Mezzi, personale, progetti, obiettivi a breve e lungo termine. Dopo due mesi e mezzo di lavoro, il liquidatore di Messinambiente Alessio Ciacci ha snocciolato alcuni numeri che fotografano la situazione attuale società, ha parlato di quali sono alcune delle strategie da mettere in campo per la riorganizzazione della forza lavoro, non ha nascosto quali sono le difficoltà, ma ha anche spiegato in che modo si intende affrontarle. Munito di grafici e proiettore è andato in commissione Ambiente e ha illustrato ai consiglieri comunali una parte del lavoro svolto in questi due mesi e mezzo. Una seduta poco partecipata, nonostante nelle scorse settimane erano stati proprio i consiglieri a non risparmiare duri attacchi contro il nuovo liquidatore di Messinambiente che per due volte non si era presentato in commissione e che non dava contezza delle attività che stava progettando per risollevare la società di via Dogali.
Ciacci ha però dimostrato di avere ancora una volta le idee chiare. Primo focus: il parco mezzi. E’ risaputo che Messinambiente fa continuamente i conti con mezzi vecchi, usurati, che si guastano costantemente e che spesso sono una delle principali cause delle inefficienze del servizio. Ciacci e l’esperto Raphael Rossi in questi mesi hanno messo in atto un sistema di monitoraggio che rileva ogni tre giorni quanti e quali mezzi riescono ad uscire in servizio, un report di numeri e riferimenti precisi che rappresenta non solo uno strumento di controllo efficiente ma che è la base fondamentale per studiare che tipo di operazione economica servirà per dare nuova linfa ad un parco mezzi ormai ridotto all’osso. Messinambiente ha in totale 267 mezzi e dovrebbe averne minimo 214, dunque l’80%, per garantire il servizio. Al 30 maggio, ultimo giorno effettivo di monitoraggio, i mezzi realmente in servizio erano 162, dunque una cinquantina in meno del minimo necessario e quasi la metà del totale di mezzi in autoparco. Basterebbero solo questi numeri per far capire che ripulire la città in queste condizioni diventa difficilissimo.
Andando a leggere i grafici nel dettaglio si scopre che per la Raccolta dei rifiuti solidi urbani i mezzi in possesso sono 84, ne servirebbero almeno 67, a marzo ne funzionavano circa 40, al 30 maggio invece se ne sono contati 51. In questo settore il 43% dei mezzi è in riparazione, 29 registrano danni leggeri, 7 danni pesanti. Per la Raccolta differenziata ci sono in totale 24 mezzi, il minimo necessario sarebbe 19, da marzo ad oggi si è passati da 13 mezzi in servizio ad addirittura 18, dunque quasi la sufficienza. Tra quelli fermi in deposito ce ne sono 7 con danni leggeri, 5 con problemi più grossi. Per lo spazzamento Messinambiente possiede 71 mezzi, ne servirebbero almeno 57, ne funzionano 44 e ben 15 potrebbero tornare presto in strada perché fermi per danni leggeri. Altro nodo caldo è il trasporto in discarica: la società proprio in questi giorni ha dovuto richiamare la Seap per avere un supporto nelle operazioni di viaggio verso la discarica e il sito di stoccaggio di Pace. In totale ce ne sarebbero 30, ma in questi mesi ne sono stati impiegati tra i 16 e i 19, con un buon 37% di mezzi fuori uso. Ci sono poi i mezzi da impiegare nei servizi complementari: tra lavacassonetti (in realtà non ne cammina neanche uno), autobotte, autovetture e furgoni se ne contano in attivo solo 38, quando invece ne servirebbero almeno 36. Anche in questo caso basterebbero piccoli interventi di sistemazione, visto che solo il 17% dei mezzi non disponibili è in riparazione. Infine Messinambiente avrebbe 24 body chiusi (i cosiddetti cassoni per l’immondizia), ma da marzo al 12 maggio neanche unno compariva in servizio, mentre nelle ultime due settimane sono riusciti ad uscire tra i 10 e i 12 body chiusi. La metà dei cassoni è ferma per riparazioni, tutti riportano danni leggeri. Un’altra testimonianza del fatto che oltre ai nuovi acquisti è quanto mai urgente avviare un lavoro di officine interne che possa rimettere in piedi l’azienda e la pulizia di un’intera città.
A proposito di acquisti il liquidatore sta già vagliando una serie di ipotesi, ma servono soldi. In attesa di capire quanto e quando si potrà investire, Ciacci ha inviato una richiesta a Federambiente per chiedere collaborazione per la ricerca di mezzi usati, presso aziende associate. “L’azienda vive un grave deficit strutturale nella disponibilità di mezzi che comporta spesso il mancato raccolto in alcune zone della città e conseguente formazione di cumuli di spazzatura ed emergenze difficili da recuperare. Ci affidiamo alla vostra gentile e preziosa collaborazione al fine di aiutare la città con mezzi in dismissione in altre realtà a costo zero o a prezzi di solidarietà viste le difficoltà finanziarie che l’azienda sta vivendo” ha scritto Ciacci nella lettera inviata a Federambiente. Un appello che spera non resti inascoltato. In particolare la speranza di Ciacci è di riuscire a centrare l’acquisto di 23 mezzi, 600 cassonetti per la differenziata, 700 cassonetti laterali, 300 campane per il vetro.Con queste operazioni Messinambiente dovrebbe essere in grado di liberarsi dalla dipendenza di ditte esterne e di risparmiare anche un bel po’ di risorse.
Attenzione puntata anche sul personale. In questa settimana prenderanno il via i passaggi ritenuti necessari nel percorso di risanamento aziendale finalizzato al raggiungimento dell’equilibrio economico e finanziario e all’adeguamento degli standard aziendali. In particolare si attuerà: rotazione del personale direttivo; rotazione del personale giorno-notte; spostamento del personale tra i vari settori; riorganizzazione della raccolta dei rifiuti, compresa la differenziata, con attivazione di nuovi servizi, spostamenti di orario, graduale eliminazione dei servizi domenicali; riorganizzazione delle piattaforme ecologiche, visto l’incremento dei cittadini che ne usufruiscono. Tutto questo si attuerà all’interno di progetti che il liquidatore discuterà con i sindacati, in modo da illustrare e convivere gli obiettivi che si intende raggiungere, ovviamente ad eccezione di azioni legate alle urgenze igienico- sanitarie.
Altre novità riguarderanno il contenimento dei costi del trasporto in discarica e quelli per le officine, è in preparazione un piano sui RAEE con un altro esperto di fama nazionale che collaborerà gratuitamente, al vaglio anche l’ipotesi di estendere l’attività di Messinambiente anche ad altri Comuni della provincia appena si costituiranno le Aro. Insomma, i progetti sono tanti.
Ovviamente i riflettori restano puntati anche sulla piattaforma di Pace. Gli interventi di sistemazione del sito per poter consentire lo stoccaggio temporaneo dei rifiuti sono stati ultimati, ieri mattina si è svolto un incontro a Palazzo Zanca tra l’assessore Daniele Ialacqua, Arpa, Provincia, Messinambiente, Asp. Nei prossimi giorni, probabilmente già domani, ci sarà un nuovo sopralluogo congiunto per verificare se tutte le disposizioni che erano state date sono state rispettate. Subito dopo vedrà la luce la nuova ordinanza, dopo quella super contestata della vigilia di Pasqua, che detterà le linee di un più corretto utilizzo del sito. Probabilmente però ciò non basterà a chiudere le polemiche.
Francesca Stornante