MESSINA – Il Partito democratico di Messina è immerso in un fervido dibattito interno, alimentato dalle controversie sulle candidature alla segreteria e sulle complesse procedure di tesseramento cartaceo. Candidati potenziali alla leadership del partito a Messina Domenico Siracusano, Armando Hyerace (area Sclein) e Calogero Leanza (area Bonaccini). “Dobbiamo superare le divergenze interne e concentrarci sui veri obiettivi del partito”, afferma in una intervista rilasciata a Tempostretto Domenico Siracusano. “La trasparenza nel processo decisionale e il rafforzamento della rappresentanza nella provincia – aggiunge – sono fondamentali per il futuro del Pd messinese”. Nel frattempo, l’attesa per la definizione della data del congresso aggiunge un ulteriore elemento di incertezza sul destino del partito. Alcune voci suggeriscono uno slittamento dell’evento, con possibili conseguenze sulle elezioni europee in arrivo. In questo scenario, la richiesta di trasparenza e la necessità di affrontare la crisi di rappresentanza emergono come priorità da affrontare con urgenza, se il Partito democratico di Messina intende recuperare coesione e credibilità.
Domenico Siracusano è componente del Coordinamento provinciale dem ed ex segretario di Articolo Uno. Qual è la tua opinione sulle procedure di tesseramento cartaceo, parecchio criticate, che tanto stanno facendo discutere e sulla richiesta di trasparenza di diversi dem?
“Sul tesseramento cartaceo credo che si sia fatto tanto rumore di fronte a una situazione che in qualche modo si inserisce nella complessità che il nostro partito sta vivendo a livello provinciale poiché il tesseramento è gestito direttamente dal segretario regionale. Molti circoli purtroppo non hanno dei gruppi dirigenti operativi, mancano alcuni segretari… Per fugare ogni dubbio abbiamo fatto alcune verifiche come coordinamento provinciale e le abbiamo inviate al segretario regionale, che avrà l’ultima parola. Allo stesso tempo abbiamo chiesto ai sottoscrittori delle osservazioni di fare un confronto con noi per capire se eventuali posizioni possono essere in qualche modo ricondotte a una tranquillità. Io penso che in questa fase dobbiamo far vincere la politica più che la burocrazia che per carità è fondamentale, le regole sono fondamentali, ma noi dobbiamo uscire dal guado di una situazione transitoria. Questa è la priorità”.
Sulla data del Congresso che porterà all’elezione del nuovo segretario ancora non ci sono certezze, qualcuno sostiene addirittura che potrebbe slittare a dopo giugno, cioè dopo le europee.
“Ritengo che dobbiamo fare di tutto affinché il Congresso si svolga il prima possibile. La situazione di transitorietà in cui ci troviamo va superata. Nel coordinamento provinciale stiamo ragionando sul regolamento da offrire all’assemblea provinciale, che sarà quella che poi tecnicamente apre le date. Io spero che al massimo entro il mese di aprile si possa chiudere tutto. Anche per svolgere una buona campagna per le elezioni europee con un partito nel pieno delle sue funzioni, col segretario provinciale, ma soprattutto con tutti i segretari di circolo, con tutto il gruppo dirigenti e diffuso operativo sul territorio”.
Lei ha dato ampia disponibilità per la candidatura alla segreteria del partito. Ma vi è qualche visione divergente all’interno. Oltre alla sua probabile candidatura avanza quella di Armando Hyerace. Questo per quanto riguarda l’area Schlein. Dall’altra parte area bonaccini, è stato fatto timidamente fino a questo momento il nome dell’onorevole Calogero Leanza?
“Le candidature andranno formalizzate quando la fase congressuale, tecnicamente, partirà. Ho dato la disponibilità semplicemente perché mi sentirei onorato a guidare la seconda forza politica del paese nel nostro territorio. Per il resto, siamo in una fase di discussione. Come area Schlein abbiamo provato a fare uno sforzo, ci siamo riuniti qualche sabato fa e abbiamo messo al centro, più che i nomi, i contenuti politici che è partito. A partire dalle priorità del territorio. C’è un gruppo di lavoro che sta lavorando. Partiamo cioè dai contenuti per individuare il profilo più idoneo a portare avanti le battaglie che il partito deve fare sul territorio. Penso che non abbiamo bisogno di un clima di scontro all’interno del partito democratico. In questi mesi nel lavoro all’interno del coordinamento provinciale ho avuto modo di girare abbastanza la provincia, di incontrare dirigenti, molti iscritti e penso che c’è voglia di ripartire. C’è voglia anche di unità, al di là delle mozioni nazionali. La provincia di Messina ha bisogno di una forza di sinistra che si faccia portatrice di alcune battaglie, di alcuni valori rispetto alla quale non possiamo perdere ancora tempo. Sono convinto e fiducioso che tutto il partito saprà fare uno sforzo per offrire il miglior gruppo dirigente possibile in questo momento”.
In merito alla segreteria provinciale si è pure il nome dell’ex deputata Maria Flavia Timbro. Nome che circola anche come possibile candidata messinese del Pd alle europee in un contesto di crisi di rappresentanza della nostra provincia.
“Inizio dalla parte finale della sua domanda. La nostra provincia sconta una crisi di rappresentanza che purtroppo non riguarda soltanto il partito democratico ma tutte le forze politiche, sicuramente in termini di qualità e difesa del nostro territorio. Noi abbiamo avuto negli ultimi 15 anni parlamentari, sottosegretari, ministri. Ma rispetto ad altre province non rimane molta traccia di quello che hanno fatto per il bene delle nostre comunità. Quindi sicuramente c’è una crisi di rappresentanza su cui bisogna lavorare. Il partito democratico in questo senso può recuperare strada e sicuramente Maria Flavia, con cui condivido un percorso politico da ormai tantissimi anni. è un’autorevolissima dirigente nazionale del partito democratico e quindi mi sembra quasi naturale che il suo nome venga fatto. Per quello che ne so io la discussione sulle candidature, sulla composizione delle liste non si è ancora avviata formalmente. Attendiamo anche di capire cosa intenderà fare la nostra segretaria nazionale. Spero che lei possa guidare il partito in questa battaglia alle europee. Il Congresso del Pse svolto a Roma, l’ha molto fortificata, dopo la vittoria in Sardegna. Le europee sono un banco di prova importante. Quindi, al di là e prima dei nomi, noi dobbiamo farci trovare pronti per rappresentare le istanze di una sinistra europea che deve fare fronte comune con le forze democratiche per affermare un’avanzata delle destre che è veramente preoccupante”.
Per quanto riguarda le alleanze, a suo avviso l’esperienza all’Ars Sud chiama Nord-Pd-M5S si può trasferire anche in altri ambiti?
“Credo che le regionali siano molto distanti. Le elezioni provinciali alla fine sono state affossate per scontri interni al centrodestra. Sud a nord, l’onorevole Cateno De Luca, sta facendo il suo gioco. Avendo ascoltato qualche stralcio dell’Assemblea nazionale di Sud chiama Nord mi sembra che rispetto ai contenuti, ai valori anche rispetto all’Europa di cui ci facciamo portatori noi, ci sia molta, molta, molta distanza. Noi parliamo di un’Europa rinnovata, di un’Europa solidale, accogliente. E mi pare che dalle sue parti si parli di meno Europa. Mi sembra una distanza molto forte. Dopodiché dico che è importante che si continui anche la sinergia in assemblea regionale, ma una sinergia dai banchi dell’opposizione non è automaticamente un’alleanza di governo”.