REGGIO CALABRIA – Cade oggi – 24 aprile – la Pasqua ortodossa, per il 2022: pur festeggiando sempre la Resurrezione di Gesù come per la Pasqua cattolica, non ha luogo negli stessi giorni in quanto ‘segue’ il calendario giuliano (e non quello gregoriano).
E viene dunque celebrata nella domenica che segue la prima nuova luna dall’equinozio di primavera.
Questa festività, preceduta da due domeniche di digiuno e sei settimane di Quaresima e introdotta dalla Domenica dei Salici – che ricorda molto da vicino la nostra Domenica delle Palme –, prevede giorni di preghiera e digiuno; in particolare, dal lunedì al sabato i fedeli non mangiano latte, pesce, carne né olio vegetale. Così come processioni tradizionali che culminano nella domenica di Pasqua, giorno di resurrezione e di festa.
Il Giovedì Santo, anche per i cristiani ortodossi, è il giorno in cui si commemora l’Ultima cena, ma anche il giorno in cui, a casa, vengono cotte e dipinte le tradizionali uova di Pasqua. La domenica di Pasqua, gli ortodossi le usano per la Tsougrisma, quella che viene comunemente definita “la battaglia delle uova” (ognuno impugna un uovo e picchia sulla punta l’uovo del vicino, vince chi dopo aver ‘combattuto’ con tutti gli altri avrà ancora intero il proprio uovo).
Il Venerdì Santo è invece il giorno-chiave in termini liturgici.
Inutile dire che oggi è la Pasqua ortodossa più significativa, per il pianeta, da un mucchio di tempo.
La giornata odierna è infatti comunemente Pasqua – al di là delle minoranze religiose – per gli ucraini così come per i russi. Malgrado il conflitto in corso, come evidenziano in tanti, in queste ore, sui social network anche perpetuare i riti e sfornare ugualmente dolci pasquali è «una forma di Resistenza».
Questi nella foto, ad esempio, sono i dolci realizzati nella regione di Kiev – precisamente, a Bila Tserkya – dalle figlie di una donna ucraina, Natalia, oggi sfollata in Calabria. Evocativamente, coi colori giallo e blu dell’Ucraina che affannosamente difende la propria libertà.
Peraltro, anche nel messaggio pasquale del patriarca Bartolomeo risuonano oggi dolorosi gli echi dei lutti bellici. «Abbiamo condiviso il dolore con il fedele e valoroso popolo ucraino, che porta una pesante croce, preghiamo e lottiamo per la pace e la giustizia e per quanti ne sono privi – si legge tra l’altro nel suo messaggio -. È inconcepibile per noi cristiani tacere davanti alla degradazione della dignità umana. Insieme con le vittime degli scontri armati, il “grande sconfitto” delle guerre è l’umanità, che nella sua lunga storia non è riuscita ad abolire la guerra. La guerra non solo non risolve i problemi, ma ne crea di nuovi e più complessi. Semina divisione e odio, ingrandisce il divario tra i popoli. Noi crediamo fermamente, che l’umanità può vivere senza guerre e violenza».
E allora, Khristòs voskres. Insomma, Buona Pasqua; specie per i tantissimi ortodossi oggi tormentati dai miasmi della guerra.