Dottor Jekyll e mister Hyde: a distanza di meno di due ore dalle dimissioni dell’assessore Eller (e delle frecciate a proposito di deriva barricadiera e piazzaiola), l’amministrazione Accorinti ha diramato una nuova nota sulla sfiducia che sembra scritta da altre persone rispetto a quanti, sindaco in testa, nei giorni scorsi hanno parlato di golpe e pioggia di soldi che fanno gola a tutti.
In poche ore la giunta è passata dai toni della piazza di sabato e delle lettere di Accorinti e delle missive di solidarietà giunte da più parti al calumet della pace.
La nota è indirizzata ai Consiglieri comunali con toni diametralmente opposti a quelli degli ultimi giorni: “Dobbiamo lavorare insieme per Messina e proseguire il percorso di stabilità intrapreso, vigilare sull’arrivo dei finanziamenti ottenuti, definire le importanti transazioni finanziarie a favore del Comune, completare il riassetto dei servizi sociali, salvaguardare l’avvio del Masterplan e del Pon Metro. Le motivazioni contenute nella mozione di sfiducia sono in gran parte superate e interrompere il cammino degli atti amministrativi in corso può far retrocedere la città, mettendo a rischio il percorso di risanamento così faticosamente costruito in questi anni da Amministrazione e Consiglio”.
Per la prima volta l’amministrazione dà atto di non “aver fatto tutto da sola”, dal Masterplan al Riequilibrio ma solo grazie a quella parte di Aula che, nonostante provvedimenti arrivati all’ultimo minuto, modificati più volte, ha consentito, con il voto, di poter procedere nel cammino intrapreso.
“Chiediamo a tutti di partecipare con coscienza e visione per il bene della città. Nei difficili momenti che a volte hanno caratterizzato questa sindacatura, in cui si sono dovute prendere decisioni importanti nell’interesse della collettività, indipendentemente da schieramenti, appartenenze e dall’esito stesso delle votazioni, una parte del Consiglio ha responsabilmente garantito il democratico svolgimento dei lavori. Lanciamo alla città e all’intero Consiglio una proposta affinché la città possa attivare i finanziamenti, progettare un nuovo sistema di welfare, rafforzare il riequilibrio finanziario, migliorare l’assetto delle partecipate, potersi inserire tra le città che hanno un trasporto pubblico degno di questo nome. Sospendere oggi l’azione amministrativa equivale a consegnare la Città ad un commissario che non potrebbe seguire le molteplici attività in corso ponendo a serio rischio molte delicate operazioni: dalle importanti transazioni per il riequilibrio finanziario alla gestione della liquidazione di Messinambiente, dalla nascita della nuova società per i rifiuti al delicato avvio della gestione del Masterplan (col conseguente rischio di perdere parte dei fondi). Il blocco di queste azioni sarebbe gravissimo perché porrebbe a repentaglio, si ripete, il faticoso percorso condotto fino a questo momento per il progresso di Messina. Tra l’altro il commissariamento colpirebbe anche la Città Metropolitana nella fase della sua istituzionalizzazione”.
L’idea dell’amministrazione è quindi quella di un patto di fine mandato, un armistizio su alcuni punti programmatici dal Masterplan alla programmazione urbanistica, ai servizi sociali, alla gestione dei rifiuti : “Chiediamo a tutti di collaborare per garantire la costruzione di un orizzonte di sviluppo e rilancio per la città di Messina”.
Il cambio di rotta dell’amministrazione arriva poche ore dopo l’addio più pesante, quello di un assessore che in pochi mesi ha ribaltato la disastrosa gestione dei bilanci e ha rimesso in riga i tempi degli strumenti contabili. Parole durissime quelle dell’ex “badante” che rispecchiano anche un clima che si respira fuori dal Palazzo.
Toccherà adesso ai Consiglieri rispondere all’invito, con lo stesso di responsabilità che hanno avuto in questi anni. Purchè questo appello alla partecipazione non duri lo spazio di un mattino e purchè la giunta comprenda che chiudersi dentro un Palazzo non ha giovato a nessuno.
Rosaria Brancato