“Come direbbe qualcuno del Pd “sembra che le elezioni di Milazzo e Barcellona siano avvenute sulla luna…”. Cogliamo l’occasione, a urne chiuse, per ricordare a tutti noi che a Messina c’era una volta il Partito democratico e adesso non c’è più”. A pochi giorni dall’esito delle amministrative di Milazzo e Barcellona i consiglieri comunali Daniele Zuccarello e Donatella Sindoni alzano il tiro e mettono nel mirino il Pd dello Stretto, che esattamente come la metà degli elettori che non sono andati al voto “si è astenuto” e chiedono l’avvio del dibattito e le dimissioni del segretario provinciale Basilio Ridolfo che “non dà segni di vita da marzo e in due anni si è dimostrato inadatto al ruolo ed incapace di essere imparziale e risolvere i problemi. Ha preferito provare a rendersi invisibile, ma il detto “calati iunco che passa la china” non fa per noi”.
I due esponenti di Missione Messina sottolineano come non soltanto non ci sia stato alcun dibattito nel partito nei mesi scorsi, alla vigilia di elezioni che avrebbero rappresentato un banco di prova e un’occasione per ricostruire il Pd, né ci sia stata una riflessione successiva, ma da ben tre mesi non si hanno notizie di assemblee, congressi, nonostante a metà marzo Ridolfo avesse presentato un cronoprogramma annunciando in caso di ulteriori rinvii le sue dimissioni. Ma da allora è calato il sipario sul Pd di Messina.
“Il nostro è un partito che non c’è- proseguono Sindoni e Zuccarello- Abbiamo appreso dai giornali e dall’esito del voto che a Milazzo c’è il Pd, litiga, fa pace, si allea con i Dr e con Germanà e vince. Abbiamo appreso che c’è un Pd anche a Barcellona, dove mezzo partito ha sfiduciato la Collica e l’altra metà era contraria alla mozione di sfiducia, metà si è poi schierata con Turrisi un’altra parte con la Collica ed una parte con Munafò. Il Pd unito vince a Milazzo, quello diviso perde a Barcellona. Ma almeno questo Pd ha dato dimostrazione di essere vivo e combattivo. Nel frattempo, mentre cambia tutto a pochi chilometri da noi il “Pd di Messina è non pervenuto”.
I due consiglieri chiedono quindi l’avvio di un dibattito serio sul futuro del partito nello Stretto, si dicono pronti a scrivere al segretario regionale Raciti ed al segretario nazionale Renzi e ribadiscono la richiesta di dimissioni di Ridolfo, “ se mai riuscissimo a trovare il segretario provinciale le cui tracce si sono perse a marzo quando aveva annunciato un cronoprogramma che non si sa che fine abbia fatto. Nel frattempo, mentre a Milazzo e Barcellona il partito ha dato prova di essere in grado di affrontare le competizioni elettorali, a Messina è tutto fermo nonostante ci sia l' urgenza di ritornare ad essere presente nel territorio, al fianco dei messinesi che soffrono e che da quest’amministrazione si sentono traditi. Il Pd è ostaggio di un gruppo terrorizzato dalla possibilità di perdere il totale controllo, non abbiamo una struttura, una sede, vertici, e c’è chi ha deciso che dobbiamo restare immobili aspettando le sorti di un processo. Noi non ci stiamo a questo gioco. Il partito viene prima degli interessi personali di chiunque”.
Zuccarello e Sindoni ricordano ai colleghi ed ai vertici del partito che prima o poi si dovrà tornare alle urne e che il rischio che si corre è arrivarci senza una struttura, una sede, senza tesseramenti ma soprattutto senza un progetto politico. La nota si conclude con una frecciata nei confronti dei tre capigruppo delle liste Pd Paolo David, Francesco Pagano e Giuseppe Santalco che nei giorni scorsi avevano attaccato Zuccarello definendolo “personaggio in cerca di autore per fare carriera politica e che per avere visibilità indossa magliette e ferma i tir” ed avevano auspicato che Donatella Sindoni prendesse le distanze dal collega.
“ Infine- concludono i due per sottolineare unità di vedute ed intenti- cogliamo l’occasione per ricordare ai tre capigruppo consiliari che nessuno in questo momento può dirsi legittimato a parlare a nome del partito o ad attribuire “patenti di Pd” ad altri, men che mai chi fino a pochi anni fa è stato assessore e fondatore di Forza Italia e si è scoperto improvvisamente di sinistra durante la campagna elettorale del 2013. Invece di perdere tempo con attacchi personali inizino a guardare alle piccole e grandi ingiustizie che i messinesi subiscono ogni giorno anche a causa di un partito che si è allontanato dai suoi elettori raggiungendo una distanza siderale”.
Il Pd continua quindi ad essere lacerato da divisioni interne che, lasciate sedimentare per mesi, hanno impedito qualsiasi possibilità di ricostruzione. Il 20 marzo l’ultima assemblea, conclusasi, giusto per ricordarlo con Basilio Ridolfo che presentando il cronoprogramma che prevedeva una serie di tappe ed il congresso a giugno, tuonava: “O mi date risposte entro 10 giorni oppure mi dimetto”.
Sono passati 3 mesi ed il partito è ancora congelato insieme al segretario provinciale, perché fa comodo a tanti.
Rosaria Brancato