Non è una novità che dal 2011 la Regione abbia chiuso i rubinetti dei finanziamenti per il trasporto pubblico locale messinese. Da due anni nelle casse dell’Atm non arriva un centesimo di quelli che dovrebbero essere finanziamenti regolati dalla legge per i chilometri percorsi annualmente, una mancanza di risorse che di certo ha contribuito non poco all’attuale collasso economico dell’azienda di via La Farina. Innumerevoli, in questi due anni, sono state le richieste e le trasferte palermitane per riuscire a ottenere lo sblocco dei fondi.
Per fare due conti basta pensare che si tratta di 2 euro a chilometro per il gommato che moltiplicati per 3.850.000 km percorsi dai bus dell'azienda di via La Farina dal gennaio 2012 fino al 30 settembre 2013 fanno ammontare il credito a circa 7.700.000 mila euro. Ed anche sui contributi dell'anno 2011, quando vennero percorsi circa 2.8 milioni di km l'Atm sembra non abbia avuto saldate tutte le risorse dovute. Il calcolo non è esattissimo perché da queste cifre si dovrebbero decurtare i pignoramenti subentrati negli ultimi mesi, ma è comunque innegabile che si tratta di risorse preziose e irrinunciabili per la sopravvivenza dell'Atm.
Alle richieste la Regione fino ad oggi ha sempre risposto negativamente, ancorando la ripresa dell’erogazione dei contributi al contratto di servizio tra Comune e Atm e alla trasformazione dell’azienda in Spa. Dunque, la spiegazione di cui Messina fino ad oggi si è dovuta accontentare è che la Regione non avrebbe inviato soldi fino a quando non ci sarebbero state certezze assolute sul destino dell’azienda trasporti. Però, se davvero i motivi fossero questi, perché pochi giorni fa il Presidente Crocetta annuncia come soluzione, per riavviare i finanziamenti, la rateizzazione delle somme relative ai contributi di cui l’Atm si sarebbe appropriata indebitamente e per i quali c’è anche un’inchiesta giudiziaria in corso? Anche perché l’inchiesta è quella che si riferisce ai famosi numeri del kilometraggio tra il 2003 e il 2007, mentre la Regione ha stoppato i suoi contributi dal 2011. Tra l’altro si tratta di un’inchiesta in corso, con procedimenti penali in cui sono coinvolti dipendenti e dirigenti Atm, quindi come può il Presidente Crocetta proporre una rateizzazione senza che sia ancora stato quantificato e accertato il debito e le eventuali responsabilità?
A porsi questi interrogativi anche i segretari dell’Orsa Mariano Massaro e Michele Barresi che definiscono “paradossale” la soluzione proposta dal Presidente Crocetta all’amministrazione comunale. “Tale ipotesi dimostrerebbe come la Regione Sicilia, senza peraltro mai dare formale giustificazione all'azienda, abbia bloccato risorse dovute per legge all'Atm a fronte di un debito oggetto ancora di una vertenza giudiziaria in corso senza attendere neppure il primo grado di giudizio e dando per buona l'unica perizia di un consulente di parte ( non un CTU ) che stima un debito per differenze chilometriche a danno della Regione pari a 15 milioni di euro.
"Sostanzialmente si intuisce che la Regione sospende sul fine 2011, a garanzia di un debito la cui veridicità e consistenza è ancora oggetto di una causa giudiziaria pendente, l'erogazione di risorse dovute che nulla hanno a che fare col periodo del contenzioso, il tutto solo a mero titolo cautelativo trascurando che l'Atm è ancora un'azienda speciale – continuano Massaro e Barresi – pertanto la legge in materia vincola il Comune di Messina quale unico garante di ogni debito della partecipata e pertanto nulla giustifica il blocco perpetrato in questi anni delle risorse dovute all'azienda da parte della Regione che così facendo avrebbe contribuito di fatto al processo di fallimento finanziario dell'Atm”.
I due sindacalisti vanno oltre e si chiedono anche che fine abbiano fatto i 651mila euro che la stessa Regione aveva già riconosciuto all'Atm nel dicembre 2012, durante il commissariamento Alligo, soldi anch'essi misteriosamente bloccati all'assessorato regionale e mai arrivati nelle casse di via La Farina, sebbene riconosciuti come dovuti quale prima quota dei 3.4 milioni del contratto nazionale autoferrotranvieri.
Per provare a sbrogliare la matassa l’Orsa ha inviato una nota al Prefetto Stefano Trotta per chiedere di convocare un tavolo di confronto con le parti per verificare una volta per tutte lo stato debiti/crediti tra azienda e Regione e sbloccare tutte le risorse dovute all'Atm senza procedere ad alcuna forma di rateizzazione ma facendo, come previsto, del Comune l'ente garante di ogni eventuale debito, operazioni essenziali per poter redigere il bilancio consuntivo 2012 dell'azienda, garantire il proseguimento del servizio pubblico cittadino e gli stipendi dei lavoratori ancora fermi al mese di luglio.
“Abbiamo già inoltrato lo scorso novembre un esposto in procura denunciando le gravi circostanze che hanno portato progressivamente al collasso le casse dell'Atm ed impedito la certificazione dei bilanci dal 2003 ad oggi e siamo pronti a fare analoga denuncia contro la Regione Sicilia nel caso perdurasse l'attuale ingiustificato blocco dei contributi dovuti all'azienda”.
Nel frattempo i lavoratori dell’Atm continuano ad attendere gli stipendi di agosto. Una settimana fa la giunta approvava l’erogazione delle somme relative al consueto dodicesimo, dalla Ragioneria però nessun mandato di pagamento è stato firmato in favore dell’Atm. In compenso il Comune ha trovato il modo per pagare lo stipendio di settembre ai lavoratori di Messinambiente. Senza voler scatenare una guerra tra poveri, ancora una volta però quanto accaduto è il segno che l’Atm continua ad essere la figlia sventurata di questo Comune. Anche l’Orsa non risparmia critiche all’amministrazione Accorinti: “abbiamo sempre rimproverato anche alle vecchie amministrazioni di fare figli e figliastri invece di dare priorità a chi aspetta lo stipendio da più tempo e avremmo gradto che quest’amministrazione almeno cominciasse dal basso, cioè dai dipendenti dell’Atm sempre trattati come lavoratori di serie B”.
Francesca Stornante