Un altro passo per la costituzione del Patto dei moderati per le riforme è stato fatto oggi all’Ars, in attesa dell’Assemblea costitutiva del 14 luglio a Palermo, che sancirà ufficialmente la nascita del nuovo partito (vedi articolo allegato).
Oggi a Palazzo dei Normanni, a margine del convegno sul federalismo fiscale, si è tenuta infatti la conferenza stampa di presentazione del Patto dei Moderati per le riforme (Pdr), movimento politico che nasce con l’obiettivo di unire l’area moderata di sinistra guardando al Pd di Renzi. Il percorso è stato avviato a gennaio ed ha portato alla convergenza tra i Democratici riformisti e Voce Siciliana, registrando l’adesione di numerosi deputati, tra i quali Pippo Gianni, ex Centro democratico. Presente alla conferenza stampa il parlamentare Beppe Fioroni e il presidente dei Drs Totò Cardinale, che è stato tra i promotori del movimento che punta ad essere di sostegno, in chiave autonoma, al Pd di Renzi in Sicilia.
E’ toccato al presidente del nascente gruppo parlamentare Beppe Picciolo illustrare brevemente le scelte strategiche e politiche che hanno portato il movimento a scegliere un’alleanza stabile con il Partito Democratico, in prospettiva federale, “Vogliamo dare voce ad un’area moderata e riformista, che guarda alla sinistra con interesse e che può trovare nel Pdr la giusta allocazione politica. Avvertiamo, la necessità di condividere un percorso comune che, nel rispetto delle scelte autonome regionali, possa come ha fatto finora essere parte integrante del progetto elettorale e politico del Pd”.
Il 14 luglio si terrà a Palermo l’assemblea di tutti i militanti e degli amministratori locali che si riconoscono nel Pdr e che, ad esempio, già all’Ars può contare su una nutrita pattuglia. Il 14 luglio, a suggello del patto per le riforme, saranno presenti il vice segretario nazionale del Pd Guerini, il leader renziano, nonché componente della segreteria nazionale Davide Faraone, il segretario regionale del Pd Fausto Raciti, e i parlamentari regionali del Patto per le riforme, Beppe Picciolo (Capogruppo), Michele Cimino (Portavoce), Edy Tamajo, Marcello Greco, Salvo Lo Giudice e Pippo Gianni. Da oggi al 14 luglio peraltro è più che probabile che il “gruppo” crescerà, visti anche i movimenti tellurici che in questi mesi hanno interessato l’Ars ed in particolare il Megafono di Crocetta che si è lentamente “liquefatto” rispetto al nucleo originario. Il governatore ha parlato di “golpe” annunciando di voler affidarsi a “energie nuove”, ma è evidente che il cammino iniziato nell’ottobre del 2012 lo sta portando in un vicolo cieco. Tra gli scontri con il suo partito (che è il Pd nonostante lui cerchi di rimuovere questo fatto), le alleanze variabili e giocate più sul rapporto con il singolo deputato che non su base politica, l’addio dopo l’iniziale idillio con il M5S, le polemiche legate ad una burrascosa campagna elettorale,nonché un programma politico che francamente finora nessuno ha visto, Crocetta è sempre più solo. I centristi sono pronti a veleggiare con il Ncd e propongono bizzarri ingressi in giunta o forme di sostegno esterne ed il rischio è che il Crocetta bis passi alla storia come la giunta del “tirare a campare”. I Democratici riformisti di Picciolo, che finora sono stati tra gli alleati più fedeli e meno esigenti quanto a contropartite, stanno per organizzarsi in modo compatto e soprattutto con lo sguardo rivolto più al Pd di Renzi che al Pd di Crocetta. A inizio mese Picciolo aveva dichiarato : “Serve un cambio di rotta, un governo politico”. Così non è stato. E senza il Megafono, senza i Dr, senza gran parte del Pd e con l’Udc che guarda altrove, Crocetta è sempre più solo. Un Crocetta ter rattoppato non sarà la risposta adeguata.
Rosaria Brancato