Il Governo ha deciso di pagare la penale da 300 milioni di euro ad Eurolink e di interrompere il progetto per il Ponte sullo Stretto. Come sempre, le reazioni sono contrastanti. Per il presidente del consiglio comunale, Pippo Previti, si tratta di un’occasione persa: “Si consegna l’opera più imponente e importante della tecnologia umana alla «galleria delle nature morte» a cui spesso e non da ora sono esposte le progettazioni di opere più o meno importanti, comprese quelle che dovrebbero essere realizzate al posto del Ponte e ai quali, ormai, anche i più ingenui non credono più”.
“Il Ponte sullo Stretto – prosegue Previti – rappresentava e rappresenta non solo un elemento scenografico, attrattore di risorse economiche, culturali, e scientifiche, ma ci consentiva di completare l’asse 1 (Berlino – Palermo) collegando in maniera permanente, l’isola al continente, anche con sistemi ferroviari (di trasporto persone e merci) più moderni ed efficienti, ridando alla Sicilia il ruolo di Ponte, essa stessa, verso il Mediterraneo e i paesi dell’Africa, dell’Asia e dell’Europa dell’est”.
Secondo il presidente del Consiglio Comunale, in tal modo la Sicilia e la Calabria continuano ad essere condannati all’emarginazione e all’isolamento: “I contribuenti spenderanno 300 milioni per pagare le penalità contrattuali. Addio alle opere compensative, complementari e propedeutiche e alle illusorie opere (strade, acquedotti, etc.) che alcuni aspiravano ad avere al posto e prima del Ponte. Addio a 40mila posti di lavoro”.
“In compenso – conclude Previti – si finanzieranno:
• La nuova linea ferroviaria Torino – Lione per 800 milioni
• Il completamento del sistema di regimentazione delle acque di Venezia – il cosiddetto Mose – con 1 miliardo e 250 milioni di euro.
Assieme al Ponte vengono «sepolte» le residue speranze di sviluppo delle due regioni meridionali a tutto vantaggio di altri e «superiori» interessi”.