L’Artico è l’area in cima al mondo, si estende per oltre 13 milioni di chilometri quadrati e comprende la tundra del Canada, la Russia e l’Alaska, la maggior parte della Groenlandia, e un enorme oceano ghiacciato che circonda il Polo Nord. E’ uno degli ultimi luoghi incontaminati sulla Terra. Fornisce un habitat molto particolare per le specie rare come l’orso polare e il quasi mitico Narwhal, ed è la patria di popoli indigeni che vivono nella regione da tempo immemorabile, e che si sono adattati a vivere in uno dei luoghi più freddi sul pianeta. L’Artico si comporta come un sistema globale di aria condizionata, grazie alla sua grande superficie ghiacciata bianca, che riflette il calore del sole verso lo spazio e regola la temperatura del pianeta.
Tuttavia, tutto questo è in pericolo, perché l’Artico si sta sciogliendo a causa del cambiamento climatico. L’Artico è particolarmente sensibile al riscaldamento globale e già il 75% del ghiaccio marino artico si è sciolto. In 10 o 20 anni, potrebbe non esserci alcun ghiaccio marino estivo. Ciò cambierebbe il mondo radicalmente.
Chi può proteggere l’Artico? In questo momento l’Alto Artico – la zona intorno al Polo Nord – non appartiene a nessun paese. I ghiacciai si sciolgono, e le persone, le società e i paesi sono interessati e ansiosi di ritagliare e appropriarsi di una fetta di questa torta tanto ambita, perché una volta sciolto il ghiaccio sarà possibile mettere le mani sul petrolio, che fino ad ora è stato irraggiungibile. Il problema è che l’estrazione del petrolio potrebbe distruggere l’Artico, perché, se dovesse esserci una fuoriuscita di petrolio, questa zona fragile sarebbe quasi impossibile da pulire. Utilizzando sostanze inquinanti l’ambiente sarà soggetto a più gas e l’effetto serra modificherà il clima. Questo comporterà un circolo vizioso che continuerà a peggiorare le temperature e danneggiare il territorio, per una risorsa che sarebbe sufficiente per appena tre anni. Anzichè bruciare petrolio e produrre sostanze nocive, si potrebbero impiegare le risorse economiche per investire in energia pulita, verde e rinnovabile.
Questo è il motivo per il quale Greenpeace chiede a tutti i paesi delle Nazioni Unite di agire insieme per proteggere l’Artico e impedire alle compagnie petrolifere di perforare quelle zone.
Questa campagna mira alla costruzione di un santuario globale nella parte più settentrionale della regione artica attorno al Polo Nord, dove non vive nessuno e che nessun paese possiede, per rendere off-limits l’industrializzazione, vietare trivellazioni petrolifere, e vietare l’accesso delle grandi navi da pesca industriali che minacciano di distruggere l’ambiente marino.
Che cosa possono fare i giovani per aiutare? Non siamo in grado di proteggere l’Artico da soli. C’è bisogno di milioni di persone da tutto il mondo per realizzare questo grande progetto.
In una pergamena verranno scritti i nomi di tutti quelli che parteciperanno alla Campagna, questa verrà poi chiusa in una capsula indistruttibile che verrà immersa a 4 km di profondità nelle gelide acque del mare del Polo Nord. Per segnalare il punto in cui la sfera verrà immersa si pianterà nella superficie marina una bandiera speciale, che resterà fino al 2050. La bandiera rappresenta unicamente una dichiarazione collettiva per la protezione dell’Artico.
La bandiera che verrà piantata sul fondo del mare non deve essere una bandiera ordinaria, per questo c’è bisogno dell’aiuto di giovani creativi per renderlo speciale.
La bandiera non dovrà rappresentare un paese, un gruppo di persone o una corporazione, ma dovrà simboleggiare la pace, la speranza e la comunità internazionale. Il concorso è aperto a tutti i giovani tra i 6 ed i 26 anni.
E’ possibile inviare la bandiera per il futuro dal 3 dicembre all’11 febbraio. Il concorso sarà giudicato da una giuria, che comprende la famosa stilista Vivienne Westwood. La bandiera vincente sarà piantata al Polo Nord nel mese di aprile 2013.
Per informazioni e modalità di partecipazione www.savetheartic.org .
(LETIZIA SALVO)