Vogliono un confronto serio su imposte, equità fiscale, tariffe e qualità dei servizi. Vogliono gettare le basi per un patto contro l’evasione fiscale. Vogliono che gli enti locali si aprano alle loro richieste per intraprendere tutti insieme un percorso virtuoso che riguardi tutte le tematiche sociali.
I sindacati dei pensionati SPI Cgil, FNP Cisl e UILP Uil si sono incontrati nella chiesa di Santa Maria Alemanna, per discutere problemi e difficoltà di una fascia notoriamente debole, quella degli anziani, e per studiare insieme quali proposte avanzare alle amministrazioni e ai vari enti locali. Si è parlato di tasse, di pensioni, di Imu, di servizi di assistenza, un confronto a 360 gradi voluto da Cgil, Cisl e Uil per fare un’analisi chiara dell’attuale situazione. Al centro dell’iniziativa, la richiesta di confronti preventivi e la stesura dei bilanci di previsione 2012. Richiesta motivata dall’assoluta convinzione che la contrattazione sociale resta uno strumento essenziale per la tutela del reddito dei pensionati. Poi c’è un altro tema caldo: l’Imu, la tassa sugli immobili recentemente inserita dal governo Monti. I sindacati sono pronti a scendere in campo per chiedere ai comuni l’esenzione o eventualmente una riduzione per i pensionati meno abbienti. Un ulteriore modo per non gravare troppo sul reddito di chi magari vive con una pensione da 400, o anche meno, euro al mese. Non solo tasse però. Durante l’incontro, si è parlato anche di tutti quei problemi che riguardano la qualità della vita degli anziani, dei servizi che troppo spesso i comuni non riescono a garantire e di come si dovrebbero potenziare e migliorare quelli che invece funzionano. Una particolare attenzione è stata rivolta alle questioni che riguardano gli anziani soli, alle persone portatrici di handicap e a quelle non autosufficienti. “Anche quando si parla di loro il punto nodale resta l’insufficiente qualità e quantità del funzionamento dei distretti socio sanitari, dicono i sindacati. La legge 328 del 2000, che doveva servire proprio a garantire la sinergia e l’integrazione dei servizi socio-sanitari, legge mai recepita e male applicata dalla Regione Sicilia, non ha potuto esplicare i suoi effetti. Il risultato è stato che i piani di zona hanno approvato progetti fotocopia che hanno dato la netta impressione di essere stati utili a chi li ha presentati, sempre i soliti, piuttosto che alle persone veramente bisognose”. Proprio su questo punto però, appena pochi giorni fa, l’assessore Caroniti aveva annunciato lo sblocco dei finanziamenti regionali della legge 328 per il piano di zona del distretto socio sanitario che comprende anche Messina. Si tratta di 17 milioni di euro che saranno destinati a progetti volti all’assistenza di persone anziane, diversamente abili, indigenti e stranieri. A questo punto non resta che attendere settembre per vedere cosa accadrà e se realmente tutti questi progetti troveranno attuazione. Anche perché altrimenti si rischia che queste risorse siano nuovamente introitate dalla Regione e destinate a comuni più virtuosi. I sindacati dei pensionati sono pronti a battersi affinché Messina non perda questa occasione. E restano in attesa di vedere un’apertura nei loro confronti da parte dei palazzi istituzionali.