Politica

Pd contro Croce: “Il 94% delle assenze, è chiaro che c’è un problema”

MESSINA – “Attivazione della procedura di contestazione della decadenza per assenze ingiustificate del consigliere comunale Maurizio Croce, ex articolo 41 c.6, del Regolamento del Consiglio Comunale del Comune di Messina”.

Felice Calabrò e Antonella Russo, consiglieri comunali del Pd, hanno illustrato in conferenza stampa una nuova proposta di delibera, mentre il civico consesso tratterà la questione già martedì prossimo, 13 febbraio.

Calabrò: “Un consigliere presente 9 volte su 155 non assolve al ruolo”

“La posizione del consigliere Croce è strana – dice Calabrò -. Intanto è stato eletto non perché votato dalla cittadinanza ma per il suo ruolo da miglior perdente tra i candidati sindaci, in virtù di una legge scellerata che attribuisce al miglior perdente il ruolo di capo dell’opposizione. Croce è stato eletto per questa regola ma non può assolvere al ruolo di consigliere perché impegnato nell’altro ruolo di soggetto attuatore. I consiglieri devono essere però presenti. Se un consigliere è presente soltanto 9 volte su 155 sedute di Consiglio comunale secondo voi assolve al ruolo di consigliere? Secondo noi no. Nel corso di questi mesi abbiamo avuto diversi pareri sul tema: l’Anac ci ha detto che ha archiviato il caso sulla pseudo-incompatibilità, sostenendo che non è incompatibile ma sostenendo anche che il ruolo di soggetto attuatore è nazionale. Il 13 febbraio si tratterà la delibera in Consiglio comunale, rinviato originariamente per avere il parere dell’avvocatura. Parere chiesto il 17 maggio del 2023 dallo stesso consigliere Croce, sul ruolo di soggetto attuatore precedente, ricevuto prima delle elezioni e per le quali si dimette”.

E ancora: “Il problema del soggetto attuatore è questo, che dovrebbe scegliere da cosa dimettersi in dieci giorni, perché in assenza di scelta decadrebbe da soggetto attuatore non da consigliere. E se fosse incompatibile dal maggio 2023, per la non scelta, cosa succede a tutti i decreti fatti? Il presidente della Regione avrebbe dovuto avviare subito il procedimento. Nel luglio 2023 l’Anac emette il suo parere: essendo un ruolo nazionale non era eleggibile quindi è sopraggiunta l’incompatibilità. Ma a noi oggi non interessa questo, interessa il rispetto delle regole ed è evidente che Croce non sia nella condizione di essere uno e trino. Non può assolvere al ruolo perché impegnato altrove. E ora il presidente della Regione ci ha detto di non aver saputo niente e ha chiesto parere dall’assessorato alle autonomie locali. E che c’entra? Niente. Per questo ci siamo detti che non ha più senso l’aspetto giuridico”.

Russo: “Decadenza per assenza a 6 sedute consecutive”

Antonella Russo sottolinea che la nuova proposta di delibera non ha nulla a che fare con quella già in programma di discussione il 13 febbraio. “Riguarda un altro aspetto, di natura politica e di rispetto. L’oggetto l’articolo 41 comma 6: decadono dalla carica i consiglieri che non intervengono per sei sedute consecutive. Questa eventuale decadenza è di competenza del Consiglio quando le sei sedute non hanno giustificazione. Brutto fare il pelo e contropelo a un collega ma visti i numeri va fatto. Potrebbe sembrare una caccia all’uomo ma non è così, e potrebbe sembrare anche che lo facciamo per l’ingresso in Consiglio del candidato Alessandro Russo. La verità è che non lo sappiamo se decadrà Croce e se entrerà Russo, non stiamo facendo questa battaglia per i nostri fini. Da diversi mesi arrivano Pec di avvocati che invece ci chiedono di farlo perché deve entrare un soggetto di Forza Italia”.

E ancora: “Tornando a Croce, ma come fa a esercitare il ruolo di capo dell’opposizione con il 94% di assenze? In una sentenza del 2021 il Consiglio di Stato dice che le giustificazioni possono essere fatte anche a posteriori, che però non possono né devono arrivare molto tempo dopo né avere motivazioni di rito, per così dire. Anche noi abbiamo il nostro lavoro e così anche altri consiglieri. Capiamo bene che il 94% di assenze significa che gli altri impegni sono più importanti, è evidente, i numeri parlano. Il Consiglio comunale ha la facoltà di valutare la fondatezza, la serietà e rilevanza delle giustificazioni, lo dice il Consiglio di Stato in una sentenza del 2019. Con quella percentuale di assenze è necessario. L’assenza costante di uno dei consiglieri è grave, perché impedisce sempre il plenum del Consiglio. Molte delibere sono passate e sono state bocciate per un voto. Così viene meno la possibilità di esercitare il nostro ruolo, è un Consiglio comunale azzoppato anche solo per un’assenza”.