MESSINA – “Maurizio Croce è ineleggibile o incompatibile come consigliere comunale”. A proporre la delibera è il presidente del Consiglio, Nello Pergolizzi, e la loro è una sfida che si rinnova. Una contestazione che sarà probabilmente discussa nell’aula consiliare di Palazzo Zanca il prossimo 8 gennaio. Pergolizzi, nella proposta di deliberazione, che ha avuto il via libera della dirigente agli Affari generali Laura Strano, si basa sull’incarico di Croce. Un incarico come “soggetto attuatore” per la realizzazione degli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico nella Regione siciliana, frutto di un decreto del presidente.
Croce si era dimesso durante la campagna elettorale come candidato sindaco del centrodestra, per poi riprendere il proprio ruolo. Arrivato secondo nella competizione, è approdato in Consiglio comunale, aderendo prima al gruppo misto e in seguito a Forza Italia. Nella proposta delibera, si osserva che “la Corte costituzionale ha affermato in più occasioni la natura statale degli Uffici commissariali, rilevando in particolare che i provvedimenti posti in essere dai commissari delegati sono atti dell’amministrazione centrale dello Stato in quanto emessi da organi che operano come longa manus del governo. Provvedimenti finalizzati a soddisfare interessi che trascendono quelli delle comunità locali coinvolte dalle singole situazioni di emergenza. E ciò in ragione tanto della rilevanza delle stesse, quanto della straordinarietà dei poteri necessari per farvi fronte”.
E ancora: “L’Ufficio del commissario delegato è un organo statale straordinario di cui il Dipartimento della Protezione civile si avvale per fronteggiare lo stato di emergenza. E quello di soggetto attuatore è un incarico apicale rientrante nella definizione di incarico amministrativo di vertice. E questi, per la progettazione degli interventi, per le procedure di affidamento dei lavori, per le attività di direzione dei lavori e di collaudo, nonché per ogni altra attività di carattere tecnico-amministrativo connessa alla progettazione, all’affidamento e all’esecuzione dei lavori, ivi inclusi servizi e forniture, può avvalersi, oltre che delle strutture e degli uffici regionali, degli uffici tecnici e amministrativi dei Comuni”.
Pergolizzi fa pure riferimento alla legge regionale 31 del 1986, che “tra le cause di ineleggibilità prevede che non siano eleggibili a consigliere comunale i dipendenti civili dello Stato che svolgono le funzioni di direttore generale, o equiparate o superiori. E, tra le cause di incompatibilità, la legge prevede che non possa ricoprire la carica di consigliere comunale colui che, come titolare, amministratore, dipendente con poteri di rappresentanza o di coordinamento ha parte, direttamente o indirettamente, in somministrazioni o
appalti, rispettivamente nell’interesse della Provincia o del Comune“.
Le cause di incompatibilità, sia che esistano al momento dell’elezione sia che sopravvengano ad essa, importano la decadenza dalla carica di consigliere comunale. Se approvata la delibera, entro dieci giorni dalla notifica, Croce potrebbe “formulare osservazioni e avrebbe la possibilità di eliminare le cause di ineleggibilità o incompatibilità contestate”.
Nel luglio 2023 l’ex candidato sindaco, però, quando ha incassato il parere a lui favorevole dell’Anac, si è così espresso: “Un attacco strumentale e senza fondamento giuridico. In occasione dell’elezione del presidente dell’aula consiliare, l’ormai ex maggioranza ha tentato di delegittarmi”.
Di recente, Croce è stato attaccato dal capogruppo di “Con De Luca per Basile” per assenteismo in Consiglio: “Delle 134 sedute complessive del Consiglio, ha partecipato solo in 8 occasioni. E per quanto riguarda le commissioni, non vi ha mai fatto parte”.
Inoltre, con una nota del 14 novembre indirizzata allo stesso consigliere, il presidente del Consiglio domandava conferma di un parere dell’Avvocatura dello Stato, rilasciato il 24 maggio 2023. Un parere in base al quale il ruolo di soggetto attuatore sarebbe incompatibile con la carica consiliare. Una valutazione che, invece, per il diretto interessato sarebbe superata dal successivo intervento dell’Autorità nazionale anticorruzione.
Ad attendere l’esito della contestazione sono sia Alessandro Russo, del Partito democratico (candidato un anno e mezzo fa con la lista De Domenico sindaco), sia Sebastiano Tamà, di Forza Italia. In caso di decadenza, sarebbe uno di loro a subentrare.
In più, a novembre, Croce è stato designato dal presidente Renato Schifani, in quota Regione siciliana, nel Comitato di gestione dell’Adsp, Autorità di sistema portuale dello Stretto. Lo stesso diretto interessato si è rivolto ai suoi legali per valutare l’eventuale incompatibilità con il ruolo di consigliere. E in molti scommettono sulla sua futura presidenza dell’Autorità, quando terminerà la fase commissariale retta dal contrammiraglio reggino Antonio Ranieri.
Da parte sua, ancora Pergolizzi sostiene, in base a una delibera dell’Autorità nazionale anticorruzione, con riferimento alla legge 84 del 1994, che anche i semplici componenti del Comitato di gestione risultino incompatibili. In particolare, la legge prevede il divieto, per le Regioni e gli enti locali, di designare “coloro che rivestono incarichi di componente di organo d’indirizzo politico, anche regionale o locale, o che sono titolari di incarichi di vertice o di amministratori di enti pubblici e di enti privati in controllo pubblico”. E i “componenti nominati che rivestono questi incarichi decadono di diritto all’entrata in vigore”.
Di conseguenza, la partita con al centro Maurizio Croce si gioca su più piani.