Politica

«Perché la Tari 2019 è così alta?»: i dubbi di Cambiamo Messina dal Basso

Cambiamo Messina dal Basso pone la lente di ingrandimento sul piano della Tari che i consiglieri hanno iniziato a esaminare in questi giorni e che questa sera torna in cosniglio comunale. Un piano considerato oneroso e ingiusto per i messinesi. Un piano che, secondo il movimento, sembra presentare anche dubbi di illegittimità che vanno affrontati e chiariti.

Cambiamo Messina dal Basso consegna ai consiglieri comunali un’analisi che sperano possa essere da pungolo per chiedere all’amministrazione chiarimenti e modifiche.

Il costo più alto

Il primo punto evidenziato è che il Piano finanziario presentato da Messinaservizi Bene Comune prevede un considerevole aumento del costo, che passa dai 44 milioni del 2017 e 44,5 del 2018 agli attuali 46,3 milioni, ovvero il costo più alto mai sostenuto a Messina per la gestione dei rifiuti.

Tale aumento viene giustificato con la previsione di nuovi investimenti e di una nuova organizzazione di Messinaservizi, ma tali nuovi costi sarebbero ampiamente coperti dalle economie e dai minori costi maturati in questo biennio e che consentirebbero non solo di coprire i nuovi, ma anche di ridurre in maniera consistente la TARI 2019.

Ma quali sono le voci di costo che non convincono CMdB?

Gestione del verde 

Il costo viene inserito nel piano finanziario approvato da Messinaservizi Bene Comune per essere integralmente coperto dalla TARI, mentre ai sensi della normativa “i costi di manutenzione e gestione del verde pubblico non rientrano nei costi operativi di gestione dei rifiuti”. Il costo del verde deve essere dunque coperto da fondi di bilancio. Negli anni i costi annuali del verde sono stati compresi dai 700 mila ai 997mila euro nel 2018. Nel piano finanziario 2019 si parla di “Diserbo viabilità comunale ed aree a verde” per euro 1.124.049,30. Sui messinesi graverebbe dunque un costo di circa un milione non dovuto per legge;

Premio di risultato

E’ previsto un premio di risultato a favore di tutti i lavoratori per il raggiungimento del 65% di raccolta differenziata al luglio 2019. Il sindaco aveva parlato di 10milioni, un record mondiale nei premi di risultato, ma nel Piano finanziario di Messianservizi non si specifica quanto in realtà sia anche se si evidenzia che tale premio graverebbe per circa 3 milioni nel 2019 e per una stessa cifra nel 2020, mentre il resto deriverebbe da strumenti normativi in vigore attraverso l’utilizzo del welfare aziendale. Non essendo dunque specificato quanto in realtà sia il premio di risultato, come sia finanziato né sulla base di quali indici sia stato calcolato (perché 10 milioni e non 5 o 20 o 30?), ci si domanda perché i messinesi debbano pagare una somma in più,  in anticipo, senza l’indicazione dei criteri che ne stabiliscano importo e modalità di pagamento, quando invece il premio di risultato dovrebbe essere coperta, come avviene in tutte le aziende, dagli aumenti della produttività aziendale.

Personale

Dove sono finiti i risparmi dei costi per il personale, che ammonterebbero ad oltre un milione di euro l’anno considerato che una trentina di lavoratori sono andati in pensione rispetto allo scorso anno? 

Recupero evasione fiscale:

Nell’ultimo biennio si sarebbero recuperati circa 2 milioni di euro l’anno. Dove sono state assorbite queste somme? Inoltre, l’allargamento della base imponibile di circa 2000 utenti in due anni vale oltre un milione da recuperare da più utenti: dove sono state spalmate queste somme? Negli anni passati il recupero dell’evasione fiscale veniva utilizzato per finanziare accantonamenti e ridurre la tariffa tari.

Ricavi Conai

L’importo previsto nel Piano finanziario di Messinaservizi Bene Comune è di euro 709.405, 61 per il 2019. Come mai è così sottostimato, quasi ai livelli del 2015, mentre nel piano ARO tale voce viene prevista intorno ad euro 2.800.000? Del resto nella prima versione del Piano finanziario di Messinaservizi Bene Comune era questo l’importo inserito come “Ricavi Conai”. Ciò comporta un ulteriore aumento dei costi del servizio per il 2019;

Conferimento rifiuti

Il costo del conferimento in discarica dei rifiuti indifferenziati risulta sensibilmente ridotto considerate le alte previsioni di RD e lo smaltimento dell’umido a costo ridotto rispetto all’indifferenziato. Ci si domanda se è stato stipulato il contratto per lo smaltimento dell’umido con la Sicilcompost e per tutto il quantitativo di umido previsto. In caso contrario si rischierebbe che i costi di smaltimento aumentino sensibilmente visto che lo smaltimento dell’umido è inferiore di 30 euro a tonnellata rispetto allo smaltimento dell’indifferenziato;

Esenzioni Tari

Sembrerebbero sparite le esenzioni sociali per i percettori di bassi redditi e per lo spreco alimentare. Sarebbe un atto grave sia per la valenza sociale ed ambientale di tali esenzioni sia perché ogni anno sono state facilmente coperte con il recupero evasione fiscale ed altre risorse;

Acquisizione mezzi:

Nel Piano finanziario si afferma che si è proceduto all’affitto e non all’acquisto dei nuovi mezzi a causa del fallimento di Messinambiente che farebbe scattare il meccanismo della legge Madia e quindi la liquidazione di Messinaservizi Bene Comune. Già, com’è finita con la liquidazione della società? Qual è la risposta al nuovo quesito che l’Amministrazione Comunale doveva inoltrare a chi di competenza, come richiesto dal Consiglio Comunale? L’approvazione del piano TARI da parte del Consiglio Comunale avalla la scelta dell’Amministrazione Comunale di privatizzare il servizio di gestione rifiuti?

Nuovi ricavi e minori costi

L’aumento della raccolta differenziata, i nuovi introiti della piattaforma di Pace, la riduzione dei costi di conferimento, rappresentano ulteriori voci positive per il bilancio di Messinaservizi bene comune che dovrebbero servire a coprire il premio di risultato e/o parte dei nuovi costi. Non si comprende come mai il loro peso sia invece così marginale.

Complessivamente, dunque, il peso della TARI 2019 doveva essere inferiore di almeno 5/6 milioni, con una riduzione per utenza di circa 60/70 euro.

La nascita di Messinaservizi Bene Comune aveva come obiettivo quello di rivoluzionare la gestione dei rifiuti a Messina, riorganizzare la macchina aziendale, effettuare investimenti in mezzi ed attrezzature, che l’indebitata Messinambiente non poteva fare, stabilizzare i lavoratori e creare le condizioni per nuova occupazione, raggiungendo così l’obiettivo di legge del 65% di raccolta differenziata con conseguente riduzione della TARI. 

Il commento

«Ci fa piacere che l’attuale amministrazione stia seguendo la precedente progettualità e che la città possa finalmente beneficiare di quanto fatto in questi anni. Nutriamo però forti dubbi sul rispetto della stringente tempistica che l’Amministrazione Comunale si è data per il raggiungimento del 65% e siamo preoccupati per il modo in cui si sta operando, Piano finanziario e TARI compresi. Se non si dovessero dare risposte chiare ed esaurienti alle questioni evidenziate temiamo si vada incontro ad un nuovo flop dei mirabolanti annunci deluchiani, a danno della città e dei cittadini».