Politica

Piano di riequilibrio. Calabrò e Russo: “Basile guardiano dei conti? Si prenda le responsabilità”

“Nel 2012 abbiamo votato perché il Comune di Messina beneficiasse del piano di riequilibrio, nel 2015 il Collegio dei revisori è stato nominato anche grazie al Pd, con presidente l’attuale sindaco Basile. Oggi speriamo ancora che si possa evitare il dissesto”.

Così in conferenza stampa il consigliere comunale del Pd, Felice Calabrò, dopo che ancora una volta la Corte dei Conti ha evidenziato “rilevanti criticità“. Il Comune di Messina dovrà rispondere entro l’8 luglio, poi il sindaco Basile è stato convocato per il 18 luglio.

“Nel 2018 Basile viene nominato esperto del sindaco, nel 2020 direttore generale, nel 2022 candidato sindaco – ricorda Calabrò -. Perché? Perché era il guardiano dei conti, quindi un tecnico. Ma se un tecnico ha partorito questo documento di 103 pagine con questi problemi forse dovrebbe passare la mano. Forse le dimissioni sono una alternativa, si deve prendere le sue responsabilità. Non si può dire che è colpa degli altri che c’erano prima. 2015, 2018, 2020 e 2022″.

Calabrò: “Manca trasparenza”

“Abbiamo chiesto più volte trasparenza, ad esempio sul debito di Ato3. Nel piano rimodulato diciamo alla Corte dei conti di stare tranquilli perché siamo bravi sia a recuperare tributi sia a risparmiare, com’è possibile che nello stesso mese il segretario generale disponga l’aumento degli stipendi della giunta? Se il sindaco prende 12mila euro è giusto per le responsabilità che si assume. Ma lo è meno per gli assessori, che tra l’altro non ci sono mai. E non esiste che un presidente di quartiere debba prendere 5mila euro. La stessa cosa è successa nei servizi sociali. La trasparenza è essenziale, oggi ancor di più in un Consiglio comunale in cui, il 2 maggio, è stata certificata l’assenza di una maggioranza numerica. La maggioranza politica non c’è mai stata, ma dal 2 maggio nemmeno quella dei numeri. Da qui all’8 luglio dovremo produrre, dimostrare alla Corte dei Conti che tutte le criticità sollevate sono superabili. E se dovesse esserci la necessità di un Consiglio comunale che adotti provvedimenti? Loro non hanno più i numeri per approvare sulla base della fede. Non resta loro che condividere informazioni e far partecipare il Consiglio comunale, perché sennò sarà una catastrofe”.

Russo: “Anni di proclami”

Gli fa sponda la collega Antonella Russo. “Questa è la risposta della Corte ad anni di proclami in cui si parlava sempre di certezze, dal 2018 a oggi. Salvo Accorinti che non era un tecnico. Ma oggi Basile lavora in continuità, perché conosce l’ente, è stato direttore generale. Potremmo dire: ve l’abbiamo detto. Ma non siamo per niente contenti. Nel giugno 2022 si parlava di De Luca che aveva ridotto la massa passiva di almeno 300 milioni di euro. La massa passiva è fondamentale, ma la Corte dice che i debiti fuori bilancio da riconoscere sono 66 milioni e mezzo, di cui la Corte spiega di non sapere quanti sono quelli transati per lettera A, cioè riconosciuti dal giudice e da pagare. Questo è il debito più semplice, la responsabilità è del giudice, ma la Corte ancora non sa quale viene estinto al 50 per cento, quali a rate, e sottolinea che ci sono difformità. Abbiamo chiesto anche noi, ma non ci è stata data risposta.

Basile poi si ricorda del Consiglio quando ha da chiedere qualcosa e ci chiama. Ma cosa si dichiara alla Corte? L’ultima udienza l’abbiamo scoperta dalle dirette di Cateno De Luca, non è normale tutto questo. La Corte parla anche di informazioni non inviate o non conformi alle modalità, di atti non trasmessi. E per quanto riguarda il piano? De Luca parlava di 12 mila e 500 posizioni transatte circa, ma gli accordi firmati sono 1.197. E gli altri 11mila? Di questi 1.197, soltanto due sono lettera E, cioè quei debiti non sacralizzati in sentenze. La Corte chiede perché. E ci dice pure che ci sono 52 milioni e mezzo non inseriti nel piano rimodulato. E perché? Perché sono quelli che riguardano piani di rientro già concordati coi creditori. Ma l’accordo non è stato prodotto e sono rateizzazioni, quindi la somma resta identica e va scaglionata nel tempo. Non sono bruscolini. Il piano fa riferimento solo a 25 milioni di massa passiva non supportati dagli accordi. Passando ai debiti fuori bilancio lettera E, c’è sempre il caso di Ato3. La Corte fa riferimento a un emendamento che noi del Pd avevamo depositato per inserire questa posizione nel piano, cosa che non è stata fatta. Lo stesso De Luca li inseriva, ma Basile li ha tolti nella rimodulazione del 27 luglio 2022″.