Porto di Tremestieri, nuova via don Blasco, svincolo di Giostra, depuratore di Tono, nuovo Museo, la Badiazza. L’elenco potrebbe ancora continuare ma basta fermarsi a ragionare un attimo su queste opere per capire come il volto di Messina potrebbe cambiare in meglio. Una lunga storia per ognuna di esse, tra enormi fatiche per arrivare all’inizio dei lavori e, quando avviene, altre fatiche per portarli a conclusione. Storie diverse ma simili per certi aspetti e il risultato è che per la città è una continua attesa.
Se i percorsi procedono a rilento durante l’anno, figurarsi nel mese di agosto. Tutto fermo, prima di ricominciare il “balletto” delle riunioni propedeutiche ai lavori o dei lavori stessi. Era tutto previsto per il porto di Tremestieri, forse l’opera principe tra tutte. L’ultimo dei tanti incontri romani risale allo scorso 4 agosto. Due i nodi da sciogliere: la conferma dei finanziamenti da parte del Ministero e della Regione, in aggiunta a quelli già decretati dall’Autorità Portuale, e l’attribuzione dei poteri speciali. Le due cose vanno di pari passo perché, ad esempio, la Regione ha intenzione di fornire le somme solo nel momento in cui sarà chiaro chi gestirà l’appalto. La strada sembra spianata su entrambi i fronti, visto che sono arrivate ampie rassicurazioni, ma fin quando non seguiranno atti ufficiali permarrà l’impasse.
Impasse che permane anche per la nuova via don Blasco. Si è perso più di un anno per la validazione del vecchio progetto ma poi, almeno di recente, i tempi sono stati rispettati ed il piano ha ottenuto il via libera definitivo lo scorso 30 giugno. Il Comune lo ha subito inviato alla Regione, per ottenere il decreto di finanziamento. 15 giorni i tempi previsti dal progettista, l’ing. Antonio Rizzo. Una previsione sin troppo ottimistica, che non considerava i soliti tempi “estivi”. E difatti l’assessore Sergio De Cola ci era andato molto più cauto: “Non possiamo dare tempi perché dipendono dalla Regione e non da noi – aveva detto –“. Una volta ottenuto il decreto, l’Urega avrà tra 45 e 52 giorni per preparare la gara d’appalto.
Da due opere per le quali si attende con ansia l’avvio dei lavori, ad una i cui lavori sono iniziati nel 1997, la bellezza di 18 anni fa, e conclusi a metà il 15 maggio 2013. A distanza di oltre due anni e tre mesi, non si è mossa foglia per il completamento dell’altra metà dello svincolo di Giostra. E’ servita una nuova gara d’appalto, nell’ambito della riqualificazione del viadotto Ritiro, aggiudicata nel mese di dicembre dello scorso anno prima che arrivasse il solito ricorso. Respinto dal Tar lo scorso 27 marzo, l’impresa seconda classificata si è poi rivolta al Cga che ha dapprima fissato l’udienza al 27 maggio, per poi rinviarla al 10 luglio. Ma anche in questo caso non è stata scritta la parola fine perché l’udienza di merito è stata fissata al prossimo 23 settembre. In caso di definitivo rigetto del ricorso, i lavori potrebbero iniziare già in ottobre. Ma se il ricorso dovesse essere accolto o se dovesse esserci un altro rinvio…
Altra opera di importanza fondamentale, per la zona nord della città, è il nuovo depuratore di Tono, finanziato con 40 milioni tramite la delibera Cipe numero 60 del 30 aprile 2012. L’accordo di programma quadro fu firmato nel febbraio 2013. Il 30 settembre 2013 il Comune dava alla Regione la disponibilità a contrattualizzare gli aggiudicatari della gara per la progettazione definitiva, restando in attesa della prima parte del finanziamento, poco più di un milione. Da quel momento, tanti solleciti e nessuna risposta. Il decreto di finanziamento dovrebbe arrivare a giorni – ci dice ora l’assessore De Cola -, con la speranza che questa sia la volta buona.
Vanno verso il termine, invece, due opere che potrebbero rilanciare Messina dal punto di vista culturale e, di conseguenza, turistico: il nuovo Museo e la riqualificazione dell’area intorno alla Badiazza. Il Museo è un’opera attesa da trent’anni. I primi lavori si conclusero nel 1994, ma presto ci si accorse che c’era ancora qualcosa che non andava. Una lunghissima serie di peripezie fino all’aggiudicazione dell’ultimo appalto, nell’ottobre 2012, all’impresa Coesi di Gangi. I lavori iniziarono un anno dopo e adesso la conclusione è prevista a fine settembre, con possibile apertura ad ottobre. Nel tempo, le previsioni sono sempre state smentite, stavolta sembra proprio quella giusta.
La storia della riqualificazione ambientale dell’area intorno al torrente Badiazza è invece più recente. I lavori iniziarono “appena”, si fa per dire, nel 2008 e dovevano essere conclusi in tre anni. Di anni ne sono trascorsi sette ma la fine non è ancora arrivata pur se si è giunti alle ultime battute. Posato il macadam nei pressi della storica chiesa-fortezza, è ora in corso la distesa dell’asfalto nella parte più a valle. In fase di ultimazione anche i marciapiedi nei tratti in cui il torrente è coperto. La conclusione è vicina ma meglio non azzardare tempi precisi.
Ci sono poi quelle opere “maledette” che si trascinano per anni senza che nulla cambi. Ad esempio, nel giugno 2012 arrivò un finanziamento da 1 milione e 50mila euro, nell’ambito del programma Pisu – Pist (Piani di Sviluppo Urbano e Territoriale) attuativo del piano strategico 2020, per rendere finalmente fruibile la foresta di Camaro. Nell’ottobre 2013 l’ok al progetto da parte dell’Ispettorato Foreste; poi, nel febbraio di quest’anno, la presa d’atto del progetto esecutivo da parte del Comune, che ha chiesto i fondi alla Regione senza mai ottenere notizie. E nessuna notizia arriva neanche per il completamento del parcheggio della Stazione Centrale, i cui lavori sono iniziati nel maggio 2006 e interrotti nel maggio 2012, a causa del fallimento di una delle affidatarie. La transazione, con la sostituzione della ditta, si è conclusa a novembre 2014. A giugno la promessa del riavvio immediato, poi più nulla. E che dire di Parco Aldo Moro? L’accordo con l’Ingv era stato raggiunto un anno fa, in attesa della firma definitiva. Ma la firma non è mai arrivata e a dicembre le carte in tavola sono cambiate perché l’Istituto ha nuovamente rivendicato un presunto diritto di proprietà, da sempre rigettato dal Comune. Dopo lo scontro, entrambe le parti espressero la volontà di riprendere il dialogo. L’unica cosa che è ripresa, invece, è il silenzio. Silenzio calato anche su un’altra serie di beni della città: da sempre solo parole sull’ex ospedale Margherita, che resta abbandonato; e quando sarà possibile visitare quotidianamente, e non solo in caso di eventi eccezionali, la cripta del Duomo?; a che punto è il progetto della via del Mare dalla zona falcata a Tremestieri?; possibile che nel 2015 non si pensi all’illuminazione di un’importantissima arteria cittadina come la Strada Panoramica dello Stretto? Tutte domande che attendono risposte ma, soprattutto, fatti concreti.
(Marco Ipsale)