E’ iniziato dalla Sicilia ed esattamente da Messina il tour elettorale di Angelino Alfano nel Sud Italia. Nel pomeriggio, il segretario nazionale del Pdl ha fatto tappa al Palacultura, dove ad attenderlo c’era un buon numero di elettori e simpatizzanti azzurri, ma non il pienone registrato per la visita del leader del Pd, Pierluigi Bersani. Poco importa però, perché i numeri che conteranno davvero e faranno la differenza sono quelli delle schede elettorali che andranno a favore dell’uno o dell’altro partito , e su questo aspetto Alfano si è detto certo della rimonta e ha suonato la carica al Popolo delle Libertà : «Siamo ad un punto e mezzo dalla vittoria».
Ad ascoltare le sue parole intrise di ottimismo, in pima fila c’erano il presidente della provincia Nanni Ricevuto, che poco prima aveva introdotto sul palco l’intervento di Alfano; il deputato all’Ars Nino Germanà ; Enzo Garofalo ; e gli altri candidati alla Camera e al Senato della Sicilia orientale Castiglione, Aquino, Piccolo Mancuso, Passaniti e il neo capogruppo europeo La Via. E’ rimasta, invece, vuota la sedia riservata all’ex sindaco Giuseppe Buzzanca, che in teoria è ancora il coordinatore provinciale del Pdl. Per lui, Mimmo Nania e Santi Formica, lo zoccolo duro degli ex An, dal palco Alfano non ha speso neanche una parola.Solo al suo arrivo in sala, incalzato dalle domande dei giornalisti, aveva risposto: « Abbiamo grande riguardo e profonda considerazione per tutti gli esponenti della ex Alleanza Nazionale che hanno militato e militano nel Popolo della libertà, e siamo convinti che loro, oltre ad avere militato nel Pdl, potranno avere una futura ed importante militanza».
Di parole, invece, ne ha spese tante per ricordare tutte le cose fatte dal governo Berlusconi, puntando il dito contro la sinistra e i “suoi giornali”, che cercano di cancellare e rimuovere le tante riforme varate dal Pdl negli anni in cui è stato al Governo, che -ha sottolineato Alfano – dalla Seconda Repubblica sono otto, tanti quanti quelli della Sinistra. «Se si ricordano dei nostri governi e non di quelli degli altri ci sarà un motivo», ha detto Alfano, aggiungendo che l’unica cosa che viene in mente dei governi della sinistra è «l’instabilità, mentre il governo Berlusconi è quello che ha abolito l’Irap; che ha aumentato le pensioni; che ha tolto la tassa di successione; che ha introdotto il Bonus bebè e messo la patente a punti per una maggiore sicurezza nelle strade; che ha introdotto il divieto di fumare nei locali pubblici; che ha abolito il servizio militare; che ha varato la legge sullo stalking, a protezione delle donne vittime di persecuzione ; che ha redistribuito 38 miliardi di euro alle imprese; e che ha votato la legge obiettivo per le Grandi Opere e la Riforma dell'Università e della Scuola». Il segretario del Pdl si è detto, poi, orgoglioso di aver firmato, in qualità di ministro della giustizia, leggi pesantissime contro la mafia. «Tutte queste leggi – ha affermato Alfano, rivolgendosi al pubblico- resteranno patrimonio della coscienza collettiva , di cui gli italiani non si possono dimenticare, per i tanti benefici che ne hanno tratto».
Secondo il leader azzurro, ad un certo punto, questo percorso virtuoso, durato dal 2008 al 2010, si è bruscamente interrotto: «Questo straordinario biennio, in cui abbiamo vinto e convinto è durato sino a quando uno di noi non ha tradito e ha fatto andare i suoi voti a Di Pietro e a Casini». Per Alfano, il “traditore” è ovviamente Gianfranco Fini , « che con la sua scissione ha tolto il turbo dal motore delle riforme e non ha neanche sentito il bisogno di lasciare la presidenza della Camera dei Deputati». Al fondatore di Fli, il segretario del Pdl non ha risparmiato battute al vetriolo: « I sondaggi ci dicono che Fini è inchiodato al prefisso di Roma e tra poco potrebbe arrivare al prefisso di Milano».
Nella lista “nera “ di Alfano entra di diritto anche Mario Monti, che è arrivato nella scena politica italiana «come una sorta di epifania, di manifestazione del salvatore della patria», quando in Italia ha cominciato a diffondersi una «parolina» sino ad allora sconosciuta, spread, che ha iniziato a suscitare il panico e obbligato Berlusconi ad “abdicare” – a causa – secondo Alfano, delle tante pressioni da parte dei giornali e dei telegiornali.
«Nominato senatore a vita per sottolineare il distacco dall’agone politico Monti, invece, si è candidato utilizzando Palazzo Chigi e la sua carica di senatore », ha affermato il segretario del Pdl, che ha attaccato duramente la politica «pro-rigore , pro-banche e pro-europa » del Presidente del Consiglio, di cui ha chiesto pubblicamente le dimissioni da senatore, sottolineando altresì che «l’unica funzione di Monti in questa campagna elettorale è quella di aiutare Bersani nel caso in cui non vinca bene o rompa con Vendola. Il tutto in cambio di una poltrona».
Dopo l’ “amarcord” delle riforme che portano il sigillo di Berlusconi e l’entrata a gamba tesa su Fini, Monti e la sinistra, Alfano è passato ad elencare le proposte in campo per il paese in caso di vittoria. Non poteva mancare il cavallo di battaglia di questa campagna elettorale del Pdl, la restituzione dell’Imu sulla prima casa: «Recupereremo i fondi tassando gli italiani che hanno i conti in Svizzera. E siccome vogliamo restituirla nei primi 30 giorni chiederemo un’anticipazione alla Cassa Depositi e Prestiti. Vogliamo restituire l’Imu anche agli agricoltori per i fabbricati agricoli». Alfano ha, poi, messo sul piatto anche la ricetta per diminuire il tasso di disoccupazione: «Non faremo pagare le tasse per 5 anni agli imprenditori che assumeranno nuovi lavoratori». Sulla lotta all’evasione ha promesso : «Consentiremo ai cittadini la detrazione dell’imponibile». “Interpellato” dal pubblico in sala sul Ponte, Alfano ha dichiarato: «Berlusconi su questo non molla, sentite ogni giorno qual è la sua idea».
Prima di congedarsi , dopo circa un’ora di intervento , Alfano ha voluto lanciare un ultimo appello ai suoi elettori: «Fate telefonate, convincete le persone a votare Pdl , nel 2006 non abbiamo vinto per un voto ogni due tre sezioni . Fate di tutto per farci votare, il traguardo è a pochi metri» .
E mentre i segretario del Pdl concludeva il suo discorso, fuori dal Palacultura andava in scena la protesta pacifica dei ragazzi appartenenti ai collettivi di Sinistra, che sono stati sgomberati dal teatro in Fiera di Messina dopo due mesi di occupazione. I ragazzi hanno manifestato leggendo delle poesie, perché secondo loro il Palacultura Antonello è il palazzo dove si deve fare cultura e non politica. (Danila La Torre)