“Siamo piombati in una situazione disarmante del settore lavoro e non si può continuare a fornire soluzioni tampone ad aziende essenziali per il pubblico servizio quali ATM, ATO 3, Messinambiente”. Così commenta il candidato all’ARS del PdS-MPA, Beppe Picciolo, il malcontento che si è creato, nelle ultime ore in città, a causa delle disastrose condizioni economiche in cui versano le aziende locali.
Un paio di giorni fa, il presidente di Confindustria Palermo Alessandro Albanese ha dichiarato che “la Sicilia ha ancora 3 miliardi e mezzo di euro della programmazione europea da rimodulare fino al 2018. Le priorità sono tre: un miliardo dovrebbe servire al completamento delle reti energetiche e di metanizzazione; un miliardo e mezzo alle infrastrutture (mobilità e logistica) e un altro miliardo al turismo”. “Questo sarebbe un ottimo programma – sostiene Picciolo. Se si riuscissero a portare i fondi anche a Messina e se ci fosse la certezza, soprattutto nel campo dei trasporti, di pagare puntualmente i salari dei lavoratori. Ci troviamo in una crisi mai vista in tutti i settori che però deve aggrapparsi a dei punti fermi quali il rilancio dell’economia e al potenziamento delle nostre risorse”.
“Dobbiamo essere consapevoli – prosegue il candidato del Partito dei Siciliani – che non c’è possibilità di sviluppo per la nostra regione senza il raddoppio ferroviario. Il primo vantaggio sarebbe quello di snellire il traffico delle merci e delle persone. Bisogna ripristinare gli spostamenti dei passeggeri su rotaia riconoscendo un valore aggiunto al servizio pubblico ferroviario”. “Se questo vale a livello regionale – ribadisce Picciolo – perché non farlo valere in luoghi circoscritti come le province, con le loro esigenze di decongestionare il traffico, di collegare a volte siti sperduti e degradati, di assicurare servizi utili e funzionanti e un impiego retribuito al cittadino che, ormai, è capace di gesti esasperati. Questo dovrebbe valere per l’ATM che doveva essere trasformata in SPA già molti fa, questo dovrebbe valere per gli ATO che potrebbero diventare Consorzi dei comuni per garantire un effettivo risparmio ai contribuenti e alle amministrazioni”.
Anche la vicenda “Caronte&Tourist” offre notevoli spunti di riflessione. “La mobilitazione dei lavoratori della società di traghettamento privato di oggi e di questi giorni – afferma l’esponente del PdS – è il sintomo che anche il privato non ha più le condizioni per tutelare il futuro dei dipendenti. Per questo, bisogna ritrovare il coraggio e la volontà di investire nei trasporti pubblici. In un sistema federalistico fiscale, si potrebbero reperire fondi dal bilancio europeo. L’autonomia, se applicata correttamente, consentirebbe di potenziare l’attraversamento dello Stretto con mezzi pubblici e di impedire ai tir di transitare ancora al centro città”.
“Potenziare la rete ferroviaria – conclude Picciolo – il traghettamento dello Stretto, i trasporti cittadini ed interregionali a tutto campo servirebbe a stabilizzare una economia che, al momento, danneggia il singolo e la collettività. Una volta trovato un equilibrio, si può ripartire avvantaggiando anche settori importanti come il turismo e l’agricoltura che porterebbero benefici alle aziende e alla società”.