L’arte da sempre ha un collegamento quasi indistricabile con la religione. Pare che le prime pitture fossero inerenti a rituali e le prime sculture rappresentanti deità primordiali. Tutt’oggi le opere dedicate ai temi religiosi sono una parte importante della produzione d’arte.
Da quest’anno, l’antichissima Chiesa di San Giovanni di Malta ha le sue formelle rappresentanti la Via Crucis, ove prima c’erano soltanto i numeri indicanti le stazioni risalenti a circa settant’anni fa. Con pronta accoglienza della Rettoria, dell’Arciconfraternita di San Placido e dell’Associazione Aura, le hanno realizzate, su loro propria proposta, due giovani e brillanti esponenti dell’arte messinese odierna: Emanuele Castrianni e Veronica Torrente.
Nella mattinata di questo Venerdì Santo, dopo una relazione di padre Filippo Cucinotta, cappuccino, sulla storia della Via Crucis, le quattordici stazioni sono state benedette dal Rettore del tempio monsignor Angelo Oteri; pronte per affrontare il silenzio del pomeriggio in cui la cristianità commemora la Via Dolorosa “all’ora nona” (le tre del pomeriggio), nell’attesa d’essere inaugurate nella Quaresima del prossimo anno.
Le formelle della Via Crucis sono di terracotta trattata con particolari cere, di forma quadrilobata tipica dell’arte gotica e rinascimentale proprio per trovarsi in perfetta armonia e sintonia con l’ambiente del tempio cinquecentesco, rappresentano i quattordici momenti tra la sentenza di morte di Gesù Cristo emessa da Ponzio Pilato e la sua sepoltura poche ore dopo la crocifissione.
Meritevoli di grande elogio sono, per delle opere così fedeli ai tempi e alla tradizione, Veronica Torrente ed Emanuele Castiranni, che le formelle hanno plasmate.
Questa Pasqua sia dunque occasione per riflettere sull’importanza dell’arte, in un momento così provante quale quello in cui ci troviamo; l’arte è bellezza, e la bellezza è ciò di cui i nostri cuori hanno più che mai bisogno.