Le nuvole che vediamo in cielo vengono create da piccolissime particelle, note col il termine di “nuclei di condensazioni”, attorno alle quali si addensano le molecole d’acqua. Alcuni di questi nuclei sono di origine umana, prodotti dalle fabbriche, e si riteneva che fossero quasi indispensabili per la nascita di alcuni tipi di nuvole. Un esperimento al Cern ha rivoluzionato questa idea, e ha dimostrato che all’origine delle nuvole ci sono anche molecole prodotte dagli alberi.
A molti di voi sarà capitato di salire sui colli in piena estate, ed essere avvolti da una densa nebbia che vi fa avvertire anche una certa sensazione di freddo. Anche durante le giornate più assolate di luglio e agosto. La nebbia che vediamo spesso lungo la dorsale dei Peloritani è frutto delle brezze umide che salgono dal mare, producendo il fenomeno dello “stau”.
L’aria umida che proviene dal mare, incontrando i rilievi, tende a salire di quota e raffreddarsi sensibilmente (circa +1°C ogni 150 metri). Tale raffreddamento, indotto dal sollevamento forzato lungo i ripidi pendii peloritani, favorisce la rapida condensazione del vapore acqueo, favorendo lo sviluppo di questi addensamenti nuvolosi sui rilievi.
Ma in altre circostanze, come capita sovente in piena estate, quando in atmosfera circola aria estremamente secca, proveniente dall’anticiclone delle Azzorre o da quello africano (responsabile delle prolungate ondate di calore estive), la nebbia che si sviluppa sulla nostra dorsale è “autoprodotta” dalla stessa vegetazione lussureggiante che caratterizza le nostre montagne, attraverso il fenomeno dell’”evotraspirazione”.
L’evapotraspirazione è quella quantità d’acqua che dal terreno viene immessa nell’aria allo stato di vapore per effetto congiunto della traspirazione, attraverso le piante e la vegetazione, e dell’evaporazione, direttamente dal terreno saturo. Nel caso delle nebbie che durante la sera e al primo mattino avvolgono le creste dei Peloritani, ma non solo, l’evapotraspirazione ha un ruolo molto importante, nelle lunghe fasi anticicloniche (tempo stabile e asciutto). I massimi effetti del fenomeno si hanno in presenza di aria secca, quindi in contesti anticiclonici, quando l’unica fonte di umidità è fornita dalla vegetazione.
Non è un caso se queste nuvole si sviluppano solo in determinati orari del giorno, nelle aree boschive più fitte della dorsale. In pratica gli alberi dei nostri boschi, tramite l’evapotraspirazione, favoriscono lo sviluppo di queste piccole nuvole, lungo l’area della dorsale. Soprattutto durante il calare della sera e al primo mattino, quando le temperature dell’aria sono ancora basse, non risentendo della radiazione solare.