La reale situazione dei conti dell’Atm continua a far discutere. Da un lato c’è chi si chiede come sia possibile che i revisori dei conti siano stati “folgorati sulla via di Damasco” riscontrando criticità che fino all’elezione di De Luca non erano emerse, dall’altro c’è chi sostiene che “la narrazione dell’era Accorinti sull’Atm” non corrispondeva a verità. Tra quanti hanno più volte evidenziato la preoccupante situazione debitoria dell’azienda c’è l’ex consigliere comunale Gino Sturniolo che oggi ritorna sull’argomento.
“Vedere alcuni sindacalisti dell’ATM cascare dal pero di fronte ai dati contabili forniti dall’amministrazione farebbe sorridere se non fosse tragico, se non fosse che questi signori dovrebbero difendere i lavoratori e la qualità di un servizio dal quale discende la tenuta della natura pubblica dell’azienda. Perché non c’è dubbio che le smanie privatizzatrici hanno sempre utilizzato l’indebitamento come ragione per portare avanti i propri progetti di liberalizzazione. D’altronde siamo stati noi, osservando lo stato di indebitamento dell’ente, ad avere definito col termine macerie quanto ci era stato consegnato dalle amministrazioni precedenti all’indomani della vittoria elettorale nel 2013. Quale altro termine bisognerebbe oggi utilizzare di fronte ai recenti dati di bilancio, laddove questi non possono destare sorpresa in quanto non fanno altro che confermare la tendenza in atto nei conti dell’azienda di trasporto pubblico locale?”
Sturniolo elenca poi i numeri: i debiti tributari ammontano a 12.602.118 di euro, poco più di quelli del 2016, ma ben tre volte quelli del 2013. I debiti nei confronti degli istituti di previdenza e sicurezza sociale sono oggi 22.602.118 euro a fronte dei 18.524.978 del 2016 e ai 5.615.978 del 2013 (questa voce di debito è, cioè, quattro volte quella ricevuta nel 2013). E se è stabile il debito nei confronti delle banche si assiste ad un incremento progressivo del debito verso i fornitori (da circa 13 milioni a 17 milioni). Complessivamente, la tendenza vede l’indebitamente crescere dai 50.607.243 del 2013, ai 66.127.440 del 2016, ai 72.124.678 di oggi.
“Certo, se uno non voleva vedere poteva farlo, ma era già tutto scritto nei bilanci. I crediti, al contrario, rimangono più o meno stabili rispetto al 2016. Erano 34.006.151 nel 2016. Sono 34.295.330 oggi. Preoccupano alcune voci, sottolineate, in parte, nel prospetto fornito ai sindacati. Riguardano, ad esempio, il credito Iva in contenzioso e il credito dalla Regione per la stabilizzazione degli LSU e valgono complessivamente circa 1.650.00 euro. Un’altra cui si fa fatica a dar credito è quella che riguarda la mancata erogazione dello Stato degli oneri derivanti dal CCNL autoferrotranvieri ex l. 58/05, l. 296/06, l. 47/04. Questo credito iscritto a bilancio oggi vale 12.216.924. Erano 6.599.000 nel 2013. Il progressivo incremento di questa posta tradisce la sua difficoltosa riscossione. Non compare, infine, nel prospetto fornito ai sindacati il Fondo rischi sui crediti, previsto per legge a copertura delle eventuali inesigibilità. Come è ovvio, questa voce riduce la copertura del credito previsto sul totale dell’indebitamento. Contro la privatizzazione dell’ATM ci si è battuti in piazza e in Consiglio Comunale. Oggi quella battaglia bisogna continuare a farla, ma perché questa abbia possibilità di successo è necessario partire da dati di verità, non sollevare cortine fumogene che, poi, fatalmente, svaniscono, lasciando all’aperto solo macerie e pronunciamenti ideologici”.