Da bruco a farfalla, da assessore a libero cittadino, Luca Eller ha trascorso il suo primo giorno post dimissioni tra i corridoi di Palazzo Zanca. Aveva concesso dieci giorni prima di andar via, il sindaco Accorinti lo ha licenziato in tronco, ma lui ha deciso che resterà comunque. «Ero disposto a restare per dieci giorni e invece mi è stata sbattuta la porta in faccia un’altra volta. Era da mesi che mi sentivo dire “se non ti vanno bene le cose, la porta è quella lì”. Il giorno che l’ho presa mi si fa tutto questo puzzo intorno, come si dice a Firenze. La realtà è che ultimamente il ritornello era questo, ora tutti cascano dal pero, fanno finta di non capire, ma sanno bene come stanno le cose». Parole durissime quelle pronunciate dall’ex assessore al Bilancio che smentiscono totalmente quanto avevano dichiarato invece ieri il sindaco Accorinti e tutta la giunta. Il primo cittadino aveva detto a chiare lettere che non era mai successo niente nelle riunioni di giunta, che il clima era sereno, di confronto anche acceso ma sempre sereno. Aveva smentito attriti all’interno della sua squadra. E invece Eller racconta tutta un’altra storia, fatta soprattutto di ostruzionismo.
Si alzano ancor di più i toni di un divorzio che ricorda i due protagonisti del celebre film La guerra dei Roses. Non sono ancora volati piatti e bicchieri, ma quello che è accaduto nel giro di 48 ore dà la cifra concreta di una situazione incandescente. Eller ieri camminava tranquillo per i corridoi come ha fatto ogni giorno negli ultimi 9 mesi. «Sono un uomo libero, da bruco mi toccava a volte strisciare ora divento farfalla e volo libero» dice senza nascondere una buona dose di risentimento per quell’amministrazione che pubblicamente fino a due giorni fa lo osannava per i suoi prodigi finanziari e che in men che non si dica non solo gli ha dato il benservito ma lo sta anche per rimpiazzare. E proprio sui bilanci Eller è categorico. «I bilanci sono risanati? NO. I bilanci sono come un bambino quando nasce o come un anziano da curare. Bisogna seguirli giorno per giorno, appena abbandoni il paziente sul letto rischia di perdere immediatamente».
Infastidito anche per il comportamento messo in atto da ieri, Eller non manda giù ciò che è accaduto dopo il suo annuncio: «Da ieri sera ho ricevuto decine di telefonate e questa mattina quando sono arrivato a Palazzo Zanca ho trovato la Polizia Municipale che mi attendeva per notificarmi il decreto con cui il sindaco ha revocato il mio mandato. Mi sono sentito trattato come un ricercato» racconta mostrando proprio quel decreto che di fatto lo ha messo alla porta. «Mi sono sacrificato questi 9 mesi ingoiando di tutto per il bene della città e anche in questi ultimi giorni volevo fare altrettanto. Sono stato licenziato, sfrattato, sono senza casa. Un gesto che dimostra tutta la pochezza di cui ho parlato in questi giorni» dice Eller che continua a non perdere occasione per lanciare siluri tramite post Twitter e Facebook.
Per Eller l’ultimo atto che gli conferma che la sua scelta è stata giusta è la lettera che il sindaco, praticamente due ore dopo le sue dimissioni, ha inviato ai consiglieri comunali per chiedere una tregua sulla sfiducia. «Avevo talmente ragione che, guarda un po’, dopo poche ore viene fatta la proposta di un patto di fine mandato al consiglio comunale. Era esattamente ciò che ho detto io quando ho contestato i toni da guerriglia che erano stati usati nei giorni scorsi anche dall’amministrazione».
«Quando ho dato i dieci giorni il mio unico obiettivo era di chiudere tutta una serie di partite che non volevo lasciare in sospeso. Per esempio avevo una riunione con le organizzazioni sindacali perché stavo facendo un programma per il personale che avrei lasciato per chi verrà dopo di me. Avevo l’incontro con i presidenti delle circoscrizioni per il bilancio con i quartieri che non viene fatto da anni, lo stavo impostando tecnicamente e adesso non lo posso più fare».
C’è anche un’altra partita forse ancora più importante su cui Eller stava lavorando ed è il nodo fallimentare di Messinambiente e la creazione della nuova MessinaServizi Bene Comune. Proprio quest’ultima era stata oggetto di scontro all’interno della giunta, con l’assessore Daniele Ialacqua da un lato che si è battuto per la natura pubblica della società e il toscano Pd dall’altro che aveva provato ad aprire dei ragionamenti in ottica privatistica. Eller, che aveva pubblicamente incassato anche un grande apprezzamento per il lavoro svolto anche dal commissario di Messinambiente Giovanni Calabrò, spiega che anche su quel fronte avrebbe voluto dare una mano, partecipare al processo di approvazione e invece niente.
Eller è un fiume in piena e promette di continuare a parlare nei prossimi giorni. E’ chiaro che ha tanti sassolini da togliere dalle scarpe prima di tornare nella sua Toscana, l’unico argomento su cui si è chiuso a riccio è il Piano di Riequilibrio. Alla domanda se ci fossero notizie da Roma l’assessore si è trincerato dietro una risposta che avrebbe dato fino a pochi giorni fa: «Non parlo più da assessore e dunque non violo la riservatezza. Per fortuna non sono più neanche pubblico ufficiale e non mi corre l’obbligo di denunciare laddove ce ne fosse bisogno». Dichiarazione ermetica e criptica che alimenta qualche dubbio sul Piano di riequilibrio e sul responso che si attende dal Ministero. Probabilmente se ne riparlerà nei prossimi giorni. Ovviamente con Eller libero cittadino che ieri fino a tarda sera è rimasto a vagare nei corridoi di Palazzo Zanca.
Francesca Stornante