Tra le polemiche per la Tares e l’indignazione per i cumuli di immondizia che sono ad ogni angolo della strada, attenzione tutta concentrata sul pianeta rifiuti. Oggi a Palazzo Zanca verrà presentata la rivolta anti-Tares nata su Facebook e che porterà molti cittadini a presentarsi domenica mattina davanti i cancelli del Comune per consegnare al Sindaco gli odiatissimi bollettini Tares recapitati in questi giorni. Per l’amministrazione e per i consiglieri che l’hanno approvata non ci sono dubbi, la Tares si deve pagare, l’amministrazione assicura che nel giro di pochi giorni saranno messi a punto i criteri per gli sgravi per famiglie indigenti e per le attività commerciali più colpite, in ballo però ci sono anche altri passaggi importanti su cui si sta cercando di intervenire. Primo punto: isole ecologiche. E’ stato ripetuto innumerevoli volte che la differenziata dovrà passare innanzitutto dai centri di raccolta distribuiti in città e che solo dimostrando di portare i propri rifiuti nelle isole si avrà diritto agli sconti (validi dal 2014). Dunque il Commissario di Messinambiente Armando Di Maria ha già contattato la ditta Tassinari, la stessa che aveva installato le attrezzature nei centri, affinché effettui tutti gli interventi necessari per informatizzare i sistemi, collegare le bilance e creare un meccanismo che funziona. Interventi che costeranno al Comune 47 mila euro.
Ma restando in tema di Messinambiente, e scorrendo alcune delle immagini che raccontano una città tenuta sotto scacco dalla spazzatura, viene inevitabilmente in mente il problema discarica. Messina sta continuando a scaricare nel sito di Motta S. Anastasia, dopo un balletto di cifre in cui non si era capito se portare la spazzatura in provincia di Catania costasse di più o di meno rispetto a Mazzarrà S. Andrea, oggi il commissario Armando Di Maria dichiara senza tentennamenti che il Comune spende circa 100 mila euro in più al mese a cui si devono aggiungere 45 mila euro in più di spese di trasporto sulle spalle di Messinambiente. Considerato che da ottobre il Comune scarica a Motta, facile fare due conti e dedurre che questo “scherzetto” della discarica è costato fino ad oggi quasi 500 mila euro. Sarebbe necessario dunque trovare soluzioni alternative per risparmiare, la famosa e scomparsa delibera per accedere al fondo di rotazione regionale con cui dovevano esser pagati i debiti con Tirrenoambiente, che gestisce Mazzarrà, probabilmente avrebbe evitato questi problemi.
L’assessore Daniele Ialacqua però continua a lavorare a pieno ritmo e cerca di puntare ad una progettazione che guarda in avanti e che forse non porterà benefici nell’immediato ma dovrebbe dare i suoi frutti. Per Ialacqua solo con l’impianto di Pace e la raccolta porta a porta si potrà davvero iniziare a parlare di risparmi che poi faranno abbassare i costi del servizio e dunque le tasse che ricadono sui cittadini. I 12 milioni per Pace e i quasi 4 per avviare il porta a porta sono finanziamenti che l’assessore non ha intenzione di perdere o sprecare perché sono una vera occasione per Messina.
Resta da risolvere anche il problema Messinambiente. La società è in liquidazione e sommersa dai debiti, lavora in emergenza con ormai cadenza ciclica, e l’amministrazione deve dire che futuro vuole dare alla società e in generale al modello di gestione dei rifiuti. Ieri a Palazzo Zanca si era riunita l’assemblea dei soci di Messinambiente, quindi i vertici comunali e della società, per discutere cosa fare. Si è però parlato pochissimo di futuro e la discussione è stata rinviata al prossimo 3 febbraio, quindi un altro mese di limbo per la società di via Dogali.
Di rifiuti si è occupata anche la V commissione consiliare Ambiente presieduta da Rita La Paglia. I consiglieri comunali hanno voluto sapere direttamente dai dirigenti di Messinambiente perché la città è così sporca e quali sono le difficoltà. Di Maria ha ribadito le difficoltà di operare con cifre sempre più ridotte, con mezzi vecchi e malfunzionanti, con i creditori costantemente con il fiato sul collo. La commissione vuole vederci chiaro e vigilerà affinché in questa fase così delicata ognuno faccia la propria parte.
Francesca Stornante