REGGIO CALABRIA – Il Partito democratico di Reggio Calabria riaccende i motori con la chiusura della fase congressuale. L’Assemblea metropolitana tenutasi ieri all’Auditorium Don Orione di Sant’Antonio avvia alla conclusione l’iter congressuale di questi mesi, che si completerà nelle prossime settimane con i congressi di circolo, ratificando l’elezione del neosegretario della Federazione metropolitana, Antonio Morabito, e completando l’elezione degli organismi dirigenti provinciali del Partito.
Presente lo stesso segretario regionale Nicola Irto, che nelle sue conclusioni ha ricordato le tante difficoltà già fronteggiate e auspicando per il partito, anche su scala reggina, una fase nuova «da vivere all’insegna della ripartenza, fuori dalla logica delle correnti, dando slancio all’attività sul territorio e costruendo una proposta politica forte e autorevole».
A guidare l’Assemblea, in qualità di Presidente, sarà Tania Bruzzese, del circolo Pd di Grotteria, mentre l’incarico di tesoriere è affidato all’avvocato reggino Demetrio Pecora. Eletti durante l’assise metropolitana anche i membri della nuova Direzione, composta all’insegna della parità di genere, cui sarà affidato il compito di affiancare il segretario Antonio Morabito nell’indirizzo politico territoriale del Partito.
Una relazione, quella del segretario metropolitano, che ha posto l’accento sull’eterna tematica del lavoro e di un modello di società nella quale, pertanto, «lo Stato e l’Impresa devono sempre più svolgere un ruolo non confliggente, ma sincrono». E per altro versante inevitabile il riferimento alla tragedia all’Hitachi Rail che ha visto la morte di Giuseppe Cuzzola: «Più controlli, più cultura sindacale, più dialogo tra le rappresentanze datoriali e dei lavoratori, più sinergia con l’Ispettorato del Lavoro, non significa mettere lacci e lacciuoli all’attività d’impresa ma significa, invece, collaborare insieme per rendere l’impresa e le aziende luoghi di vita , di crescita, di socializzazione dei profitti, e non luoghi di morte».
Resta quindi il lavoro lo strumento per lottare il cancro della ‘ndrangheta e la retorica razzista a un tempo. Soprattutto, ha scandito Antonio Morabito, «solo il lavoro garantito, contrattualizzato, tutelato, protetto nei diritti e nei doveri, elimina gli aculei padronali di chi oggi – in troppe realtà della nostra Terra – umilia I lavoratori, le madri e i padri di famiglia costretti ad accettare condizioni economiche simil schiavistiche, di chi pretende che il Lavoro venga considerato – nel 2022 a Reggio Calabria – non Diritto ma dono, concessione, favore, regalia, privilegio».
E il Partito democratico in sé? Va convertito in una «casa di vetro, in luogo di dibattito, di critica, di elaborazione e di proposta in grado di porsi come interlocutore e punto di riferimento di un campo “largo” e inclusivo». Che però risulti «un bastione politico/amministrativo, una comunità coesa – quella Democratica – che sarà sempre di più accanto a tutti i cittadini onesti e laboriosi della nostra provincia, sempre di più vicina a tutti i derelitti, agli offesi, ai profughi, agli aggrediti, agli umiliati del mondo».