MESSINA – Si sono vissuti minuti ad alta tensione alla guardia medica della cittadella sanitaria Mandalari, sul viale Giostra. Un paziente schizofrenico ha devastato un ambulatorio, mandando all’aria tavoli, sedie e scaffali.
Una dottoressa si è ritrovata sola a fronteggiare la situazione, fin quando non sono rientrati alcuni colleghi da un altro intervento. Poi sono arrivati anche i carabinieri e l’uomo è stato trasportato all’ospedale Papardo. E’ stato denunciato sia dal medico aggredito sia dall’Asp, per danneggiamento.
Alla fine non ci sono stati feriti ma tanta paura. “Così non si può andare avanti – dice il vicesegretario dello Snami, Nino Grillo -. Ci si ritrova da soli nella notte e possono capitare casi del genere. La videosorveglianza serve per vedere dopo cos’è successo ma, sul momento, è inutile. Avevamo invece richiesto dei sistemi di allarme ma non siamo stati ascoltati”.
L’Azienda Sanitaria Provinciale, oltre alla realizzazione dei lavori già previsti per la messa in sicurezza dei Presidi, sta valutando ulteriori iniziative che possano garantire al meglio la sicurezza sui luoghi di lavoro.
Il commissario Paolo La Paglia ed il presidente dell’Ordine dei Medici di Messina, Giacomo Caudo, in mattinata hanno avuto modo di sentire la collega, sincerandosi delle sue condizioni di salute, esprimendo la solidarietà per l’accaduto e comunicando che saranno presenti in tutte le sedi presso le quali sarà necessario rappresentare la tutela del lavoratore.
“I medici si sentono lasciati soli – dice Caudo – e sono sempre più scoraggiati e impauriti, specialmente i camici rosa. E’ necessario rendere concrete tutte le azioni e strategie, sia a livello nazionale che locale, che già il nostro Ordine, in stretta collaborazione con l’Asp di Messina, intende individuare per tutelare la classe medica, specie chi è dedito al pronto intervento, al soccorso e comunque al rapporto diretto con pazienti sconosciuti, possibili aggressori. Inoltre, come già fatto per altri casi, l’Ordine si costituirà parte civile se necessario per difendere la collega vittima di violenza”.
Sulla stessa linea il segretario della Fimmg, Stefano Leonardi: “Episodi simili sono ormai all’ordine del giorno in tutte le strutture sanitarie, in guardia medica il problema è anche aggravato dall’estrema solitudine in cui è costretto ad operare il medico. I sanitari sono ormai in preda ad uno stato di rassegnazione ritenendo le aggressioni, verbali o fisiche, come un fatto inevitabile e abituale. Non sono sufficienti l’aggravamento di pena, le circostanze aggravanti o l’Osservatorio nazionale sulla sicurezza di tutto il personale della Sanità istituito presso il Ministero della Salute. Occorre una sinergia istituzionale per mettere in sicurezza tutti i Presidi di guardia medica, dotandoli di tutti gli strumenti idonei a prevenire ma, insistiamo da tempo, occorre prioritariamente il riconoscimento dello status di ‘’pubblico ufficiale nell’esercizio delle funzioni’’ con la procedibilità d’ufficio nei confronti dell’aggressore e la certezza della pena. Si avrebbe, finalmente, la netta percezione che lo Stato riconosce il medico come suo servitore e che nel momento dell’esercizio delle sue funzioni è a garanzia della popolazione”.
Pippo Calapai, segretario generale della Uil-Fpl di Messina, e Mario Macrì, responsabile Area medica, chiedono “come fatto per il Pronto soccorso del Sirina di Taormina, l’installazione di sistemi di controllo e sicurezza e la presenza permanente di guardie giurate nei presidi sanitari della provincia”.