Chi abbia sfogliato “L’agenda dell’antimafia”, edita dal Centro Siciliano di Documentazione “Giuseppe Impastato”, avrà constatato con precisi riferimenti storici come quasi ogni giorno ricorra l’anniversario della morte di Caduti nella lotta contro le mafie e per la democrazia. Una lunghissima insanguinata catena che si stringe prevalentemente attorno alla Sicilia e che pure si snoda per l’Italia intera.
Nel 2012, in particolare, ricorrono anniversari dolorosissimi e importanti: i 30 anni dagli assassinii di Rosario Di Salvo e Pio La Torre (30 aprile) e di Carlo Alberto Dalla Chiesa ed Emanuela Setti Carraro (3 settembre); i 20 anni dalle stragi di Capaci (23 maggio) e di via D’Amelio (19 luglio), in cui vennero sterminati, prima, Rocco Dicillo, Giovanni Falcone, Antonino Montinaro, Francesca Morvillo e Vito Schifani e, dopo, Paolo Borsellino, Agostino Catalano, Walter Cosina, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi e Claudio Traina.
Per onorarne la memoria e per ribadire un impegno che comunque dev’essere vissuto non per ricorrenze ma nell’operosità quotidiana, anche a Messina – come in tante parti della Sicilia e del Paese – si è costituito un coordinamento tra organizzazioni sociali, studentesche, sindacali, imprenditoriali, politiche, volontaristiche e religiose, tutte con lo scopo di delineare un percorso che non si esaurisca tra le singole date.
La prima manifestazione pubblica si è tenuta il 22 maggio con una fiaccolata che, a tre giorni dall’assassinio a Brindisi di Melissa Bassi, si è articolata dalla prefettura al palazzo di giustizia; l’indomani, poi, si sono svolte le iniziative dedicate alle Vittime di Capaci. Quanti vi hanno partecipato? Non pochissimi, ma certamente assai meno di quanto potessero fare sperare la qualità e la quantità delle adesioni. E tutti gli altri messinesi dov’erano e, soprattutto, non partecipavano perché contrari o indifferenti? Non voglio rassegnarmi a rispondere affermativamente né voglio però dispensare alibi agli assenti che – come dice il vecchio adagio – in questi casi mai hanno ragione. Tuttavia le cause delle assenze, a pochi giorni dall’esplosione e dal sangue di Brindisi, vanno ricercate impietosamente. Lo faccia chi ha titolo e capacità, mentre ad altri restano amarezza e indignazione. Per parte mia voglio continuare a nutrire la speranza e la fiducia che a lottare per la democrazia e la legalità non si sia in pochi. Speranza e fiducia, in questi giorni, hanno trovato uno straordinario, impensabile corroborante nella notizia che il 6 luglio partirà da Breno, nella verde e alta Valle Camonica in provincia di Brescia, una pedalata che si articolerà per 1850 km sino a Palermo, dove si concluderà il 19 luglio in via D’Amelio, in una splendida corsa che unirà l’Italia in nome della libertà e della legalità. E’ bello, vero? Allora leggete il resto: gli atleti fanno parte della Polisportiva Disabili Valcamonica e, nella loro impresa, sono sostenuti, tra gli altri, da Libera, l’associazione promossa da don Luigi Ciotti per diffondere la normalità del bene e del coraggio, quelli veri.
Vi prego accoratamente, Lettori: visitate il loro sito http://20aruotalibera.blogspot.it/. Leggete e sentite di loro, sentite il loro inno Angeli di neve sulle note di Ciuri ciuri, sentite quelle parole: “La mafia non è un gioco per chi sa di morire / la mafia è solo merda, lacrime e dolore”. Raccontatelo a Grillo, raccontatelo a quanti più potrete e vi prego: non lasciatemi solo il 16 luglio ad accoglierli a Messina, quando passeranno da qui per fare tappa a Milazzo.
Amici Lettori, donate anche voi, come questi straordinari ciclisti, speranza e fiducia e, intanto, io ringrazio i meravigliosi Gnari della Valle. (Filippo Aldo Liparoti)