Pulire la spiaggia dai rifiuti è solo un piccolo ma preziosissimo segnale “consegnato” ad una zona gloriosa della città di Messina che merita di rivivere i fasti di un tempo. Stiamo parlando della zona falcata, quella Falce che ancora oggi distingue il nostro territorio nella foto satellitari e nelle cartine geografiche. Ieri, su iniziativa promossa dall’associazione “Fare Verde Onlus – Gruppo Provinciale Messina”, in collaborazione con “Zda – Zona D’Arte Zona Falcata”, “Reset!”, “Mare Vivo”, “Cea Sicilia”, “Ambiente è/e Vita”, “Il Lanternino” e “Vento Eoliano”, si è svolta la XX edizione di “Mare D’Inverno, a cui hanno partecipato circa 150 persone. I volontari hanno pulito la spiaggia effettuando la raccolta differenziata dei rifiuti, grazie anche alla collaborazione con l’Ato 3 rifiuti Messina. Un modo per vivere da vicino quello spazio fantastico, abbandonato a se stesso, e scoprire alcuni dettagli interessanti sui rifiuti. «E’ evidente il valore simbolico di questa azione – commentano Antonio Carpita ed Antonio Macauda, rispettivamente presidente provinciale e coordinatore comunale di Fare Verde -. Certamente non pretende di rendere fruibile questi luoghi ma vuole, viceversa, “lanciare un segnale” relativamente a questa parte di territorio che deve essere riqualificata nel totale rispetto dell’ambiente».
Prima dell’azione di pulizia, ragazzi e meno giovani hanno visitato, guidati dallo storico Franz Riccobono, bastione San Diego. Uno zoom di oltre due ore in quella parte che rappresenta un patrimonio articolato di edifici monumentali di straordinaria valenza, antiche fortezze e più recenti strutture, tutti abbandonati in uno spazio paesaggisticamente incomparabile per bellezza e pregnanza culturale, simbolo delle potenzialità non espresse del nostro territorio. Da lì il mare specchia la città, purtroppo quel disordinato disegno di complessi residenziali che sembrano spuntare agli occhi come fossero funghi. Sul posto i segni del cambiamento. Il simbolo è nell’ex cantiere Savena, proprio di fronte alla targa che ricorda il valoroso contributo di Gennaro Pergola e dei cinquemila fedeli combattenti che per nove mesi, nel 1861, difesero la Real Cittadella dagli assalti delle più dotate truppe garibaldine. Le mura dell’ex fortezza sono abitate da extracomunitari e ospitano antenne paraboliche arrugginite, panni stesi e perfino un camper in disuso. Dove una volta sventolava la bandiera di combattimento rivolta alla città, oggi “giace” un palazzo delle Ferrovie dello Stato tristemente vuoto.
La Zda, il network di associazioni che ha recentemente avviato una raccolta firme per la riqualificazione della “Falce”, ha proposto lo spostamento dell’autoparco della Polizia di Stato, ricadente nei pressi del bastione Santo Stefano. In quel luogo vengono raccolti tutti i mezzi provenienti da tutta la Sicilia che necessitano di interventi manutentivi o sono fuori uso. Da un incontro in programma giovedì tra sindaco, prefetto e promotori potrebbe emergere qualche novità rilevante. Anche perché le destinazioni d’uso per l’area, che è dotata di un capannone e di un ampio spazio parcheggi, sono diverse. Ma la Zona D’Arte propone un recupero capillare della superficie e dei palazzi “silenziosi”. Tra le idee lanciate anche la smilitarizzazione di una parte dell’area militare, depotenziata a seguito dello spostamento di una parte degli uffici ad Augusta. «La zona falcata attende la giusta valorizzazione che coinciderà con la restituzione ai messinesi di questo meraviglioso spazio urbano – commenta Piero Adamo, presidente di Zda -. La costruzione dell’inceneritore comunale, il campo nomadi, l’impianto di degassifica, sono i segnali più evidenti di un degrado capillare che ha coinvolto ogni metro del luogo del Mito, motore vero della fortuna di Messina per secoli». I componenti del network ritengono che con l’impegno civile e il supporto dell’associazionismo culturale sarà possibile far partire definitivamente la bonifica dell’intera Falce, da via Don Blasco alla Torre S. Anna, passando per la cinquecentesca lanterna, l’affascinante Istituto Talassografico fino al castello San Salvatore. «Le nostre idee non credo siano geniali, ma mirano solo a promuovere progetti che in altre città hanno funzionato – conclude Adamo -. Il nostro ragionamento vale per la Real Cittadella ma può essere allargato ad altre zone della città».