MESSINA – Per il secondo anno consecutivo la città di Messina vivrà un Ferragosto diverso rispetto alla sua stessa tradizione. Ci saranno i colpi di cannone, alle 8, ad aprire la giornata di festa, sparati da Caronte&Tourist dal centro dello Stretto, e poi, alle 10.30 in Cattedrale, sarà celebrato il solenne Pontificale. Ci saranno le mostre, come quella delle 20 a Villa Cianciafara commentata da Franz Riccobono, o le conferenze, il lunedì alle 19, a ricordare e sottolineare la devozione dei messinesi verso l’Assunta e la Sacra Lettera. Ciò che i messinesi non vedranno e vivranno, per il secondo anno consecutivo, sarà però la processione della Vara.
Non ci sarà nessun cordone umano pronto ad aprirsi davanti alla macchina votiva che da Piazza Castronovo percorrerà il centro cittadino fino all’incrocio tra Via I Settembre e Via Garibaldi. Non ci sarà la “girata”, il punto più emozionante della manifestazione secondo tanti messinesi, appassionati e semplici spettatori. Non ci saranno i turisti, i parenti a cui far vedere per la prima volta la tradizionale processione, da guardare stupefatti mentre l’enorme insieme di statue viene fatto scivolare lungo le strade bagnate. Non ci saranno i “tiratori” e i “timonieri”, né il tratto finale con l’arrivo al Duomo, la benedizione e la corda benedetta. Non ci sarà il post processione, con un’intera città a riversarsi di fronte al mare, a stringersi uno contro l’altro per applaudire dopo ogni serie di fuochi d’artificio con cui salutare, un’altra volta, la tradizione.
No, ancora una volta, come nel 2020, i messinesi non vivranno la più amata delle loro feste nel modo più classico, emozionante e sentito. Ci saranno i colpi di cannone alle 8, la Santa Messa pontificale alle 10.30, le mostre e le conferenze, ma non ci sarà la processione. Un sacrificio per tanti, ma dovuto e da rispettare, per avvicinarsi ancora di più a quel ritorno alla normalità, al mondo pre-Covid, che pare così lontano e difficile da raggiungere. Sarà una festa da vivere in modo diverso, nel ricordo e in attesa, col pensiero a quando, si spera il prossimo anno, tutto potrà tornare com’è stato fino a due anni fa.