Eredità Marino, cadono in appello le accuse anche per gli imputati calabresi

Si sgonfia anche il terzo processo legato all'eredità del costruttore Antonino Marino, al centro di un vorticoso giro di prestiti e battaglie a colpi di denuncia che ha coinvolto molti professionisti noti della città.

La Corte d'Appello di Messina ha messo la pietra tombale sul processo che riguardava nomi calabresi coinvolti, condannati in primo grado. Si tratta di Emma Dora D'Agostino, oggi 76 anni, in passato conosciuta col nome d'arte di "Maga Esmeralda", il messinese Dino Oteri, capitano in servizio sui traghetti per le isole, Aurora Spanò (70), Amedeo Giuseppe Crisafulli(50), Giuseppe Scardinaro (54) e il sessantaseienne Giuseppe Bellocco, ritenuto elemento di spicco della omonima 'ndrina di Rosarno. I giudici d'appello hanno dichiarato prescritto uno dei capi d'accusa e riqualificato quella più pesante di tentata estorsione nei confronti di Biagia Marino, nel reato ben meno grave di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, dichiarando poi il non doversi procedere per difetto di querela. Assolta perché il fatto non sussiste Emma D'Agostino.

Biagia Marino era la segretaria dell'omonimo costruttore, uno dei più attivi e ricchi, un uomo che aveva messo in piedi un impero, tra gli anni 60' e gli '80. Alla morte del costruttore, la segretaria si indebitò in maniera esponenziale e alimentò, attraverso gli immobili ereditati, un amplissimo movimento di assegni, fino a quando non si affidò alla Procura, denunciando per usura una lunga serie di personaggi eccellenti messinesi e anche pregiudicati d'oltre Stretto. Quasi tutti i processi nati dalle sue denunce sono terminati con le assoluzioni degli imputati.

Nel caso del "processo Bellocco", in primo grado erano state decise pesanti condanne. A distanza di cinque anni da quel verdetto i giudici d'appello hanno ribaltato il verdetto. La condanna a 6 anni di Oteri gli funestò la campagna elettorale per le regionali, nel 2012, facendo scoppiare "il caso". Oggi è stato sostanzialmente scagionato.

Hanno difeso gli avvocati Salvatore Papa, Enrico Ricevuto, Antonio Strangi.

Alessandra Serio