Preoccupano le colline, spaventano i torrenti.. Sul “caso” ordinanza il Pd censura il governo

Le immagini di morte e distruzione che in questi giorni stanno “tagliando” gli schermi delle tv, da Genova allo Spezzino, passando per l’isola d’Elba e la Campania, sono ancora più dolorose da sopportare perché chi nel cuore porta un dolore che a tale vista si rinnova con prepotenza. E’ il caso di Messina, dei villaggi della zona sud, di quell’ordinanza che tiene “imbrigliati” i 160 milioni di euro necessari per riavviare i lavori nelle aree investite dal fango. Sull’argomento è stato presentato dal Pd un ordine del giorno, da sottoporre all’attenzione del civico consesso, in cui si “censura” l’atteggiamento del governo nazionale e si chiede all’amministrazione un intervento decisivo e risolutore. Sempre a questo proposito si sottolinea però l’intervento dell’assessore Scoglio (durante il consiglio straordinario di ieri, ndr) che, proprio sul fronte ordinanza-scandalo, ha duramente chiamato in causa la Regione: «Nel caso delle Regioni a Statuto Speciale, per sbloccare i fondi che sono stati stanziati lo scorso 28 ottobre con decreto del Ministero dello Sviluppo Economico, è necessario che sia il governo regionale ad avanzare la proposta di deroga per usufruire di tali somme, non c’è un “accesso” immediato. La Regione non si è immediatamente attivata perché utilizzando queste risorse non vuole correre il rischio di sforare il patto di stabilità. E’ giusto dire le cose come sono, prima di guardare in alto meglio soffermarsi dalle nostre parti».

Polemiche politiche a parte, non rimane che pensare ai fatti e in città, come spiegato anche ieri durante la puntata della trasmissione di Rai Tre, “Presa diretta”, sono tanti i fronti di estrema criticità, sia per il dissesto dei versanti collinari che nel caso dei torrenti: da Mili, a Galati, a Pezzolo (dell’ultimo caso oggi si discuterà oggi in commissione a Palazzo dei Leoni), le emergenze del territorio si moltiplicano e sempre più preoccupano.

In città qualcosa si muove nel caso della strada di collegamento Camaro-Bordonaro. Dopo l’esposto presentato alla Procura dal consigliere della III circoscrizione Libero Gioveni, sono state già avviate le prime indagini preliminari e gli interrogatori: «Ieri pomeriggio, infatti, su esplicito mandato della Procura, lo stesso Gioveni è stato convocato dai Carabinieri della stazione di Camaro per essere ascoltato come denunciante e persona informata sui fatti. Il rappresentante di quartiere trattenutosi per più di due ore ha confermato in ogni sua parte, attraverso una lunga deposizione, i contenuti della sua denuncia, producendo ai militari copia integrale del verbale della conferenza dei servizi del 10 giugno 2010 nel corso della quale i rappresentanti degli enti interessati (l’assessore alle Manutenzioni Isgrò per il Comune e l’ing. Celi per la Provincia Regionale che in quell’occasione aveva delegato lo stesso Isgrò a rappresentarlo) si erano impegnati in prima persona per risolvere l’annosa problematica.

Gioveni, inoltre, ha prodotto ai carabinieri anche copia della missiva inoltrata dal Consiglio Circoscrizionale il 2 agosto scorso al prefetto Alecci con la quale, visto il protrarsi dell’immobilismo istituzionale sulla vicenda, si era chiesto al rappresentante del Governo di interloquire con tutti gli organi preposti al fine di sensibilizzare gli stessi all’avvio dei necessari interventi di messa in sicurezza dell’importante arteria, ma senza ottenere anche in questo caso il giusto riscontro. Consegnate anche alcune fotografie scattate da un residente che immortalano invece il potenziale pericolo che grava nel tratto di strada lato Camaro dove manca del tutto un muretto di protezione. Nei prossimi giorni proseguiranno gli interrogatori.

Un immobilismo che crea preoccupazione, anche alla luce delle recenti notizie riguardati l’impossibilità di utilizzare i fondi stanziati con ordinanza, viene espressa dai consiglieri Cardile (III circ.), Barbalace e Caprì sull’abitato di Cumia. Poco o nulla è stato ancora fatto, denunciano i rappresentanti politici, per la sistemazione dell’unica via di fuga (la Via Comunale) e la situazione del torrente, che attraversa per intero l’abitato di Cumia Inferiore, è quanto mai allarmante. I consiglieri, rivolgendosi all’amministrazione e al competente dipartimento (urbanizzazioni primarie e secondari), chiedono quando e in che modo verranno utilizzati i 3 milioni di euro a suo tempo stanziati per mettere in sicurezza la Via Comunale, specie nel tratto tra Cumia Inferiore e Cumia Superiore, dove ormai si transita a stento; se tale stanziamento è ancora disponibile e fruibile. La condizione della zona, infatti, soprattutto a seguito dell’alluvione del 1.marzo si è trasformata in una vera e propria bomba pronta ad esplodere.

Ma a rischio “esplosione” non sono solo i versanti collinari. Sono infatti soprattutto i corsi d’acqua, che attraversano la città in lungo e in largo, e creare enorme preoccupazione. Sebbene, infatti, non si tratti di veri e propri fiumi, in caso di precipitazioni di eccezionale portate i torrenti rischiano di danneggiare, e non poco, il territorio. Pià che evidenti, a tal proposito, le immagini inviateci da un abitanti della zona sud, che fotografano la condizione si vede chiaramente lo stato di abbandono e la quasi completa otturazione del letto del torrente Guidara,. “E’ facile immaginare – scrive il lettore – che basta poco affinche’ le principali arterie viarie stradali possano essere interrotte dal fango. E’ una cosa a dir poco scandalosa che ci siano ancora cose del genere in un periodo dell’anno in cui l’allerta meteo e’ quasi ogni giorno e su tutte le pagine di giornale sono riportate le immagini delle tragedie accadute in Liguria”.

Va tuttavia sottolineato che, proprio sul fronte della pulizia dei torrenti, stanno proseguendo (anche questa mattina), gli interventi per l’eliminazione di detriti presenti lungo il letto dei corsi d’acqua. Dopo quelli Bordonaro, eseguiti dal personale comunale del movimento terra secondo il cronoprogramma definito dall’assessore alle manutenzioni, Pippo Isgrò, si è lavorato nel torrentello Cacciola, affluente del S. Stefano per rendere libero il decorso delle acque e a breve si procederà proprio sul Guidara. (ELENA DE PASQUALE)