell’arte. Ma il suo metodo preferito resta pur sempre quello tradizionale e mostrandosi leggermente critico verso il ruolo dell’intelligenza artificiale nell’insegnamento. “Il ministero sta introducendo corsi sull’intelligenza artificiale. In Inghilterra c’è già una classe gestita interamente da un’intelligenza artificiale. Questo mi preoccupa. Come puoi trasmettere qualcosa di così umano come l’arte senza il contatto umano? L’intelligenza artificiale non può dare una pacca sulla spalla o dire a un ragazzo in difficoltà: non ti preoccupare, ce la farai. E questo è fondamentale soprattutto oggi, in un periodo così complicato per i giovani”, spiega il messinese.
E aggiunge. “Mi piace che i ragazzi imparino a disegnare su carta. Chi sa farlo, può anche passare al digitale, ma senza quella base mancherà sempre qualcosa” raccontando anche di come, nelle sue lezioni, preferisca utilizzare strumenti classici: “Io non uso il tablet per insegnare. È una scelta. Penso che il disegno manuale sia più autentico e permetta ai ragazzi di esprimersi meglio”.
L’insegnamento per lui non è solo tecnica. Spiega il messinese: “Non insegno solo a disegnare. Cerco di costruire un rapporto con i miei studenti. Li incoraggio quando hanno difficoltà, li spingo a superare i loro limiti. Alla fine, diventano quasi figli. Alcuni di questi rapporti durano nel tempo. Ho alunni che oggi sono sposati, con figli, ma continuano a chiamarmi prof. Vengono a trovarmi e mi scrivono. È una soddisfazione incredibile sapere di aver lasciato un segno nelle loro vite”.
Antonino Libro presenta da nove anni domanda per poter rientrare nella sua città, ma fino ad ora con scarsi risultati. Nonostante il suo percorso lo abbia portato in giro per l’Italia, il richiamo della Sicilia non si è mai spento. E sottolinea: “Il richiamo della mia terra è come quello di Ulisse: prima o poi vuoi tornare a casa. E per me, casa è Messina. Vorrei concludere la mia carriera lavorando nella mia città, proseguire nella mia terra sarebbe un sogno. Sono partito che ero giovane, oggi non lo sono più. Dopo tanti anni lontano, voglio chiudere il cerchio”.