Un passaggio che sembrava ovvio ma che invece rappresentava un ostacolo verso l’avvio dei lavori di ampliamento del porto di Tremestieri. Anzi, lo rappresenta ancora fin quando non verrà messo nero su bianco. Le aree portuali di Messina (rada San Francesco, porto storico e Tremestieri) sono di competenza dell’Autorità Portuale. Non lo è ancora, invece, l’area più a sud di Tremestieri, quella dove verranno realizzate le nuove invasature.
Un passaggio ovvio, dicevamo, perché è impensabile che il porto “vecchio” possa essere gestito dall’Autorità Portuale e quello “nuovo” dalla Regione, visto che, al termine dei lavori, sarà un unico grande porto. Ecco perché un anno fa l’Authority ha chiesto l’allargamento della propria circoscrizione ma il via libera non è ancora arrivato. Nello scorso ottobre l’assessorato regionale al Territorio e Ambiente aveva rilasciato un parere favorevole subordinato ad alcune condizioni difficili da soddisfare.
Era il tema al centro di un incontro che si è tenuto a Roma, nella sede del Ministero delle Infrastrutture, al quale hanno preso parte il direttore generale del Ministero, Enrico Pujia, il dirigente dell’assessorato regionale al Territorio e Ambiente, Felice Ajello, il sindaco Renato Accorinti, l’assessore ai Lavori Pubblici, Sergio De Cola, il comandante della Capitaneria di Porto, Antonino Samiani, e, in rappresentanza dell’Autorità Portuale, il presidente Antonino De Simone, il dirigente Ettore Gentile e il segretario Francesco Di Sarcina.
L’argomento era stato solo accennato venti giorni fa, nel corso di un’altra riunione a Roma alla quale, però, mancava l’interlocutore principale, vale a dire l’assessorato regionale al Territorio e Ambiente.
A questo punto, la strada verso l’avvio dei lavori sembra spianata. Non vuol dire che manca poco perché le soluzioni trovate andranno messe in pratica, ma che tutti gli ostacoli potrebbero essere stati superati. E’ un discorso che vale anche per la conferma dei finanziamenti, con gli impegni assunti da Regione e Ministero non ancora ufficializzati. “Il quadro economico – spiega Di Sarcina – prevede una spesa di circa 72 milioni. In questo momento abbiamo la certezza, sempre relativa perché servono i decreti, di una cifra compresa tra i 62 e i 63 milioni di euro”. Si tratta dei 15 milioni garantiti dalla stessa Authority, dei 18 previsti dalla Regione e dei 29 o 30 milioni che metterà il Ministero dopo aver estinto il mutuo in scadenza al prossimo dicembre con la banca belga Dexia. In realtà i milioni di quel mutuo sono 35, ma una cifra compresa tra 5 e 6 milioni di euro è andata in perenzione (accade quando i residui passivi non vengono pagati entro un certo tempo). Originariamente c’erano poi anche i 10 milioni in capo al Provveditorato Opere Pubbliche, che sembrano essere venuti meno ma che si spera ancora di recuperare. Così se, in una visione molto ottimistica, arrivassero sia i fondi in perenzione sia quelli del Provveditorato, si arriverebbe persino a superare la cifra necessaria.
“Se invece non si dovessero recuperare entrambi, mancherebbero 9 o 10 milioni – riprende il segretario dell’Autorità Portuale –. E’ probabile, però, che si riescano a recuperare almeno parte delle due fonti o forse tutte le somme in perenzione e non quelle del Provveditorato o ancora viceversa. Dobbiamo fare ogni tentativo possibile per avere fino all’ultimo euro di quelli inizialmente previsti. Se poi, invece, dovessero mancare 5 oppure 7 oppure 10 milioni di euro, non fermeremo l’appalto e interverremo noi. Ma dobbiamo avere la certezza per iscritto che quei fondi non ci sono più e non possono essere recuperati. Insomma, prima di avanzare qualunque proposta di integrazione in Comitato Portuale, che comunque siamo certi non si tirerà indietro all’occorrenza, vogliamo chiarezza sul quadro economico perché finora abbiamo sì ricevuto una serie di indicazioni precise che ci possono lasciare ragionevolmente tranquilli e ottimisti, ma servono i decreti e fin quando non ci saranno non possiamo dire di essere certi dei finanziamenti. Anche stavolta sia la Regione sia il Ministero hanno manifestato ampia disponibilità a mantenere quanto previsto ma non c’è ancora nulla di ufficiale”.
La strada da seguire con il Ministero per recuperare le somme del mutuo con la banca Dexia è quella già percorsa per una vicenda simile con l’Autorità Portuale di Catania, vale a dire l’approvazione delle somme direttamente in contabilità speciale, in questo caso al Comune di Messina. Il Ministero perfezionerà gli atti, farà un nuovo decreto e trasferirà i fondi.
Una volta ottenuta l’ufficialità dei finanziamenti e dell’affidamento delle competenze portuali all’Authority, l’ultimo step è la concessione dei poteri speciali per velocizzare l’iter progettuale, al momento di livello definitivo ma ancora da validare e approvare.
(Marco Ipsale)